Il decreto legge "Cresci Italia" varato dall’allora Governo Monti è incostituzionale, nella parte in cui prevede un ulteriore concorso alla finanza pubblica da parte delle Regioni a statuto speciale, integrativo rispetto a quanto già previsto nelle precedenti manovre statali.
A stabilirlo è oggi la Corte Costituzionale accogliendo il ricorso presentato dalla Regione Valle d’Aosta. L’amministrazione regionale aveva in particolare impugnato l’articolo 35, comma 4 del decreto legge che prevede che "in relazione alle maggiori entrate rivenienti nei territori delle autonomie speciali dagli incrementi delle aliquote dell’accisa sull’energia elettrica, a seguito della cessazione dell’applicazione dell’addizionale comunale e provinciale all’accisa sull’energia elettrica, il concorso alla finanza pubblica delle Regioni a statuto speciale e delle Province autonome di Trento e Bolzano è incrementato di 235 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2012, con conseguente accantonamento, dell’importo complessivo del contributo delle autonomie alla finanza pubblica, a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali." La norma prevede inoltre che "la quota di maggior gettito pari a 6,4 milioni annui a decorrere dal 2012 resta acquisita al bilancio dello Stato"
Nel ricorso davanti alla Consulta la Regione ha sottolineato come l’articolo andava a ledere le proprie prerogative "in quanto prevede, senza alcun criterio di proporzionalità, quote di tributi propri della Regione riservati all’Erario, accantonamenti a valere sulle quote di compartecipazione ai tributi erariali spettanti alla Regione e un ulteriore concorso alla manovra finanziaria a carico della Regione, in contrasto con le disposizioni statutarie e la normativa di attuazione in materia di rapporti finanziari con lo Stato e il principio consensuale che deve presiedere la regolamentazione dei rapporti finanziari tra lo Stato e la Regione Valle d’Aosta." Ragioni accolte oggi dalla Corte Costituzionale che nel bacchettare lo Stato ricorda come la maggiore entrata determinata dall’eventuale aumento dell’accisa possa "essere riversata, in tutto o in parte, allo Stato a copertura di nuove o maggiori spese che sono da effettuare a carico del bilancio statale e con una specifica determinazione ministeriale sulla misura del “riversamento”, che deve essere adottata d’intesa con il Presidente della Giunta regionale."