Condominio all’Arco d’Augusto, i dubbi di Area Democratica

27 Giugno 2024

E’ passato poco più di un anno dal rilascio del permesso di costruire (comunicato dal Comune di Aosta il 15 giugno 2023) e il condominio di 5 piani all’Arco d’Augusto torna a far parlare di sé. A sollevare nuovamente la questione è stata Area Democratica, in un incontro con i media tenutosi ieri, mercoledì 27 giugno, perché – come ha detto la consigliera regionale Erika Guichardaz – “ad oggi non abbiamo delle risposte” a quesiti su sette aspetti specifici del progetto e “con questa conferenza stampa lo diciamo e speriamo arrivino”.

I quesiti illustrati ai giornalisti (all’incontro è intervenuto anche il coordinatore Raimondo Donzel) riguardano: il rilascio di un titolo edilizio di nuova costruzione, la ricollocazione dei volumi, la verifica dei volumi, la destinazione d’uso, la realizzazione di un’autorimessa, la deroga al tetto in lose e il ruolo della Commissione edilizia. “La risposta sibillina che si ottiene ad ogni richiesta di chiarimento è: leggetevi gli atti. – ha sottolineato Guichardaz – E’ però proprio la lettura degli atti che non permette di capire”.

L’iter del progetto era stato complesso, perché più volte la Commissione edilizia del Comune di Aosta aveva espresso parere negativo sulla realizzazione del complesso (destinato a sorgere come intervento su immobili già esistenti), ma il “via libera” giunto dalla Soprintendenza regionale aveva condotto il comune a chiedere un parere legale: In questo, si evidenziava che “la competenza spetta in via esclusiva alla Soprintendenza” e sulla base di questo documento era arrivato infine il permesso a costruire.

“Nonostante la Commissione edilizia abbia dato quattro pareri negativi – ha sottolineato Guichardaz, nel permesso di costruire non troviamo motivazioni del rilascio. Se l’amministrazione prende una posizione diversa dalla Commissione, il parere va motivato. Così non è”. Oltretutto, nel ricordare che, concedendo il permesso, “il Comune di Aosta sollevava però anche delle criticità sull’applicazione del ‘Piano casa’”, Guichardaz ha sottolineato che “è come se il ‘Piano casa’ potesse derogare anche su altre leggi”.

Nella conferenza è stato portato ad esempio il fatto che “abbiamo un edificio che si affaccia sul monumento più importante di Aosta che ora ha il tetto in lose, ma è stata data una deroga anche a quell’aspetto”. Il punto, per Area Democratica, è che “vogliamo che tutti i cittadini siano trattati allo stesso modo. Se oggi c’è una deroga al tetto in lose, dovrà essercene una anche un domani per chi vorrà rifare il tetto in centro storico. Deve esserci parità di trattamento”.

Il nuovo edificio, la cui proposta progettuale conta cinque piani, rientra nel 35% di aumento dei volumi consentito dal Piano casa. Al riguardo, la consigliera Guichardaz ha però spiegato che una bozza di delibera regionale, arrivata da poco e “che va a precisare alcuni aspetti” del documento “consentirà solo l’aumento di un piano, una buona notizia”. Il giudizio della consigliera è comunque negativo perché “per noi non è sufficiente una bozza di delibera, credo siamo tra i pochi in Italia ad avere Piano casa e non una legge di rigenerazione edilizia”.

Peraltro, “la pianificazione andrebbe presa in considerazione in modo più importante. La Regione avrebbe anche lo strumento dell’annullamento dei provvedimenti comunali”, ma “dal 1998 ad oggi non ce n’è mai stato uno”. “Mi si boccia una mozione e l’Assessore dice che i consiglieri possono accedere agli atti e avere spiegazioni dai dirigenti. – ha concluso Guichardaz – E’ da mesi che chiedo questi chiarimenti, è da mesi che non ne ho”.

“Era l’unico atto legittimo da compiere”

29 giugno 2023 – di Silvia Savoye

Condominio Arco d’Augusto.

“Ha ancora senso che la Commissione Edilizia analizzi progetti soggetti a vincolo paesaggistico con parere positivo della Soprintendenza? Che valore possono avere i dinieghi su precedenti istanze edilizie rilasciati a seguito di parere favorevole della soprintendenza e negativo della Commissione edilizia? Potrebbero sussistere i presupposti di richieste di danni da parte del richiedente del titolo che si è visto negare il permesso di costruire?” Sono alcune delle domande che nei giorni scorsi la Commissione edilizia del Comune di Aosta, guidata dall’Architetto Marco Curighetti ha portato sul tavolo della V Commissione comunale riunitasi per affrontare la vicenda del condominio a cinque piani che verrà realizzato all’Arco di Augusto. Dubbi che oggi il vicepresidente di Forza Italia VdA Renato Favre ha riportato in Consiglio comunale, presentando una mozione sulla vicenda, poi respinta dalla maggioranza.

L’iter del progetto

Proprio in V Commissione nei giorni scorsi la Commissione edilizia ha ricostruito quanto accaduto negli ultimi tre anni. La bozza del progetto è stata analizzata dalla stessa Commissione per la prima volta nel maggio del 2021, che ha subito evidenziato come criticità l’impatto  negativo dell’impianto plani volumetrico proposto sul tessuto urbano del centro storico. In particolare veniva evidenziata l’inopportunità di “concentrare la volumetria disponibile in unico fabbricato di cinque piani a ridosso dell’edificio di pregio, la cui sagoma sarebbe andata a coprire il “cono visivo” sul campanile di Sant’Orso per tutto lo spazio della piazza dell’Arco d’Augusto fino al parcheggio pubblico difronte alla scuola”. Il parere unanime della commissione edilizia,  è arrivato il 17 giugno 2021. Nel dicembre dicembre 2021 il progetto, a seguito della richiesta del rilascio del titolo abilitativo, viene riproposto alla Commissione. “Dall’analisi degli elaborati, si constata, con stupore che nonostante gli incontri e i sopralluoghi” richiesti dall’Amministrazione comunale “nessuna delle indicazioni avanzate è stata presa in considerazione da parte dei soggetti proponenti”. Da qui il secondo parere negativo all’unanimità trasmesso ai soggetti proponenti “contestualmente alla lettera di diniego dell’istanza da parte del responsabile del procedimento”, ovvero il funzionario comunale.
Nel marzo scorso è arrivata poi una nuova istanza edilizia. Gli elaborati analizzati in Commissione “ripropongono la medesima tipologia e impostazione plani volumetrica del progetto del 2021” ma questa volta il progetto è “già munito del nulla osta rilasciato da parte della Soprintendenza”. Il parere unanime e negativo della Commissione edilizia però non cambia. L’Amministrazione comunale di fronte a due pareri contrastanti decide, quindi, di richiedere un parere legale che evidenzia come “la competenza spetta in via esclusiva alla Soprintendenza, tanto che un possibile diniego basato su una valutazione contraria rispetto a quanto espresso dalla stessa potrebbe essere ritenuto illegittimo per competenza”. Nei giorni scorsi è arrivato quindi il rilascio del Titolo Abilitativo da parte degli Uffici Comunali.

“Fatte le verifiche del caso e verificato che ciò che andava verificato è stato compiuto, questo era l’unico atto legittimo che era possibile compiere” ha evidenziato oggi in consiglio comunale il sindaco di Aosta Gianni Nuti, che ha anche sottolineato come il progetto sia stato “rivisto varie volte in termini migliorativi sotto il profilo estetico e della compatibilità urbanistica e dell’impatto”.
Poi l’affondo sulla legge casa e l’annuncio della “notizia recentissima, che anche grazie alle nostre sollecitazioni, sta per iniziare un percorso legislativo di revisione” della normativa. “La responsabilità politica è stata chiedere un intervento di modifica della disciplina” gli ha fatto eco l’Assessore alla pianificazione territoriale Loris Sartore.

Parole che non hanno convinto i promotori della mozione. “Se l’amministrazione comunale avesse voluto – ha replicato il vicepresidente Renato Favre di Forza Italia – avrebbe potuto limitare l’intervento, andando a redigere una variante di dettaglio sulla zona per imporre alcuni limiti, come quelli volumetrici. ” Poco prima Favre aveva ricordato come “da almeno dieci anni gli uffici tecnici del comune hanno valutato proposte di intervento sull’area dell’Arco di Augusto, cercando di rimbalzare il problema della tutela dell’area senza però mai assumere determinazioni nel merito, segno che probabilmente era un falso problema e che gli interessi convergenti sull’intervento urbanistico erano ben noti sin da quando è stata redatta la classificazione del fabbricato”.

Posizione di astensione per il gruppo Lega Vda.  “Siamo sempre stati per la riqualificazione – ha detto il capogruppo Sergio Togni – e personalmente ho sempre apprezzato la legge casa che permette di intervenire in quello che muore se ingessato: il centro storico”. “Ritengo che il meglio è peggio del bene. Non mi piacerà al 100% questo intervento ma sono sicuro che sarà un passo avanti rispetto al presente, che assolutamente non mi piace”.

Via libera alla costruzione

15 giugno 2023

Il condominio di 5 piani all’Arco d’Augusto si farà. Il permesso di costruire è arrivato. A darne notizia è la stessa amministrazione comunale in una nota, che spiega come lo stesso sia ora stato trasmesso allo sportello unico degli enti locali (Suel) che lo ha inoltrato ai richiedenti il 13 giugno scorso.

Il progetto, che prevede un ampliamento fino al 35% del volume preesistente, era stato per due volte bocciato dalla Commissione edilizia del Comune.
E oggi l’amministrazione comunale di Aosta si dice d’accordo con le “conclusioni critiche” espresse dalla Commissione edilizia “circa l’inserimento “fuori scala” del nuovo edificio, cui avrebbe preferito una diversa articolazione volumetrica”. Rinnovando la fiducia alla Commissione l’Amministrazione evidenzia come ai comuni “dovrebbe essere data la possibilità, nella fase istruttoria dell’iter amministrativo, di ricercare un accordo tra l’organo consultivo e quello preposto alla tutela al fine di individuare il giusto ed equilibrato inserimento dei volumi potenzialmente ammissibili.” Inoltre il Comune, anche alla luce del contestato progetto dell’Arco d’Augusto, invita il Consiglio regionale a “intervenire con una misura correttiva della legge regionale 24/2009 (Nda la legge casa) tale da impedire un aumento volumetrico così rilevante nei centri storici in tutta la Valle d’Aosta che rischia, in alcuni casi, di compromettere lo sviluppo armonico della trama edilizia e le esigenze di tutela del patrimonio architettonico”.

Il progetto presentato dalla società l’Arco d’Augusto, ricorda infatti il Comune di Aosta, rispetta la normativa vigente e “osserva le disposizioni date da parte dell’organo preposto alla tutela, circa il rispetto delle visuali su altri monumenti vicini, in particolare sul campanile della Collegiata di Sant’Orso; pertanto, un diniego da parte degli uffici sarebbe risultato illegittimo”.

La zona dell’Arco di Augusto in cui sorgerebbe il condominio

Nel tempo erano state presentate al Comune di Aosta diversi progetti sull’immobile che ha cambiato proprietà più volte. “L’ultima proposta progettuale è stata sottoposta all’esame della Commissione edilizia il 16 marzo scorso.” ricorda il comune di Aosta –  A tale proposito, l’Amministrazione comunale sottolinea che il contesto urbanistico e architettonico del centro storico e l’affaccio verso uno dei principali monumenti della città con i conseguenti vincoli hanno richiesto la massima attenzione. Si sa che è difficile armonizzare nuovi interventi edilizi con le preesistenze storiche in contesti sensibili. Il mantenimento del tessuto edilizio e delle caratteristiche stratificate nel tempo presuppongono interventi di restauro o risanamento conservativo, tali da garantire la continuità dell’edificato e la leggibilità del tessuto urbano”.

Condominio all’Arco d’Augusto, Erika Guichardaz: “Sembra un palazzo vista mare”

Il condominio della discordia all’Arco d’Augusto

31 marzo 2023 

Pensiamo a una nuova idea della nostra città”. Qualcuno, forse, avrà notato il cartellone affisso nei pressi dell’Arco di Augusto e magari, mosso dalla curiosità, avrà provato a chiamare o a scrivere ai contatti indicati. Avrà quindi a questo punto scoperto di un progetto di riqualificazione dell’area, concepito tempo fa, ma fino ad oggi rimasto nelle matite dei progettisti e nei cassetti dei burocrati. Perché su quell’idea non tutti hanno la stessa idea.

“Andremo a riqualificare il fabbricato basso, di pregio, dove una volta c’era il tabacchino” racconta Cesarino Collé, progettista della Copaco. “L’altro fabbricato adiacente, in base al piano casa, verrà demolito e ricostruito. I piani terra verranno destinati a attività commerciali, mentre il resto saranno appartamenti”. Sette in tutto quelli che verranno realizzati. “Ci sarà un piccolo incremento volumetrico”.

Proprio quest’ultimo sembra non convincere la Commissione edilizia del Comune di Aosta che per due volte ha già bocciato il progetto relativo a questo condominioCome sta accadendo a Cervinia, il condominio di quattro piani con ampi balconi e un piano terra destinato ad attività commerciali è al centro di accese discussioni, al momento confinate nelle stanze dell’amministrazione e della politica.

Il progetto di iniziativa privata era stato presentato circa tre anni fa. “È una cosa vecchia, l’abbiamo autorizzato tre o quattro anni fa e poi la Commissione edilizia del comune di Aosta non era d’accordo su questo intervento” racconta la Soprintendente ai Beni culturali Cristina De la Pierre. “Erano state fatte altre proposte – continua – ma anche quelle non andavano bene, e la commissione non ha dato soluzioni alternative”.

“Il progetto è stato visto in maniera approfondita più volte e analizzato in maniera dettagliata come facciamo sempre. Posso solo dire che abbiamo rilasciato un parere unanime” si limita a dichiarare il Presidente della Commissione edilizia del Comune di Aosta Marco Curighetti.

Nessun commento al momento da parte del sindaco Gianni Nuti, che, dopo il suo insediamento in piazza Chanoux scelse proprio di ripristinare la Commissione edilizia, organo tecnico consultivo del Comune in materia edilizia ed urbanistica, lanciando un bando di selezione destinato a professionisti.

Bocciato una prima volta, oltre che dalla Commissione, anche dai dirigenti comunali, il progetto è stato ripresentato alcuni mesi fa. Ed è ora è in attesa dell’eventuale via libera“. L’ampliamento di questo fabbricato, ora di tre piani, entro il limite del 35% di volume dell’immobile è consentito dalla legge regionaleCasa del 2009, sulla quale da più parti vengono segnalate criticità.

“Come capitato a Cervinia, anche qui c’è la possibilità di fare un ampliamento – dice ancora la Soprintendente De La Pierre -. Noi abbiamo più che altro guardato che rimanesse la visuale sul campanile di Sant’Orso. Sono stati fatti due sopralluoghi per vedere con l’Amministrazione se ci fossero altre soluzioni, ma era difficile. Il sindaco mi ha detto che la commissione edilizia non è d’accordo, ma ad un certo punto bisogna dare delle alternative. La palla è ora al Comune”.

Ed il Comune nei prossimi giorni dovrà esprimersi. E a quel punto si scoprirà la nuova idea della nostra città.

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