Controllava l’ex con il Gps dell’auto, 46enne condannato per stalking
La loro relazione era finita nel novembre 2013, dopo 13 anni insieme. A quel punto, per usare le parole della sua ex convivente, "la situazione è andata peggiorando. Ha continuato a comportarsi male nei miei confronti". La donna, quando la situazione si è fatta insostenibile, ha trovato la forza di denunciarlo e oggi Andrea Scalas, 46 anni, è stato riconosciuto colpevole di stalking dal giudice monocratico del tribunale di Aosta Marco Tornatore, che lo ha condannato a sei mesi di reclusione.
La pena sarà sospesa se l’uomo risarcirà la parte lesa con undicimila euro, entro tre mesi dall’irrevocabilità della sentenza. Gli atti persecutori, secondo l’accusa, sarebbero andati avanti, per dodici mesi, dal dicembre 2013, a Gressoney-La-Trinité. I due non erano più insieme, ma "lui si era trasferito a pochi metri da dove era prima" e la coppia continuava ad avere interessi comuni nella gestione di un albergo. Tra le contestazioni mosse a Scalas, il fatto di aver pronunciato, ripetutamente, frasi ingiuriose alla donna, anche in presenza della clientela del locale. "Mi insultava davanti a tutti, – ha raccontato lei – dicendomi: ‘non vali nulla. Il lavoro che fai non vale nulla".
In altri degli episodi che hanno condotto al processo, l’uomo sarebbe arrivato a controllare gli spostamenti di lei attraverso il gps installato sulla sua auto, un’Audi A6, che l’ex convivente usava ogni giorno. Un quadro accusatorio che la difesa dell’imputato ha respinto, negando ogni addebito. L’accusa era rappresentata dal pubblico ministero Sara Pezzetto.