Ozono, sforata in bassa Valle la soglia di rischio per la salute
La “comunicazione alla popolazione” è sulla home page del sito dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Giovedì scorso, 21 luglio, a Donnas e Pont-Saint-Martin, tra le 14 e le 21, la soglia di ozono nell’aria ha superato la concentrazione oltre cui l’autorità è tenuta a darne informazione alla collettività, in ragione dei rischi concreti per la salute. Si tratta di un inquinante tipicamente estivo, perché si forma per azione delle radiazioni solari su contaminanti già presenti nell’aria, soprattutto in condizioni di forte irraggiamento, di temperature elevate o di alta pressione.
“E’ un agente aggressivo ed irritante per le vie respiratorie – sottolinea il responsabile della qualità dell’aria dell’Arpa, Devis Panont – e occorre quindi porre in essere delle azioni di protezione, evitando di esporsi all’esterno nelle ore pomeridiane”. Alle condotte di autotutela sono tenuti, in particolare, anziani e bambini, considerati più sensibili. I primi perché possono avere difficoltà respiratorie legate a patologie classiche dell’età, oppure pregresse, mentre gli infanti perché presentano un fisico ancora in formazione e avere, magari, allergie.
Situazioni a rischio di andare in sofferenza a seguito dell’eccessiva permanenza all’ozono, in grado di causare asma, tosse, difficoltà respiratorie e mal di gola. E’ comunque bene che siano consapevoli dei rischi anche coloro che svolgono attività fisiche all’aperto e le donne incinte (condizioni in cui s’incamera maggiore quantità di aria). “Le ore del picco di produttività dell’ozono – aggiunge Panont – sono quelle dalle 16 alle 19. Anche se il sole, ad un certo punto, scende, questo inquinante si forma per l’azione dei suoi raggi e quindi stagna nell’aria anche a seguire”.
Dopodiché, come l’ozono si forma naturalmente di giorno, nella notte viene altrettanto spontaneamente distrutto dagli stessi inquinanti che ne promuovono la generazione. Per questo, il livello di informazione viene considerato oltrepassato quando si supera, per tre ore, una media di 180 microgrammi per metro cubo. “Quest’anno – spiega ancora il tecnico Arpa – si tratta del primo sforamento e, per trovarne un altro, occorre tornare al 2019”. Al di là del valore limite d’informazione, previsto dalla legge, esiste anche un altro “tetto”, quello legato agli effetti di lungo termine, di portata cronica.
“In questo caso, – sottolinea Panont – la soglia è più bassa e lo sforamento è più frequente, non solo in Valle d’Aosta, ma in quasi tutto il bacino padano”. Le cause sono legate alle due componenti che concorrono alla formazione dell’ozono: l’esposizione ai raggi solari, da un canto, e la presenza di attività antropiche, dalle quali derivano gli inquinanti nell’aria. Ciò spiega perché il problema, in Valle, sia soprattutto legato al fondovalle. Non solo, proprio come per le polveri sottili in autunno/inverno, esiste pure un effetto di spostamento dell’ozono, da parte dei venti di brezza, che lo incanalano nella bassa Valle dal resto della pianura.
“In questo senso, i valori di Pont-Saint-Martin degli scorsi giorni – aggiunge il responsabile Arpa per la qualità dell’aria – sono in linea con quelli di Ivrea, perché c’è appunto stato questo fenomeno di trasporto”. Essendo l’ozono un “derivato” di inquinanti già esistenti, le azioni per contrastarlo sono quelle rientranti nel Piano per migliorare complessivamente la qualità dell’aria (con risultati attesi nel tempo, non di breve termine). Inoltre, l’Agenzia, sulla sua pagina web, oltre a dare conto dei valori rilevati (e degli eventuali sforamenti), propone anche le previsioni a tre giorni, scomposte per i singoli inquinanti.
In fatto di ozono, per domani, 27 luglio, l’aria è attesa “buona” su vasta parte della regione, con la fascia “accettabile” (di qualità subito inferiore) che interessa una discreta porzione della bassa Valle e si assottiglia risalendo lungo il fondovalle fino a Courmayeur. Non sono in previsione zone con concentrazioni tali da rendere l’aria “scadente” o “pessima” (quest’ultima fa scattare l’obbligo di informazione). Lo stesso scenario è atteso per giovedì 28, con anche una rarefazione della zona “accettabile”. Tuttavia, l’ozono è un nemico invisibile, al quale è bene prestare attenzione, a partire dall’informarsi. Perché se l’obbligo di legge è assolto pubblicando la comunicazione, l’effetto auspicato dalla stessa non può essere raggiunto se la collettività non ne prende conoscenza.