Inchiesta Egomnia, il politico che non piaceva all”Ndrangheta

12 Dicembre 2019

Che la Valle d’Aosta fosse indicata, da alcuni politici locali come luogo di infiltrazione della criminalità organizzata di origine calabrese, non piaceva ai presunti appartenenti alla “locale”.

Nelle 243 pagine di annotazioni depositate dal pm Valerio Longi viene ricordato di quando Antonio Raso, fra gli imputati nell’inchiesta Geenna  e considerato dalla Dda di Torino uno dei componenti di primo piano del locale, si lamenta, in particolare, di un consigliere regionale “verosimilmente Alberto Bertin, fortemente impegnato a tenere continuamente alta l’attenzione proprio su infiltrazioni mafiose negli apparati amministrativi della regione e negli appalti locali, sottolineando che con il suo agire fa danni”.

“…quello, quello combina danni…ha fatto danni e continuerà a fare danni…” emerge in una intercettazione telefonica dove lo stesso Raso passa poi alle minacce:   “…finché qualcuno non gli fa “i mussi” tanti  (lo picchia in faccia ndr).. e ti dirò qualcuno gli farà i “mussi” tanti, perché è già sul pelo del rasoio…se le è sgraziata un paio di volte…fai il tuo lavoro, fatto bene, con delle certezze…”.

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