L’atto di espulsione era scritto in una lingua a lui sconosciuta, mongolo rimesso in libertà

Ieri, giovedì 23 dicembre, la polizia di frontiera francese ha fermato un cittadino cinese di 38 anni, ma di etnia mongola. L'uomo risultava colpito da un decreto di espulsione redatto non in mongolo e quindi senza valore legale.
Questura di Aosta
Cronaca

Talvolta la realtà supera veramente l’immaginazione. Ieri, giovedì 23 dicembre, la polizia di frontiera francese ha fermato un cittadino cinese di 38 anni, ma di etnia mongola. L’uomo non era in regola con i documenti e risultava  colpito da un decreto di espulsione emesso dalla questura di Trieste, per questa  ragione è stato riammesso in Italia.

L’immigrato però non parlava assolutamente  l’italiano, né tanto meno il francese, l’inglese o altre lingue. Ma neppure il  cinese, in quanto è di etnia mongola. Il provvedimento di espulsione, però, gli
era stato notificato in inglese, francese e cinese, ma essendo lingue a lui  sconosciute non aveva nessuna valenza legale.

Infatti, il testo unico  sull’immigrazione dice chiaramente che gli atti devono essere redatti in una
lingua conosciuta all’interessato. L’ufficio immigrazione di Aosta, per tutta la giornata, si è adoperato per  cercare un interprete, cosa  praticamente impossibile.

Solo nella  tarda serata sono riusciti a mettersi in contatto con il Consolato della  Mongolia in Italia, che in nottata ha trasmesso l’atto tradotto in mongolo, primo caso in Italia, e ha spiegato all’extracomunitario i suoi diritti e i suoi  doveri. L’uomo è poi stato rimesso in libertà, ovviamente questa volta con un  decreto di espulsione in mano dal valore legale.

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