Al via con un rinvio l’udienza sui lavori per la pista della Coppa del mondo a Cervinia
Gli avvocati difensori hanno depositato della documentazione e la Procura ha chiesto tempo per esaminarla e approfondirne il contenuto. E’ la sintesi dell’udienza pre-dibattimentale tenutasi oggi, giovedì 17 ottobre, al Tribunale di Aosta e relativa al procedimento nato dalle indagini sui lavori per la pista che, tra Italia e Svizzera, ai piedi del Cervino, avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino nel 2022 e nel 2023.
Quanto depositato dai legali delle quattro persone cui il pm Giovanni Roteglia muove addebiti consta, in parte, di indagini difensive svolte dagli avvocati e, in parte, di documentazione amministrativa relativa al ciclo delle opere. Agli indagati viene contestata, in particolare, la realizzazione, ritenuta irregolare, di uno scavo trasversale sulla lingua del ghiacciaio, da 330 metri di lunghezza e 8 di larghezza.Il giudice ha disposto l’aggiornamento dell’udienza al prossimo 5 febbraio.
Gli indagati sono Federico Maquignaz, presidente e ad (recentemente confermato) della Cervino Spa, società di gestione degli impianti sul versante italiano; colui che l’ha preceduto alla guida dell’azienda, Herbert Tovagliari e l’operatore della pala meccanica che ha scavato (tutti difesi dall’avvocato Corrado Bellora), nonché lo svizzero Franz Julen, presidente del Comitato organizzatore e anche degli impianti di risalita di Zermatt, assistito dall’avvocato Federico Fornoni.
Lavori per la pista della Coppa del mondo a Cervinia, quattro indagati
4 giugno 2024 – Ore 19.54
Per la Procura di Aosta, nei lavori per la pista che tra Italia e Svizzera avrebbe dovuto ospitare la Coppa del mondo di sci alpino nel 2022 e nel 2023, è stato commesso un reato ambientale. Chiusa l’inchiesta, sono quattro le persone nei confronti delle quali il pm Giovanni Roteglia, titolare del fascicolo, formula addebiti. In particolare, agli indagati viene contestata la realizzazione, senza autorizzazioni, di uno scavo trasversale alla lingua del ghiacciaio, da 330 metri di lunghezza e 8 di larghezza.
Gli indagati sono Federico Maquignaz, presidente e ad della Cervino Spa, società di gestione degli impianti sul versante italiano; colui che l’ha preceduto alla guida dell’azienda, Herbert Tovagliari, e l’operatore della pala meccanica che ha scavato (difesi dall’avvocato Corrado Bellora), nonché lo svizzero Franz Julen, presidente del Comitato organizzatore (assistito dall’avvocato Federico Fornoni) e anche degli impianti di risalita di Zermatt.
Gli approfondimenti investigativi erano scattati su iniziativa della Procura, guidata da Luca Ceccanti, dopo le notizie sulle polemiche che, nell’autunno 2023, avevano accompagnato i lavori sul versante svizzero del tracciato. Ad indagare è stato il Corpo Forestale della Valle d’Aosta. La pista “Gran Becca” presenta uno sviluppo che va dai 3.720 metri della Gobba di Rollin, oltre il confine italiano, ai 2.835 metri dei laghi di Cime Bianche.
Il suo percorso è per lo più su ghiacciaio e, per due terzi, si trova sul territorio italiano. Le competizioni in programma per i due anni non si sono mai tenute. Nel 2022 sono saltate per la mancanza di neve, mentre l’anno scorso – dopo essere state posticipate – a non far dare il via sono state le abbondanti precipitazioni e il vento forte. Per il futuro, il “Matterhorn Cervino Speed Opening” non è più stato calendarizzato dalla federazione internazionale.
“Noi respingiamo ogni addebito, riteniamo di aver operato nel pieno rispetto della legalità” è il commento dell’avvocato Corrado Bellora, difensore del presidente Maquignaz, del suo predecessore Tovagliari e dell’operatore della pala meccanica. Secondo l’accusa, sarebbe una pista di collegamento, tra quella principale e il ghiacciaio di Plateau Rosà, a non risultare tra i progetti autorizzati. La contestazione agli indagati è legata al Codice dei beni culturali e del paesaggio, riguardo alle “opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa”.
Alcune associazioni ambientaliste, in Svizzera, avevano denunciato la situazione, ottenendo nell’autunno 2023 uno stop parziale di alcuni lavori. Il Comitato organizzatore aveva assicurato la volontà di procedere alla “dovuta correzione”, senza variazioni al percorso sul piano sportivo. In Valle, la questione era stata sollevata in Consiglio Valle, dal gruppo di Progetto Civico Progressista, con riferimento all’opportunità di intervenire sui ghiacciai, a fronte anche dei moniti della comunità scientifica sul “climate change”.
Matterhorn Cervino Speed Opening, indaga la Procura
27 ottobre 2023
Prima degli atleti, sulla Matterhorn Cervino Speed Opening scende in pista la Procura della Repubblica. L’ufficio inquirente ha aperto un fascicolo (un “modello 45”, per “atti non costituenti notizia di reato”) sui lavori preparatori, sul versante italiano, della pista destinata ad ospitare il doppio weekend di gare di Coppa del Mondo di sci alpino. Una nuova pagina extra-sportiva si aggiunge così a quelle che, nelle ultime settimane, hanno fatto parlare della manifestazione.
La temperatura sale in Valle
Dopo l’azione di alcune associazioni ambientaliste svizzere, che avevano ottenuto dalle autorità vallesane lo stop parziale ai lavori eseguiti al di fuori del comprensorio sciistico sul versante elvetico del ghiacciaio del Teodulo (svelando che parte dei lavori e della pista si trovassero al di fuori delle zone autorizzate), la temperatura attorno alle competizioni ai piedi della “Gran Becca” è salita gradualmente anche in Valle d’Aosta.
Prima, un comunicato stampa di Cipra Italia, che si era chiesto se “al di là del danno ambientale”, in una “sana economia ha senso che un’industria, per il bene del Paese necessariamente proiettata verso il futuro, insista con investimenti consistenti che non hanno speranza di futuro”. Poi, un question time in Consiglio Valle della consigliera Erika Guichardaz di Pcp.
La risposta in Consiglio Valle
Alla domanda ha risposto in aula, l’altro ieri, l’assessore Luigi Bertschy, evidenziando che sul lato valdostano del Cervino la società “come già l’anno scorso, ha lavorato per tempo per ottenere tutti i permessi e le autorizzazioni”. Ammettendo che “le immagini delle ruspe hanno fatto molto scalpore”, l’esponente della Giunta ha aggiunto che “da tempo ormai in tutti i ghiacciai sul territorio svizzero e anche altrove avviene questa operazione meccanica di chiusura dei crepacci con lo spostamento della neve per garantire la sicurezza di sciatori e degli operatori”.
La risposta dell’Assessore non ha soddisfatto VdA Aperta, che ha annunciato di voler chiedere “tutta la documentazione disponibile, perché ci pare impossibile che qualcuno abbia regolarmente autorizzato questo scempio”. Un dibattito serrato, insomma, anche perché – seppur gli attori ad oggi non ne abbiano fatto diretto riferimento – l’entità economica della preparazione della gara non è indifferente.
Il quadro economico dell’evento
Lo si ricava, tra l’altro, nella relazione al bilancio della Cervino SpA chiuso al 31 maggio 2022. Parliamo dello scorso esercizio, quello in cui avrebbero dovuto tenersi le gare, poi saltate per le condizioni meteo inadeguate. La preparazione, però, era andata avanti regolarmente e, nelle informazioni sui conti aziendali, alcune informazioni in proposito compaiono.
Nel documento si legge infatti che “già nel corso dell’estate 2021” la società “ha sostenuto un importante investimento, pari a 1,3 milioni di euro (parzialmente contribuito ai sensi della L.R. 6/2018 per un importo pari al 75% circa) , finalizzato a dotare la pista di gara non insistente su ghiacciaio di un impianto di innevamento programmato TechnoAlpin, in modo tale da garantire la produzione di una quantità di neve sufficiente a coprire la parte corrispondente di pista in circa 4 giornate i freddo”.
Cervino aveva poi individuato ed elencato gli interventi necessari alla realizzazione dell’evento: modellamento del terreno (per creare, in particolare, due tratti nel tratto terminale del tracciato); spietramento completo di due fasce di terreno oltre i margini della pista; bonifica della zona di ghiacciaio sulla quale realizzare la pista (da eseguire a cura della Zermatt Bergbahnen AG); realizzazione dell’impianto di innevamento programmato sul tratto terminale della pista; predisposizione di due zone di stoccaggio di neve per lo snowfarming; predisposizione di una linea aerea per il sostegno di vari cablaggi e installazione di cavi in fibra ottica per il segnale video fino al tv compound.
“Per tutte le attività sopra richiamate – continuava la relazione – si prevede una ripartizione delle spese con i colleghi di Zermatt Bergbahnen. Si stima che la quota prevista a carico di Cervino sia pari a 1,55 milioni di Euro per il primo esercizio 2022/3, mentre per gli esercizi successivi si stima un costo ripetitivo pari a 0,4 milioni anno”. Previsioni che, verosimilmente, avranno subito una rimodulazione con il saltare delle gare lo scorso anno, ma che restituiscono la portata dell’evento, tale da non rendere sorprendenti gli accertamenti (avviati d’iniziativa e non a seguito di esposti) della Procura.
Matterhorn Cervino Speed Opening, l’Assessore: tutti i permessi ottenuti sul lato valdostano
di Silvia Savoye
Sul lato valdostano del Cervino la società “come già l’anno scorso, ha lavorato per tempo per ottenere tutti i permessi e le autorizzazioni”. Sul doppio weekend di gare di Coppa del Mondo di sci alpino, la Matterhorn Cervino Speed Opening, l’Assessore regionale Luigi Bertschy rassicura l’aula, rispondendo ad un question time di Erika Guichardaz di Pcp. “Le immagini delle ruspe hanno fatto molto scalpore” – ha evidenziato Bertschy – ma da tempo ormai in tutti i ghiacciai sul territorio svizzero e anche altrove avviene questa operazione meccanica di chiusura dei crepacci con lo spostamento della neve per garantire la sicurezza di sciatori e degli operatori”.
“I lavori di preparazione della pista sono pressoché ultimati si sta provvedendo dalla posa delle reti” ha proseguito Bertschy. “I lavori stanno avanzando in maniera corretta nei due tratti italiani, una parte si realizza su una pista fatta solo per la Coppa del mondo, l’altra su un pista turistica, la 7bis della Ventina”.
Con le nevicate dei giorni scorsi per l’Assessore “si procede per raggiungere l’obiettivo che inseguiamo da tempo e che potrebbe dare alla nostra regione la possibilità di sviluppare una gara di grande livello, per chiedere poi di realizzare queste gare sempre più avanti nella stagione invernale visto il cambiamento climatico in atto”.
Nel frattempo a intervenire sulla vicenda è Cipra Italia che si chiede a quale prezzo si svolgeranno le due gare di coppa del mondo. “Siamo nel bel mezzo di un ghiacciaio, il ghiacciaio del Teodulo. Un corpo glaciale che come tutti gli altri presenti sulle Alpi è in forte sofferenza. Si pensi ai dati che abbiamo comunicato recentemente con Carovana dei Ghiacciai, la campagna internazionale di Legambiente in collaborazione con Cipra e che ha prodotto il Manifesto per i ghiacciai.”. Vanda Bonardo si domanda, quindi, “se negli atleti che sottoscrissero lo scorso anno la lettera alla FIS per richiamare l’attenzione sui cambiamenti climatici s’insinua il dubbio sul buon senso di quest’operazione? Questo grande luna park di alta quota riporta alla mente il gran ballo del Titanic, e non è retorica. Recenti studi ci raccontano di un tempo di 20-25 anni di sopravvivenza per lo sci da discesa nelle aree più in quota delle Alpi italiane ovvero quelle piemontesi e valdostane, per il resto delle montagne italiane finirà molto prima. Al di là del danno ambientale ci si domanda se in una sana economia ha senso che un’industria, per il bene del Paese necessariamente proiettata verso il futuro, insista con investimenti consistenti che non hanno speranza di futuro”.
Infine a stretto giro arriva la replica alle parole dell’Assessore Bertschy di Vda Aperta. “La risposta del governo regionale alla consigliera Erika Guichardaz non ci soddisfa per nulla. – scrive il movimento – Chiederemo tutta la documentazione disponibile, perché ci pare impossibile che qualcuno abbia regolarmente autorizzato questo scempio.” Per Vda Apsrta “non si possono spendere soldi per iniziative legittime e doverose come quelle di Fondazione Montagna Sicura per monitorare e tutelare i ghiacciai e poi autorizzare questo scempio”.
Matterhorn Cervino Speed Opening: verso una modifica del tracciato, gare non a rischio
24 ottobre 2023
di Orlando Bonserio
Nuova puntata della “telenovela” Matterhorn Cervino Speed Opening, iniziata la settimana scorsa con i ricorsi di parlamentari e associazioni ecologiste svizzere e proseguite con uno stop ai lavori imposto dalla Commission cantonale des constructions. La stessa CCC ha confermato oggi – secondo quanto riporta il quotidiano Le Temps – che parte dei lavori e della pista si trovano al di fuori delle zone autorizzate.
“Una parte della pista si trova nella zona dedicata allo sci ma al di fuori del perimetro omologato delle piste e un’altra parte della pista si situa al di fuori della zona dedicata allo sci”, scrive la Commissione edilizia in una lettera indirizzata agli organizzatori e riportata dall’articolo a firma Boris Busslinger e Grégoire Baur. Pertanto, la CCC impedisce fin da subito l’utilizzo di queste porzioni di pista a meno di una successiva eventuale autorizzazione.
La Commissione edilizia non ha ancora potuto effettuare il sopralluogo per accertare le irregolarità a causa del maltempo di questi giorni, ma ha comunque annunciato che si tratta di una superficie “molto limitata” e che “al momento” non c’è “un’interdizione generale di utilizzare la totalità della pista”.
In risposta, gli organizzatori hanno annunciato che non faranno ricorso e che “appena la situazione metereologica lo permetterà, una correzione del tracciato verrà effettuata senza che questa lo intacchi dal punto di vista sportivo”.
Intanto, da oggi a lunedì 30 ottobre sulle nevi di Cervinia ci sarà Dominik Paris per allenarsi.
Matterhorn Cervino Speed Opening: arriva lo stop parziale ai lavori
19 ottobre 2023
di Silvia Savoye
Stop parziale ai lavori per la preparazione della Coppa del mondo di sci alpino Matterhorn Cervino Speed Opening, eseguiti al di fuori del comprensorio sciistico sul ghiacciaio del Teodulo. Ad ordinarlo è la commissione cantonale dell’edilizia (CCC) del Vallese, alla quale si erano rivolti gli avvocati per il clima, per conto di Wwf, Pro Natura e Mountain Wilderness Schweiz, e due deputate del parlamento del canton Vallese, l’avvocata socialista Aude Rapin e la capogruppo dei Verdi, Céline Dessimo. Nel comunicato riportato dai media svizzeri la CCC ordina “lo stop immediato di tutte di tutti gli eventuali lavori sul ghiacciaio di Teodulo, a Zermatt, che sarebbero stati intrapresi al di fuori del perimetro del comprensorio sciistico omologato sul territorio svizzero”. Lo stop non riguarda invece i lavori in corso sul comprensorio sciistico, perché “contrario ai principi di proporzionalità”. Nell’annunciare l’intenzione di stabilire i fatti “in modo sistematico e rigoroso”, la CCC spiega che si recherà sul posto e prenderà provvedimenti “una volta accertati i fatti”.
La decisione della CCC , secondo gli organizzatori, non avrà ripercussioni sullo svolgimento delle gare dell’11 e 12 e del 18 e 19 novembre a Zermatt e Cervinia.
Franz Julen, presidente del comitato organizzatore evidenzia in una nota come “la preparazione del tracciato di gara nella zona sciistica del versante svizzero è stata completata ed è pronta per l’evento; di conseguenza le gare non sono in pericolo“.
Secondo il comitato la pronuncia “contiene ipotesi errate”.
Julen aggiunge: “Siamo convinti che tutto sia legale. Non abbiamo nulla da nascondere e negli ultimi giorni abbiamo sempre manifestato la nostra disponibilità a mostrare alle autorità la situazione in loco. Il comitato organizzatore locale auspica che la questione venga risolta il prima possibile in modo da fare chiarezza. Le sessioni di allenamento previste in vista delle gare di Coppa del Mondo inizieranno come da programma domenica prossima e si svolgeranno su piste di sci già esistenti e non interessate dall’attuale questione”.
Dalla Svizzera due ricorsi per fermare i lavori sulla pista del Matterhorn Cervino Speed Opening
18 ottobre 2023
di Orlando Bonserio
Un’inchiesta dei quotidiani svizzeri Le Matin e 20 Minutes potrebbe mettere in discussione lo svolgimento del Matterhorn Cervino Speed Opening? La questione è approdata alla Commission cantonale des constructions (CCC), con i ricorsi presentati da due parlamentari del Valais e da alcune associazioni ecologiste.
Tutto inizia il 15 ottobre, quando 20 Minutes pubblica un articolo ed un video sui lavori che a Zermatt, lato svizzero, stanno interessando il ghiacciaio del Teodulo per la costruzione della pista “Gran Becca” che ospiterà l’11-12 e 18-19 novembre le discese libere maschili e femminili. Gli autori del servizio rivelano come, dopo aver raccolto dati col GPS, questi lavori sconfinerebbero in aree non autorizzate alla pratica dello sci. Diversi legali interpellati indicano come non esistano deroghe su questo tema, tranne Philippe Lantermod, che parla di “margine di tolleranza”. Gli organizzatori non hanno fornito i documenti richiesti dai giornalisti, ma Franz Julen, presidente del Comitato organizzatore, è sereno ed assicura che tutte le autorizzazioni sono state concesse e rispettate sia lato svizzero che lato valdostano.
Quasi inquietante, per come è stata posta, la chiusura del servizio: “20 Minutes precisa ancora che, dalle informazioni ottenute dal Comune di Valtournenche, la pista sarebbe al di fuori dalla zona dedicata allo sci sulla parte italiana del ghiacciaio”. A far luce su questa frase è la Sindaca di Valtournenche, Elisa Cicco: “Al momento, la pista su quella parte di ghiacciaio è dedicata solo ed esclusivamente alle gare di Coppa del Mondo, le autorizzazioni ci sono. In seguito, con gli accorgimenti e adeguamenti necessari, potrà essere resa disponibile a tutti gli sciatori”.
A seguito dell’inchiesta dei due giornali, due deputate del Grand Conseil, l’avvocata e deputata socialista Aude Rapin e la capogruppo dei Verdi Céline Dessimoz, hanno inviato alla Commission cantonale des contructions ed al presidente del Consiglio del Valais, Christophe Darbellay, una raccomandata in cui chiedono lo stop ai lavori proprio per queste irregolarità. Secondo quanto rivelato dal quotidiano Le Nouvelliste, in possesso della lettera, le due deputate chiedono di far luce su quanto emerso rendendo pubblici i risultati e di fermare immediatamente i lavori fuori dalle zone autorizzate. Allo stesso modo, anche le associazioni ecologiste WWF, Pro Natura e Mountain Wilderness Schweiz, assistite da Avocat-e-s pour le climat, hanno chiesto lo stop. La CCC, secondo quanto dice ancora Le Nouvelliste, stabilirà la realtà dei fatti e, se ravviserà irregolarità, avvierà la procedura di vigilanza edilizia e avvierà le misure necessarie.