Rubano in una gioielleria di Aosta, ma un cittadino li nota e dà l’allarme: condannati a un anno
Nelle loro menti doveva sembrare un piano perfetto, ma non avevano fatto i conti con la prontezza di un cittadino e con il fatto che, nella zona, stesse sopraggiungendo il corteo di una manifestazione, scortato dalle forze dell'ordine. Risultato finale: Ciurar Berjiano (24 anni), Elisabeta (27) e Elena (22) Caldarar – il primo e la terza di origini polacche, il secondo romene – sono finiti in manette per il furto in una gioielleria aostana e, nel processo tenutosi nella mattinata di oggi, sabato 16 settembre, hanno patteggiato un anno di reclusione e una multa di 300 euro, ognuno.
I fatti ieri sera, verso le 18.30, non lontano dall'Arco d'Augusto. I tre entrano in una gioielleria di via Sant'Anselmo. Il copione è quello di cui sono ricchi i verbali di Polizia e Carabinieri: due si fingono clienti e il terzo, una volta distratto il titolare, s'impossessa di una catenina d'oro del valore di poco più di cinquecento Euro, sottraendola dalla vetrinetta dei preziosi. Il fare sospetto delle persone nel negozio viene però notato, sin dal loro ingresso, dal cliente nel dehors di un bar, vicino alla gioielleria.
L'uomo, visto un sottufficiale della Polizia Locale alla testa della marcia "Walk for Pink" (in programma proprio ieri sera nel centro storico e che stava raggiungendo l'Arco d'Augusto in quell'istante), gli segnala la situazione. Di presidio al corteo ci sono anche agenti della Polizia di Stato, che il collega allerta: i tre vengono seguiti appena usciti dalla gioielleria, verso il parcheggio in cui si dirigono, dove ad aspettarli c'era un quarto complice a bordo di un automobile. Assieme all'equipaggio di una Volante accorsa nel mentre, li fermano mentre stanno per salire ed allontanarsi. Scattano controllo e perquisizione.
Non solo ad uno di loro viene trovata addosso la collana rubata nel negozio, ma dal bagagliaio del mezzo spuntano anche una cospicua somma di denaro e articoli telefonici, sulla cui provenienza – fanno sapere dalla Questura di Aosta – sono in corso accertamenti. La macchina, nella disponibilità di uno degli occupanti è inoltre risultata segnalata qualche mese fa nella provincia di Udine, in quanto gli occupanti si erano resi responsabili di vari tentativi di diffondere banconote false.
I tre vengono quindi arrestati, con l'accusa di furto aggravato in concorso. Trattenuti nelle celle di sicurezza della Questura, stamane sono stati condotti in Tribunale ad Aosta, per essere processati con rito direttissimo. Il giudice Davide Paladino, dopo aver convalidato i fermi, ha applicato loro la pena concordata tra le parti (l'accusa era rappresentata dal pubblico ministero Carlo Introvigne e la difesa dall'avvocato Gianfranco Sapia del foro di Aosta), su cui scatta la sospensione condizionale. I tre sono risultati incensurati. E' verosimile che fossero di passaggio in Valle, perché provenienti dalla Francia e diretti presumibilmente nel paese in cui risiedono, la Polonia.