“Abbiamo preso il guard-rail, poi non ricordo più nulla”: superstite racconta l’incidente sull’A26

18 Settembre 2018

“Tornavamo da un lavoro a Genova. Era un sabato sul tardi. Il nostro titolare era alla guida del furgone a sette posti. Io e lui davanti, dietro Romeo Ciumurtan e mio fratello Florin”. Inizia così il racconto di Ioan Barariu, 39 anni, uno dei tre operai romeni coinvolti nell’incidente stradale verificatosi sull’autostrada Genova-Gravellona Toce (A26), la sera dello scorso 28 luglio, costato la vita ad uno di loro. Il volante era nelle mani di Enrico Goglio, 48enne titolare di un’impresa edile, residente a Saint-Vincent, che è ora indagato per omicidio stradale dalla Procura di Alessandria (pm Marcella Bosco).

Superata da poco l’uscita di Ovada e non lontano dallo svincolo per la A7, nel territorio di Predosa, all’Iveco Daily su cui viaggiavano i quattro, ricorda ancora il sopravvissuto, “scoppiava la gomma posteriore sinistra”. “Avevamo il cassone pieno di pietre, puntelli e altro materiale edile. – continuano a riaffiorare i ricordi di Barariu – Abbiamo iniziato a sbandare e il conducente a frenare. Dalla terza corsia siamo arrivati a prendere in pieno il guard-rail sulla destra, dopo 198 metri di frenata, come confermato anche da un perito”.

Dopo lo schianto, il mezzo esce di strada, finendo nella scarpata che separa la A26 dalla circonvallazione di Predosa. Buona parte del materiale trasportato si sparge nel prato circostante. Di quegli attimi, Barariu non ricorda “più niente fino all’arrivo dei soccorsi” sanitari, intervenuti assieme alla Polstrada di Belforte Monferrato, cui è affidata l’indagine. Romeo Ciumurtan, 44 anni, rimane incastrato tra le lamiere e muore. “Io – aggiunge Ioan – sono stato recuperato in codice rosso, dopo un volo di 20 metri” fuori dall’abitacolo. Le ambulanze conducono in ospedale anche Florin Barariu (45) e il conducente, feriti in modo più lieve.

Io ho riportato la frattura del femore destro, di tutte le costole e di tre vertebre” incalza l’operaio, assistito a livello legale – come il fratello – dall’avvocato Davide Sciulli. “Dopo due interventi all’ospedale di Alessandria, ora sono a Saint-Pierre a fare il recupero” si chiude il racconto dell’uomo. Era uno dei sabati del “grande esodo” e vorrebbe tanto trovarsi a dire di un viaggio verso il mare, per un periodo di riposo, come centinaia di altre persone. Purtroppo, è andata diversamente.

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