Ricerche di Alex Bonin, il questore Ostuni: ‘Non tralasciamo nessuna ipotesi’

22 Giugno 2016

A cinque giorni dall’allontanamento di Alex Bonin, quando le squadre di Vigili del fuoco, Soccorso Alpino Valdostano e Guardia di finanza hanno setacciato invano ampie porzioni del territorio regionale, torna in primo piano l’aspetto delle indagini sul suo allontanamento, risalente al 17 giugno, venerdì scorso, ed avvenuto a seguito di una lite telefonica con la moglie.

Il questore Pietro Ostuni, che segue in tempo reale le attività investigative in cui è impegnata la Squadra Mobile della Questura, spiega: “abbiamo sentito i genitori, la moglie, gli amici, insomma tutti coloro che potessero darci informazioni utili a concentrare le attenzioni in una direzione”. Ad oggi, è il suo commento, “non abbiamo elementi per escludere la fuga volontaria, ma non possiamo tralasciare nulla”. Si continua quindi a cercare nella vita, e nei dintorni, del giovane visto l’ultima volta nei pressi del ponte di Chavonne ed “è un’attività davvero fitta, costante, nella quale dobbiamo essere pronti a ri-orientarci ogni qualvolta si aprono scenari nuovi”.

Ieri le squadre di terra, che oggi per il momento sono ferme, erano tornate sul campo, in un perimetro che includeva Villeneuve, dove si trova la casa in cui il giovane viveva con Elodie Comoglio, la ragazza sposata poche settimane fa, ma nulla si è aggiunto ad un quadro privo di elementi. Si è alzato nuovamente anche l’elicottero, perché una persona ha segnalato un possibile avvistamento del 24enne istruttore di rafting, ed appassionato di softair, sul ponte di Villeneuve.

Al vaglio degli inquirenti vi sono in queste ore le immagini dell’impianto della videosorveglianza del Comune, che ha una telecamera situata nel parcheggio all’ingresso del Paese, non lontano dalla struttura cui è riferita la segnalazione. L’affidabilità parrebbe, tuttavia, relativa: la persona vista da chi si è rivolto alle forze dell’ordine era di spalle e non ha parlato.

Nella giornata di ieri è stata considerata pure un’altra segnalazione, relativa alla zona di Machaby, non lontano dall’abitato di Arnad. “Lassù si stava esercitando il Soccorso Alpino della Guardia di Finanza – spiega Silvano Meroi, capo della Protezione civile regionale – e siccome quel luogo ci è stato indicato tra quelli apprezzati dal ragazzo nelle sue escursioni, nell’ottica di non lasciare nulla di intentato abbiamo colto l’opportunità della presenza dei finanzieri per una verifica, che ha avuto tuttavia esito negativo”. A menzionare Machaby, un’amica di Bonin, la stessa a cui si deve l’ultimo avvistamento a Chavonne.

Il Capo della Protezione civile sottolinea poi “l’enorme lavoro fatto” dai parenti del ragazzo. “Hanno georeferenziato – spiega – molti degli itinerari seguiti da Alex nel tempo e ce li hanno fatti avere”. Sul prosieguo delle attività, Meroi annuncia che “oggi pomeriggio faremo il punto della situazione con la Questura, visto che le attività investigative non si sono mai fermate”.

Quando è uscito dall’abitazione di Villeneuve, Bonin aveva con sé uno zaino, che conteneva tra l’altro i suoi due telefoni cellulari, mai accesi da allora, e un tablet, però non connesso ad Internet. Elementi che hanno vanificato, da subito, la possibilità di individuarlo attraverso la localizzazione su network telefonico. La Polizia monitora anche i suoi movimenti bancari, ma nessun prelievo è stato sinora riscontrato, anche perché il giovane avrebbe portato con sé da casa dei contanti. Insomma, con il passare delle ore, la scomparsa assume le sembianze di un vero e proprio mistero.

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