Casinò, per gli imputati “la giustizia ha fatto il suo corso”

Le reazioni di politici e tecnici alle assoluzioni pronunciate dal Gup Paolo De Paola. Unanime la soddisfazione. Da parte degli ex assessori, il riferimento all’“aver messo i soldi per ristrutturare” il Casinò, “sennò sarebbe già chiuso”.
Casinò  - Perron e Margueret.
Cronaca

Sono tutte improntate alla soddisfazione le impressioni “a caldo” degli imputati assolti nel procedimento sui 140 milioni di finanziamenti regionali al Casinò. Il primo dei coinvolti nelle indagini a lasciare l’aula, subito dopo che il Gup Paolo De Paola ha pronunciato le assoluzioni “perché il fatto non sussiste” per politici, manager e tecnici, è il revisore dei conti Jean-Paul Zanini (assistito dall’avvocato Maria Rita Bagalà). Dopo quattro udienze, il commercialista non nasconde la fretta di abbandonare il terzo piano del tribunale, quasi a buttarsi alle spalle al più presto l’accaduto, e concede ai cronisti un semplice, quanto eloquente: “La giustizia ha fatto il suo corso”.

Visibilmente emotiva anche la reazione dell’altro sindaco, Laura Filetti, difesa dallo stesso legale del collega. Si dice “contenta e sollevata” e sottolinea come “la squadra di avvocati che abbiamo avuto è eccezionale”. Per lei, la sentenza segna la “fine di un periodo più che difficilissimo”. Nello sciamare di imputati, legali e magistrati, l’ultimo componente del Collegio Sindacale a processo, Fabrizio Brunello, riesce a dribblare i cronisti. Per lui si esprime il difensore Corrado Bellora, manifestando “soddisfazione per l’esito”, anche perché si è trattato di “una causa difficile e complessa”.

Molto meno inclini a sottrarsi a microfoni e telecamere, i tre politici a giudizio, che erano accusati di truffa aggravata. L’ex presidente della Regione, Augusto Rollandin non nasconde che “per noi questa era una croce”. Sostiene poi che l’Esecutivo da lui presieduto all’epoca, attraverso i finanziamenti erogati, aveva “messo i soldi per ristrutturare” il Casinò, “sennò sarebbe già chiuso da quattro anni”. In sintesi, “siamo molto contenti, insieme ai colleghi, per aver potuto superare questa impasse difficile”.

Ego Perron, già assessore alle finanze nel periodo scandagliato dall’inchiesta (poi sospeso dal Consiglio Valle per la condanna nel processo sulla sede della Bccv), ritiene “oggi inequivocabile, dopo tanto tempo sulla graticola, che abbiamo sempre operato per il bene della Regione, non infrangendo alcuna regola, cercando semplicemente di salvaguardare un’azienda che è stata ed è un patrimonio per questa comunità”. Un’azienda “che dà lavoro a settecento persone e produce ancora degli introiti e un indotto positivo”. In questo senso, secondo Perron, “in quella fase abbiamo fatto tutto il possibile per mantenere in piedi la sua occupazione e la sua produttività”.

Il primo pensiero dell’esponente di Epav Mauro Baccega, anch’egli assessore con delega alla Casa da gioco tra il 2012 e il 2015, è per un’assoluzione che implica la fine di “mesi difficili, nei quali siamo andati spesso sui giornali per aver compiuto il nostro dovere fino in fondo”. “Abbiamo finanziato come dovuto, come abbiamo finanziato altre aziende, – dichiara ai giornalisti – un’azienda che era in difficoltà e questo non può esser considerato una truffa Era il nostro lavoro, il nostro compito cercare di sostenere il Casinò”.

“Quello che è successo successivamente”, aggiunge Baccega, riferendosi alle pagine più recenti della storia del Casinò, “sarà un’altra storia”. Tuttavia, “quello che noi abbiamo fatto come Giunta Rollandin, relativamente agli impegni assunti con la Casinò, sono stati impegni estremamente regolari, conformi alla legge, tutti giustificati dagli accertamenti fatti dagli uffici, da Finaosta, che hanno portato ad assumere delle deliberazioni estremamente corrette”. Insomma, “questa accusa di truffa era estremamente pesante e siamo lieti di esserne usciti a testa alta, per il momento”.

Per Rollandin e Baccega, entrambi ancora oggi in Consiglio regionale nel gruppo dell’Union Valdôtaine, l’assoluzione (per quanto entrambi siano stati condannati nella causa alla Corte dei Conti, sempre sui finanziamenti alla Casa da gioco) “allarga” l’orizzonte individuale rispetto alla situazione tutta da ricomporre dell’Assemblea regionale, chiamata a fare i conti con una Giunta sprovvista di due componenti e una maggioranza, quella sì, in palese decozione. Domani sarà un nuovo giorno e si vedrà.

Anche per il pm Eugenia Menichetti, che ha incassato, lasciando silenziosamente il terzo piano del Tribunale, il verdetto integralmente negativo alle tesi sostenute dalla Procura, nonostante l'”affondo” tentato ancora oggi con la richiesta di acquisizione dell’istanza di fallimento della “Casinò de la Vallée” SpA depositata ieri dal collega sostituto Luca Ceccanti. Il Gup ha stabilito il deposito delle motivazioni del suo verdetto in settanta giorni. Dopo averle lette, l’ufficio inquirente deciderà se presentare ricorso in Appello. Intanto, ad eccezione dell’ex au Luca Frigerio, che per effetto del rinvio a giudizio dovrà affrontare un dibattimento pubblico (in data ancora da definire) per truffa aggravata, le luci sfumano sulla sentenza più attesa del 2017.

 

0 risposte

  1. Ora qualcuno può spiegare agli umili cittadini come si può passare da una sentenza di condanna al risarcimento totale di un danno erariale (emessa dalla Corte dei Conti solo pochi giorni fa) ad una sentenza di piena assoluzione perchè “il fatto non sussiste”? Personalmente mi sento un po’….disorientato…

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