L’ingegner Chabod risarcito dopo sette anni dall’incidente che l’ha reso invalido

18 Luglio 2018

L'ingegnere Michel Chabod, a sette anni dall'incidente che lo ha reso gravemente invalido, è stato risarcito. È l'effetto dell'accordo raggiunto tra le parti, perfezionato nelle scorse settimane e che ha manifestato i primi effetti nell'udienza di oggi, mercoledì 18 luglio, del processo penale al Tribunale di Aosta sul sinistro del 16 marzo 2011. Quel giorno, l'auto guidata dal professionista venne colpita da un grande masso staccatosi da un terreno soprastante, nel comune di Villeneuve.

Sulla base dell'intesa, prospettata inizialmente in sede di causa civile e per cui costante è stato il lavoro "dietro le quinte" dei legali coinvolti, all'ingegnere 41enne ed alla sua allora consorte è andata una somma complessiva di un milione e duecentomila euro, oltre ad una percentuale di spese legali. A versarla, le compagnie assicurative di Regione e Comune di Villeneuve, in forza dei rispettivi contratti, quindi senza esborso per le due amministrazioni. A fronte di ciò, la famiglia di Chabod e l'Assotrasporti hanno revocato la costituzione di parte civile nel processo penale, rimettendo inoltre la querela presentata.

Il giudizio continuerà quindi, per i sei imputati, per la sola accusa, mossa dal pm Eugenia Menichetti, di disastro colposo in relazione ai reati di frana ed attentato alla sicurezza dei trasporti, cadendo quella di lesioni personali colpose, mossa inizialmente a quattro dei coinvolti. Di conseguenza, è venuta meno anche la citazione, in qualità di responsabili civili, dei due enti pubblici.

L'udienza è stata aggiornata dal giudice monocratico Marco Tornatore al prossimo 29 ottobre, per sentire dei testimoni. Alla sbarra sono il geometra Luciano David, progettista dei lavori di ammodernamento del tratto stradale ove avvenne l'incidente, l’ex presidente della Regione Augusto Rollandin, il già sindaco di Villeneuve Roberta Quattrocchio e l’allora dirigente regionale delle opere pubbliche Carlo Berthod, nonché il proprietario e l'affittuaria del fondo da cui cadde il masso, Gabriele Gianni e Anna De Santis.

L'accordo si completa con gli effetti nel procedimento civile, che era giunto – per l'opposizione proprio di Comune e Regione – in secondo grado, alla Corte d'appello di Torino. La causa si chiude quindi con il versamento di somme inferiori rispetto a quelle stabilite dalla sentenza del tribunale di Aosta per le parti condannate e l’ingegnere a ricevere il primo risarcimento da quando è avvenuto l’incidente. Una soluzione che ha soddisfatto le parti.

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