Domato un incendio a Nus, distrutto un edificio in ristrutturazione
Un incendio, divampato durante la notte, ha distrutto un edificio in ristrutturazione di tre piani a Nus, in frazione Les Fabriques, sulla strada che conduce a Saint-Barthélemy.
L’edificio, disabitato, era di proprietà della famiglia Reboulaz ed era rimasto nell’immaginario collettivo come simbolo dell’Alluvione del 2000, la cui ristrutturazione era stata autorizzata da poco.
L’allarme è scattato nella notte, attorno alle 4.30. Sul posto sono intervenuti i Vigli del fuoco, sia professionisti sia volontari di Nus, per estinguere le fiamme. Attualmente sono in corso le operazioni di bonifica.
Secondo i primi accertamenti, l’incendio avrebbe origine accidentale e non risulta coinvolta nessuna persona.
All’arrivo sul posto le fiamme avevano già avvolto l’edificio di 3 piani e i Vigili hanno provveduto a contenere l’incendio e ad evitare che le fiamme si propagassero sulla vegetazione vicina. Le operazioni di smassamento sono ancora in corso e vedono impegnate nove unità professioniste con quattro mezzi e due fuoristrada. Sul posto è presente anche l’ufficiale di guardia di servizio per la valutazione dei danni e la ricerca delle cause dell’incendio. Per il posizionamento dell’austoscala la circolazione stradale sulla Strada regionale 36 è a senso unico alternato. Presenti sul posto anche i Carabinieri.
“È davvero un brutto Venerdì Santo per la famiglia che ha perso l’edificio, che è completamente distrutto, e per tutta la comunità – spiega il Sindaco di Nus Camillo Rosset -. Purtroppo è inimmaginabile renderlo di nuovo agibile senza ricostruirlo da capo. Quell’edificio ha un valore storico perché lì finiva la Strada regionale ed era un punto di riferimento, poi perché nel 2000 fu colpito dell’Alluvione e venne distrutto a metà. E ancora perché oggi, dopo mille peripezie, erano in corso i lavori di ristrutturazione ed erano già molto ben avviati”.
L’allarme è stato dato da un allevatore, mentre si recava a lavorare: “Questo fa anche pensare ai problemi che può creare il ‘coprifuoco’ – prosegue Rosset -. In un’altra occasione la strada sarebbe stata sicuramente più trafficata e sarebbe stato possibile accorgersi prima di quanto stava accadendo”.