Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: assolto 45enne
Ai controlli di frontiera, al tunnel del Monte Bianco, gli agenti francesi avevano riscontrato come i documenti esibiti dalle due persone a bordo di quell’auto fossero falsi e, a quel punto, avevano segnalato la situazione alla Polizia italiana. Per lui, conducente del mezzo, a quel punto, era scattato l’arresto, con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina.
Da quell’accusa, però, Jean Baptiste N’Guessan, quarantacinquenne ivoriano, ma da ventidue anni in Italia, è stato scagionato stamattina. Il collegio del Tribunale di Aosta composto dai giudici Anna Bonfilio, Giuseppe Colazingari e Paolo De Paola l’ha infatti assolto, “perché il fatto non costituisce reato”, stabilendo inoltre il dissequestro della vettura e la sua restituzione all’imputato.
Durante l’esame in aula, da parte del pubblico ministero Carlo Introvigne, l’uomo ha spiegato che non conosceva le persone che viaggiavano con lui. “Mia sorella, – ha raccontato – che vive in Svizzera e dalla quale mi dovevo recare, mi ha chiesto di dare loro un passaggio fino ad Annemasse. So che erano arrivati in Italia in treno, alla stazione di Milano centrale, poi erano andati all’outlet di Vicolungo, a fare spese. Io sono stato contattato telefonicamente da uno dei due e li ho caricati in auto alla stazione di Vigevano, nella zona dove vivo”.
Sui sospetti che una richiesta del genere avrebbe dovuto ingenerare, specie nel momento di tensione che il mondo sta vivendo, N’Guessan ha replicato dicendo di aver chiesto loro “di mostrare dei documenti”. “Mi hanno fatto vedere – ha aggiunto – una carta d’identità francese e un permesso di soggiorno svizzero, rivelatisi poi falsi una volta al tunnel del Monte Bianco. In quella circostanza, ho scoperto la loro clandestinità, di cui non avevo avuto, fino a quel momento, motivo di sospettare. Oltretutto, non ho ricevuto soldi per quel passaggio. Loro avrebbero pagato le spese autostradali e il carburante”.
A seguito della deposizione dell’imputato, il pm Introvigne ha chiesto una condanna ad otto mesi e ventimila euro di multa, perché “se non c’è un dolo di favoreggiamento intenzionale, sussiste comunque quello generico”. La difesa, rappresentata dall’avvocato Marco Bich del foro di Aosta, ha invece sostenuto il proscioglimento del’imputato, perché “dalla storia emerge che si è fidato di sua sorella e ha comunque chiesto alle due persone da trasportare di esibire dei documenti. Solo in seguito si è reso conto della loro clandestinità, ma non basta a sostenere che ci fossero coscienza e volontà del trasporto”.
Dopo mezz’ora di camera di consiglio, il collegio ha quindi deciso per l’assoluzione. Se esce indenne dalla vicenda penale, N’Guessan ha comunque già vissuto uno spiacevole strascico personale della vicenda, emerso durante l’udienza. A seguito dell’arresto, in attesa del processo, per lui era stato stabilito l’obbligo di dimora nella provincia di Pavia, luogo di residenza dell’uomo. La fonderia per la quale lavorava, ad un certo punto, ha trasferito la sua sede ad Abbiategrasso, primo comune della provincia di Milano. In assenza di richiesta di autorizzazione a quello spostamento (allora l’imputato era assistito da un altro legale), il provvedimento è rimasto in essere e, non potendosi muovere ogni giorno, l’uomo, sposato, padre di tre figli e incensurato, ha perso il lavoro.