Area megalitica, la Regione dovrà pagare 3,5 milioni alle imprese costruttrici
A più di sette anni dai fatti si è chiusa, al Tribunale delle imprese di Torino, la causa tra la Regione e il Consorzio Cooperative Costruzioni di Bologna sugli oltre 17 milioni di euro di riserve chieste dall’azienda all’ente pubblico, per la realizzazione dell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, ad Aosta. I giudici hanno accolto parzialmente le richieste economiche della società, condannando piazza Deffeyes a pagare al Consorzio 3.420.969,12 euro. A carico dell’amministrazione è stato posto anche il rimborso alla ditta di 48.700 euro di “spese di lite”.
Nel dettaglio, sono state ritenute fondate due delle oltre circa dieci riserve indicate dall’impresa, quelle relative alla reiterata introduzione di varianti al progetto, che ha così presentato uno sviluppo anomalo. Il consorzio bolognese, nel 2005, si era aggiudicato i lavori per il secondo e ultimo lotto dell’area megalitica (dal valore di oltre 14 milioni di euro). Alla sesta variante, con lo slittamento continuo del termine dei lavori (inizialmente stabilito per il 2008, quindi spostato al maggio 2011), i rapporti tra impresa e l’amministrazione si erano irrigiditi.
Nel marzo 2014, la Regione era giunta alla rescissione del contratto con l’aggiudicataria, sostenendo che la società si fosse rifiutata di eseguire “gli interventi necessari ed indispensabili per la conservazione, integrità e collaudo dell’opera, previsti in una perizia di variante tecnica, senza aumento dell’importo del contratto stipulato”. Con l’annullamento contrattuale, finalizzato a tornare in possesso del cantiere ed ultimare i lavori, alla società erano state applicate anche delle penali, addebitandole il mancato adempimento agli obblighi sottoscritti.
Una decisione cui il Consorzio Cooperative Costruzioni si era opposto, prima con un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (respinto dalla magistratura amministrativa), quindi con una causa civile al Tribunale di Aosta. Quest’ultima, tuttavia, non è giunta ad un pronunciamento. Nell’ottobre 2016, gli avvocati del Consorzio avevano aderito all’eccezione sollevata dall’avvocatura regionale per cui la controversia, riguardando un appalto superiore alla soglia di 5 milioni di euro, fosse materia rientrante nella competenza del Tribunale delle imprese di Torino.
Nel contestare la contabilizzazione delle opere attuata dalla parte regionale, l’impresa chiedeva di accertare e dichiarare la fondatezza e la congruità “dei valori riportati di 14.622.076 euro oltre alla disapplicazione delle penali per 2.755.720 euro”, quindi di “condannare la Regione al pagamento dell’importo complessivo di 17.377.796 euro”. I giudici torinesi, riassunta la causa, hanno disposto una consulenza tecnica sullo sviluppo dei lavori, giungendo alla conclusione che le pretese economiche dell’azienda fossero fondate solo in parte.