Scarsa programmazione, assenza di un sistema per individuare i costi dell’attività libero-professionale intramuraria, eccessivo ricorso a contratti di lavoro esternalizzato e ancora assenza sistematica delle procedure ad evidenza pubblica per la selezione dei contraenti sia per i contratti in scadenza sia per quelli scaduti. La sezione di controllo della Corte dei Conti bacchetta l’azienda Usl.
La relazione sulla gestione del servizio sanitario da parte dell’Azienda Usl per il 2014 spiega come “la programmazione da parte dell’azienda si dovrebbe consacrare nella metodica di budget, ad oggi non ancora adottata e sulla cui necessarietà si è già più volte espressa la Sezione”. Lo strumento, evidenziano i relatori Ilva Sonia Armand, Barbara Bante e Claudio Perratone , “è necessario al fine di un più corretto apprestamento delle risorse necessarie per la gestione, da un lato, e di un più efficace controllo dei costi, dall’altro. A ciò si aggiunge che una puntuale programmazione aziendale acquista rilievo fondamentale quando la Regione deve quantificare e finalizzare i trasferimenti alle necessità dell’Azienda”.
Il bilancio 2014 dell’Azienda Usl si chiudeva con un utile di 3,64 milioni, “maturato esclusivamente a seguito dell’appostazione in bilancio di una sopravvenienza attiva straordinaria di 6.972.022 euro, non ripetibile”. Per la gestione ordinaria nel 2014 l’Usl ha dovuto fare a meno di 8 milioni di euro circa in seguito all’”ingente taglio dei trasferimenti regionali”.
Altro punto dolente riguarda l’attività intramoenia su cui l’Usl non ha “attivato un sistema contabile analitico separato in grado di individuare i costi”. Per il 2014 dai dati forniti alla sezione di controllo della corte dei conti “i costi risultano, anche per l’esercizio in esame, superiori ai ricavi connessi all’attività, contrariamente a quanto previsto dalla normativa di settore”. Nel 2015, secondo gli ultimi dati forniti in Consiglio regionale, l’intramoenia aveva generato un introito di 2 milioni e 788mila euro di cui 520mila euro erano stati trattenuti dall’Usl.
A finire sotto i riflettori della sezione di controllo della Corte dei Conti è però soprattutto la programmazione degli acquisti di beni e servizi che presenta “gravi criticità”.
Su 32 delibere del Direttore generale del 2014 analizzate è stato rilevato “un’assenza sistematica delle procedure ad evidenza pubblica per la selezione dei contraenti sia per i contratti in scadenza sia per quelli scaduti”. L’azienda ha preferito piuttosto procedere con delle “proroghe tecniche”, “rinnovi contrattuali con rinegoziazione del prezzo” o ancora “proroghe effettuate a sanatoria o a parziale sanatoria e ad accordi che prorogano le durate in largo anticipo rispetto alla scadenza previamente pattuita”.
Il tutto, dice la sezione di controllo della Corte dei Conti, in barba alla normativa comunitaria e sull’anticorruzione. Delle 32 delibere di proroga, 17 sono sopra soglia comunitaria mentre 15 “non consentono di risalire all’importo complessivamente affidato, in quanto le proroghe reiterate hanno frazione il valore dei contratti in più annualità”. Rilievi che hanno fatto sì che la Regione chiedesse nei mesi scorsi all’Usl di annullare in autotutela la proroga dei servizi di ingegneria biomedica del valore di oltre 5,5 milioni di euro. Il contratto era stato stipulato nel 2008 e aveva inizialmente una durata di 48 mesi rinnovabili per altri 24. Di proroga in proroga si è arrivati, con l’ultima del settembre 2014, fino al 2020 che ora l’azienda dovrà revocare.
Infine come già in passato la sezione della Corte dei Conti segnala ancora “un imponente ricorso a contratti di lavoro esternalizzato e un utilizzo di servizi ad alta intensità di lavoro” da parte della partecipata Inva. “Situazione che appare decisamente problematica anche alla luce delle deliberazioni di proroga di contratti di servizi stipulati con agenzie di lavoro interinali”.