L’Arpa: “Elevata presenza di nichel e cromo ad Aosta. Nel tempo si possono avere effetti tossici”

In un parere dell'Arpa al Comune di Aosta dell'ottobre scorso, l'Agenzia segnala criticità sull'aria di Aosta. Donzel: "Il cronoprogramma dell'Aia della Cogne è la migliore risposta a queste situazioni".
Da sx Manuela Zublena e Delio Donzel
Cronaca

“Sulla Cogne Acciai speciali non ci sono situazioni di emergenza ambientale o pericoli per la salute umana”. E’ quanto hanno deciso il 6 novembre scorso le autorità sanitarie, il Sindaco di Aosta in qualità di autorità sanitaria locale, l’Arpa e la Regione, riunite dalla dottoressa Ines Mancuso per “verificare se vi fossero le condizioni tali da rendere opportuna l’adozione, con urgenza, di misure volte ad una radicale riduzione delle polveri e delle emissioni prodotte dalla Cogne, al di là del procedimento Aia”.

Ma perché, mentre era in corso la conferenza dei servizi per il rinnovo dell’autorizzazione ambientale integrata (Aia) della Cogne, e quindi, il tema delle emissioni dell’azienda era già al centro dell’attenzione di Comune, Regione, Arpa e della stessa Cogne, la Mancuso, autorità ambientale Aia, ha convocato una riunione per valutare “misure urgenti”?

La risposta a questa domanda sta in un parere fornito da Arpa al Comune di Aosta il 23 ottobre scorso, sull’impatto della Cas nella qualità dell’aria di Aosta, che come spiega la stessa Mancuso nella lettera di convocazione dell’incontro “riporta considerazioni molto pesanti sugli effetti delle emissioni convogliate (quelle che passano nei camini) e su quelle diffuse (i famosi sbuffi, denunciati dai cittadini).

Lo studio dell’Arpa
Vediamo allora dal documento Arpa quali sono le problematiche rilevate da Arpa.
Innanzitutto scrivono i due tecnici Arpa “la Cas contribuisce per il 40% alle emissioni complessive di polveri nella città di Aosta, a livello regionale è la fonte predominante di metalli ed in particolare, di nichel e cromo, contribuendo per oltre il 70% alle emissioni complessive di nichel per il 90% a quelle di cromo”.

Le polveri Pm10
Il punto di maggiore di ricaduta delle emissioni è la stazione di via I Maggio (sul lato ovest della Cas e ritenuta stazione di misura industriale) ma scrive Arpa “le ricadute delle polveri emesse interessano tutta la zona ovest di Aosta da corso Lancieri a Regione Tzamberlet”. In questa stazione nel 2011 vi sono stati 69 superamenti del limite sulla media giornaliera (la normativa prevede 35 giornate/anno).

I metalli nelle polveri Pm10 e nelle deposizioni
“Sebbene i metalli rappresentino una frazione minima della massa del particolato – scrive ancora Arpa – l’esposizione prolungata può avere effetti tossici sulla salute umana”.
Come detto prima tra i metalli più presenti nell’aria di Aosta vi è il Nichel che ad Aosta con valori fra gli 11 e i 13 ng/m3, “è sensibilmente superiore ad altre città italiane dove i valori sono compresi fra i 2 e i 6 ng/m3, incluse metropoli quali Milano e Torino”. Questo metallo negli ultimi anni ha superato i limiti di legge (20 ng/m3) nella stazione di via I Maggio: nel 2011 è arrivato a 28 e negli anni precedenti, ad eccezione del 2009 dove vi è stata una riduzione della produzione dell’acciaieria, è stato leggermente superiore.
Guardando al 2009, l’anno del calo di produzione dell’acciaio della Cas, l’Arpa spiega come il nichel, diminuito in via I Maggio, sia rimasto costante nelle stazioni di Piazza Plouves e al Quartiere Dora. “Questo induce a ipotizzare – sottolinea Arpa – che i metalli una volta emessi in ambiente abbiano un lungo periodo di permanenza in atmosfera determinando livelli costanti di inquinamento dell’area urbana di Aosta”. Insomma in via Primo Maggio si possono misurare gli effetti dell’inquinamento immediati mentre nelle altre centraline si comprendono quelli sul lungo periodo.
Anche dal monitoraggio delle deposizioni atmosferiche condotte da Arpa su 7 siti “evidenziano la presenza di livelli di nichel e cromo molto più elevati rispetto ad altre città italiane” e “Aosta ha valori molto più elevati rispetto a quelli della Plaine”.
Secondo Arpa quindi “nel lungo periodo, l’accumulo nei suoli di metalli tossici quali nichel e composti del cromo può causare problemi di contaminazione sia del suolo che delle piante” e come spiega la Commissione europea “nel breve periodo, una contaminazione per deposito superficiale. Questo può aumentare il rischio di trasferimento di tali sostanze all’uomo sia per contatto diretto che per il consumo di vegetali, provocando cosi l’ingresso di sostanze tossiche nella catena alimentare”.

Il rinnovo dell’Aia
Oggi l’Assessore all’Ambiente ha presentato il crono programma degli interventi decisi in accordo con la Cas nel rinnovo dell’Aia. In particolare la Cogne ha annunciato dei nuovi sistemi di abbattimento delle diossine e degli interventi per il contenimento delle emissioni delle polveri sottili. "Questo cronoprogramma – ha spiegato l’Assessore comunale all’Ambiente, Delio Donzel  – è la migliore risposta in assoluto alla presenza di metalli nelle polveri, sopratutto per le emissioni diffuse".

Per quanto riguarda le diossine l’intervento sarà fatto in due step e prevede, entro il febbraio del 2015, un nuovo sistema di abbattimento per nuovo limite al forno fusorio. Entro fine anno invece saranno contenute le emissioni diffuse (quelle non convogliate) al decapaggio e attuati tamponamenti sull’edificio dell’acciaieria sempre per il contenimento delle emissioni diffuse. In relazione a queste verranno fatti anche interventi secondari come la pavimentazione delle aree scoperte.
Gli interventi che verranno completati entro il 2016 prevedono un investimento di 3 milioni di euro da parte della Cogne Acciai speciali.

“La Cogne – ha sottolineato l’Assessore all’Ambiente, Manuela Zublena – è stata disponibile a tutta una serie di istanze, proponendo un programma di interventi molto specifici e serrati che Cas si è detta disponibile ad attuare in tempi contenuti”.

Sempre oggi però si è saputo che la Procura sulla qualità dell’aria di Aosta ha voluto vederci chiaro.
 

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