Indice un concorso e a procedure concluse decide di revocarlo. L’Università della Valle d’Aosta è stata condannata oggi dal Tar di Aosta che ha dato ragione al vincitore della selezione.
Nell’agosto 2013 l’Ateneo valdostano aveva indetto un concorso per il reclutamento triennale di un ricercatore in "Storia delle dottrine e delle Istituzioni politiche" mediante contratto a tempo determinato. Nel febbraio 2014 veniva pubblicata la graduatoria ma qualche mese dopo, il 26 maggio, il Consiglio dell’Università decideva di procedere con la revoca del conferimento dell’incarico di ricercatore, non stipulando con il vincitore il relativo contratto.
Quest’ultimo si è appellato quindi al Tar rimarcando come l’Università, dopo "la revoca della procedura per il conferimento di incarico di ricercatore, ha avviato una nuova procedura per il conferimento di un contratto annuale per attività didattica in materia di storia delle dottrine politiche". Procedura vinta sempre dal soggetto ricorrente.
I giudici nell’accogliere il ricorso ricordano quindi come "la revoca di un bando di concorso pubblico rientra nei normali e ampi poteri discrezionali della Pubblica Amministrazione fino a quando non sia intervenuta la nomina dei vincitori". Inoltre la revoca "richiede una motivazione puntuale e penetrante quando il procedimento si sia completato con la presa d’atto della graduatoria". L’Ateneo valdostano ha richiamato come motivazione l’approvazione del patto di stabilità interno del 2013 ma secondo i giudici "non risulta con certezza dall’esame della delibera che il conferimento dell’incarico controverso avrebbe provocato il superamento dei limiti di spesa".
Accogliendo, quindi, il ricorso i giudici hanno annullato i provvedimenti impugnati e condannato l’Università al pagamento di 2000 euro di spese processuali.