Antidoping a sorpresa allo Chaligne Skyrace, ma un runner manca all’appello
Una provetta dei controlli antidoping scattati a sorpresa alla “Pointe de Chaligne Skyrace – Trofeo Greundzo”, domenica scorsa, 16 luglio, è rimasta vuota. E’ quella che doveva contenere il campione delle urine di Marco Moletto, trail-runner piemontese classificatosi secondo nella competizione e non presentatosi al prelievo.
Oltre al pubblico, alla gara – che da Ville-sur-Sarre porta oltre duecento partecipanti ai 2.607 metri della punta Chaligne, con un dislivello positivo di 1450 metri – si sono presentati anche i Carabinieri del NAS, per dei test rientranti nell’ambito delle attività per la tutela della salute nelle manifestazioni sportive, di competenza del Comitato Tecnico Sanitario istituito presso il Ministero.
La richiesta dei militari agli organizzatori è di sottoporre all’esame i primi quattro classificati, sia maschi, sia femmine. Ai controlli vengono adibiti dei locali nell’ambito dell’“Hotel des Salasses”, a Ville-sur-Sarre, con i runners che, all’arrivo in quota, vengono informati della necessità di procedere ai test ed invitati a recarsi, una volta tornati a valle, nella sede individuata per ospitarli.
Al termine della gara, però, all’appello manca Moletto. "Arrivato in vetta alla competizione vengo informato dall'organizzatore del controllo antidoping e che sarei dovuto scendere a valle per il percorso di gara" racconta il runner piemontese del team La Sportiva. "Così feci, un po' sbigottito dal fatto di non essere scortato da un giudice o da un agente incaricato come prevede il regolamento".
Moletto cerca quindi il luogo dei controlli senza però trovarlo. "Una volta arrivato a valle domandai del controllo e visionai dove era posta l'ambulanza o la vettura dei carabinieri o un possibile locale antidoping – aggiunge Moletto – ma non fui informato su dove potevano essere effettuati i controlli". A questo punto il piemontese decide di prendere la strada di casa. "Sono venuto alla gara invitato dall'organizzatore e per fare un allenamento, una toccata e fuga, ero di fretta per un impegno e così, forse con superficialità, e non avendo trovato gli addetti al controllo, sono andato via avvisando l'organizzatore".
Il piemontese sgombra quindi il campo da possibili dietrologie. "Test antidoping quest'anno ne ho già effettuati in gare di Federazione e non ho mai avuto alcun problema, non vedo perché avrei dovuto averli a breve distanza. Perlopiù per una gara che non era certo la coppa del mondo ma bensì una gran bella festa di paese".
Il runner di Pinerolo ribadisce, quindi, la sua "buona fede" confermata anche dall'amico e compagno di squadra Nadir Maguet, vincitore della Skyrace (con un vantaggio di 59 secondi su Moletto). “In cima, – racconta il runner di Torgnon – siamo stati avvisati del controllo antidopoing dei Nas. Finita la gara siamo scesi, io mi sono intrattenuto a parlare con alcune persone e poi sono andato a fare i controlli. Lui, mi ha raccontato dopo, quando ci siamo sentiti per telefono, che una volta arrivato in fondo non ha visto nessuno e ha chiesto un po’ in giro, anche ai volontari del soccorso, che però non hanno saputo dargli risposte. Visto che aveva un impegno è andato, quindi, a casa”.
Per Maguet, il compagno di squadra “ha, diciamo, sottovalutato la situazione. Probabilmente, hanno sbagliato anche quelli dell’antidoping che avrebbero dovuto scortare gli atleti fino ai controlli”.
Al di là delle ragioni, sulla posizione di Moletto sono in corso approfondimenti: la gara non era ufficiale, ma promozionale, ed oltretutto organizzata da una Proloco, non del circuito della Federazione cui appartiene il piemontese, anche se la segnalazione della mancata presentazione al controllo rischia di esporlo a conseguenze.