Reperti romani, asilo nido, mensa, parco e strade. Il punto sui lavori Pnrr nel quartiere Dora
Quartiere Dora, qualcosa si muove. Dopo i ritrovamenti di alcune strutture in muratura di epoca romana in via Amato Berthet, il progetto – con fondi Pnrr – delle autorimesse interrate e del parco è pronto a modificarsi. Questione, peraltro, già sul tavolo delle ipotesi a maggio scorso.
“La Soprintendenza, come da tempistiche concordate, ha chiuso gli scavi archeologici – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto –. Con una lettera ci hanno autorizzato ad agire in una certa parte dell’area, rimuovendo i reperti”. Quindi, de facto, con uno scavo archeologicamente assistito.
Fatto che – dicevamo – prevede una modifica sostanziale al progetto iniziale: “Prima c’era autorimessa interrata e un parco verde sul ‘piano zero’ – aggiunge Cometto –. Il piano terreno resterà dedicato a parco e sarà di 1,7 ettari, ma faremo alcune autorimesse in elevazione. Salviamo la superficie, ma invece di avere tutte le autorimesse in un piano interrato ci sarà una parte fuori terreno”.
E i tempi? Sì, perché – come si sa – il Pnrr non transige. Nel 2026 tutto deve essere collaudato consegnato e inaugurato con tagli del nastro e strette di mano. Su questo, Cometto è ottimista: “Questa modifica inficia sui tempi, certo, ma non lasceremo nulla di intentato per rispettarli. Chiederemo di agire con rapidità al progettista, l’ingerner Guglielmetti, e speriamo che lo sia e molto. Ad oggi, manca ancora la planimetria, da parte della Regione, con il tracciato che indichi dove possiamo scavare e dove no”.
Un modo per valorizzare i reperti?
L’idea, per ora, è soltanto tale. Ma il Comune vorrebbe cogliere l’occasione dell’inaspettata scoperta archeologica a proprio vantaggio. “Stiamo ragionando, come Giunta, se dare una valorizzazione a questi reperti romani, che evidentemente dovrà essere fatta dalla Regione – aggiunge l’Assessore –. In fondo si tratta un po’ del ‘primo embrione’ del quartiere Dora. Sarebbe interessante avere anche il ‘colore’ dell’archeologia oltre al verde del parco, la pista ciclopedonale, il campetto polifunzionale e l’area di sgambamento cani. Una bella cosa”.
Mensa e asilo nido: i lavori sono finiti
Nel quartiere, cosa nota, il progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, prevedeva anche la costruzione ex novo di un asilo nido – in mezzo a piazza Battaglione Cervino, al posto del vecchio prefabbricato – e della mensa dietro l’edificio scolastico.
Un problema c’è stato: il mancato allaccio a Deval. Problema che pare ora superato: “Sia la mensa sia l’asilo creano sono dei nuovi utilizzatori di energia, non solo come consumatori ma anche produttori perché hanno degli impianti fotovoltaici di un certo rilievo – dice Cometto –. L’asilo nido è riscaldato e rinfrescato da alcune pompe di calore, e le potenze installate che hanno avuto bisogno di una cabina elettrica di trasformazione. Adesso Deval sta finendo parti di contatto”.
Sui lavori, aggiunge: “Possiamo dire che le strutture sono finite, ci sono i verbali di ultimazione. Ora saranno realizzate le opere complementari, come il verde. Su questo punto l’asilo nido è più avanti, i lavori sono in anticipo”.
Il “nodo” di via Valli Valdostane e la nuova strada lungo la Dora
In via Valle Valdostane, l’intervento sembrava poter essere abbastanza rapido. Così non è stato, complici alcuni “garbugli” nei sottoservizi mentre si scavava per i lavori sul tratto stradale. Ora, si dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – essere arrivati alla fine.
“Via Valli Valdostane è stata tutta asfaltata e contiamo di aprirla in settimana – sempre Cometto –. Mancava solo il manto stradale realizzato sabato scorso. C’è stato qualche piccolo problema tecnico, ora confidiamo di riaprire la strada e la rotonda quanto prima”.
Sulla strada di nuova realizzazione – che congiungerà via Lavoratori Vittime del Col du Mont e via Page, a sud della palestra del quartiere Dora – l’Assessore spiega: “L’intervento sta andando avanti, dopo qualche problema dovuto alla caratterizzazione delle terre, perché dove c’erano gli orti è stato trovato un po’ di tutto a livello di materiale. I lavori stanno andando avanti. È un intervento lungo, tra i 4 e i 5 milioni, che di certo non finirà prima della chiusura della consiliatura”.
Per i reperti romani nel quartiere Dora la “palla” passa al Comune di Aosta
21 maggio 2024
“Scavare, o non scavare, questo è il dilemma“, si potrebbe dire parafrasando – banalmente – il “Bardo dell’Avon”. Poco più di un mese fa la scoperta: il ritrovamento di alcune strutture in muratura di epoca romana aveva obbligato il Comune di Aosta ad interrompere i lavori per la realizzazione di una serie di autorimesse interrate in via Amato Berthet, nel quartiere Dora, parte del progetto complessivo di “Rigenerazione urbana” confluito poi tra i finanziamenti Pnrr.
Oggi l’ipotesi diventa qualcosa di più: a rivedere la luce del sole dopo qualche migliaio di anni sono i resti di un edificio romano. Quale che sia è ancora presto per dirlo, e qui arriva l’incognita: avviare uno scavo archeologico e “rischiare” di rallentare la realizzazione del progetto finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza? Cercare una modifica al progetto stesso? La “palla”, dopo i primi rilievi, ora torna nel campo del Comune.
A spiegare qualche dettaglio dei ritrovamenti è la dottoressa Alessandra Armirotti, archeologa della Struttura Patrimonio archeologico e restauro Beni monumentali del Dipartimento della Soprintendenza per i Beni e le attività culturali della Regione: “È prestissimo per parlare dell’entità della sua entità – ha detto -. I ritrovamenti non sono stati né scavati né indagati. Sono stati intercettati, con alcuni sondaggi archeologici dello scorso anno, alcuni muri e una pavimentazione visti nella trincea di una fognatura realizzata molti anni fa”.
Le ipotesi si sprecano, e sulla struttura stessa i tecnici “frenano”: “È assolutamente troppo presto per parlare di un villa romana, di una villa rustica o di una fattoria – aggiunge Armirotti -, parliamo semplicemente di un ‘edificio'”.
E ora? Come si diceva, la scelta tocca a piazza Chanoux: “Decide il committente – spiega ancora l’archeologa, quindi il Comune, che deciderà se proseguire o meno con costruzione di autorimesse. Noi abbiamo detto che se ci fosse la volontà di avanti servirebbe però uno scavo archeologico“.
Una modifica del progetto? Forse
Dal punto di vista del Comune è un problema da risolvere, anche perché le opere finanziate con fondi Pnrr hanno una data di scadenza improrogabile, dal momento che vanno finite, consegnate, collaudate – con tanto di tagli del nastro e strette di mano d’ordinanza – nel 2026.
“Stiamo aspettando che gli Uffici ci consegnino le valutazioni fatte in merito, in particolare quelle del Responsabile unico del procedimento, sui ritrovamenti – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto –. Al momento non abbiamo altre notizie. Stiamo però valutando cosa sia fattibile a livello di modifiche ammesse dal codice dei contratti, e subito dopo chiederemo un incontro con la Soprintendenza per concordare un mondo per andare avanti”.
Tecnicamente, il ritrovamento non interferisce con gran parte del progetto che insiste sul quartiere. Il parco – su cui l’edificio di epoca romana si estende – potrebbe essere ridotto in quella porzione. Addirittura – anche con un occhio turistico – un sito archeologico di questo tipo potrebbe essere “integrato” direttamente all’interno della zona verde in divenire.
Il problema, però, sono le autorimesse: “Le valutazioni ci diranno come procedere – dice infatti Cometto –, perché per certi versi l’opera potrebbe anche subire un’accelerazione. Se si potesse fare una variante sostanziale sarebbe possibile anche studiare qualcosa di più rapido, ma questi sono proprio i giorni di valutazione”.
In attesa di capire come si evolveranno i lavori c’è anche la novità emersa recentemente in Commissione consiliare. Dagli sviluppi del parco, infatti, dipenderanno anche i tempi di realizzazione di una delle due nuove cabine elettriche di trasformazione – proprio quella in via Berthet, mentre quella a servizio del nuovo asilo potrà andare avanti –, integrate di fresco nel progetto complessivo.
Il punto sui lavori nel quartiere
Sui lavori complessivi nel quartiere, l’assessore aggiunge: “In via Valli valdostane l’intervento sta finendo. Lì sono andati avanti bene, e tutto dovrebbe essere chiuso a breve”. Prosegue anche l’intervento nel “cuore” della zona: “Riguardo il nuovo asilo nido l’elevazione è già stata fatta, si stanno realizzando gli interni e l’impermeabilizzazione. Anche per la nuova mensa scolastica i lavori stanno andando bene. Entro l’anno entrambi saranno sicuramente ultimati”.
Il cantiere per le autorimesse del quartiere Dora porta alla luce alcuni reperti romani
22 aprile 2024
Una questione di “interferenze” tra reti, da una parte, e una squisitamente archeologica dall’altra. Il quartiere Dora – e soprattutto i cantieri che interessano la zona, legati al progetto di “Rigenerazione urbana” finanziato con fondi Pnrr – ha riservato qualche sorpresa al Comune di Aosta.
Mentre proseguono i lavori, in parallelo, per la realizzazione dell’asilo nido e della mensa scolastica – entrambi ex novo –, alcune “Memorie dal sottosuolo” cambiano l’assetto degli interventi.
A partire da quelli per la realizzazione delle autorimesse interrate in via Amato Berthet – all’ingresso ovest del quartiere, nei dintorni del PalaMiozzi –, zona nella quale sono stati trovati alcuni reperti archeologici: “Sono stati trovati dei muri, che dicono possano essere di una villa romana ma ancora non si ha certezza; e delle monete che sanciscono il fatto che lì ci fosse un insediamento – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto –. È stato fatto un sopralluogo venerdì dalla Soprintendenza ma non abbiamo ancora avuto le risultanze. Ci aspettiamo indicazioni metodologiche per proseguire, che siano rispettose della situazione archeologica”.
Rispettose sì, ma senza fermare il cantiere. Non troppo almeno, anche perché i tempi del Pnrr non transigono: “La nostra strategia sarà quella di non incaponirci su una soluzione non compatibile con l’archeologia ma di essere elastici” aggiunge Cometto. Quindi “modificare e magari anche ridurre il numero le autorimesse, se necessario, pur soddisfacendo la domanda di posti auto. Non saranno modifiche sostanziali, cercheremo comunque di realizzarne il più possibile in meno tempo possibile. Piuttosto sarà fatta qualche autorimessa in meno ma i lavori si chiuderanno”.
Diversa invece la questione in via Valli Valdostane, dove il Comune ha prorogato – per la seconda volta, la prima arrivava al 18 aprile – le modifiche alla circolazione fino al 31 maggio. Lì, i lavori – che comprendono il ripristino stradale, la realizzazione di un tratto di pista ciclabile e la sostituzione di un tratto della rete dell’acquedotto all’interno del quartiere – sono in ritardo per un altro motivo.
“Abbiamo riscontrato dei problemi di interferenze tra sottoservizi che si sono rivelate un po’ più difficoltose del previsto – ha concluso l’assessore –. Ci sono delle reti che si intersecano, come quella dell’acquedotto e quella delle fognature, con un canale irriguo molto ampio. Quest’ultimo non è proprio un manufatto facile da spostare, dato ha delle pendenze e delle rigidità da mantenere. È stato privilegiato proprio il canale per irrigare, quindi è servita una proroga per dare più tempo alle maestranze”.