Rogo allo chalet di Gignod, non esclusa l’ipotesi dolosa
Completato un sopralluogo nel pomeriggio di oggi, lunedì 18 marzo, i Vigili del fuoco non escludono le ipotesi accidentale, colposa o dolosa per l’incendio che ha distrutto ieri, domenica 17, lo chalet in frazione Arliod di Gignod, lungo la strada Statale 27, di proprietà dell’Unité des Communes Grand-Combin, già adibito a bistrot e punto informazioni turistiche.
A quanto emerso dai rilievi, le fiamme sono partite dall’esterno della struttura, sul lato che si affaccia su una scarpata. Il rogo non ha interessato il quadro elettrico (inattivo da tempo, perché il locale era chiuso, a seguito della rescissione del contratto con il gestore), né i bidoni dell’immondizia della vicina area verde. Non sono state rinvenute tracce di acceleranti, o sostanze usate per appiccare le fiamme.
Sul rogo alla struttura, che i Vigili del fuoco giudicano completamente inservibile e da demolire, indagano anche i Carabinieri. Lo chalet non era dotato di un impianto di videosorveglianza. L’Unité des Communes aveva in programma di riaprirlo per la prossima stagione estiva ed era in via di predisposizione un nuovo bando per l’affidamento della gestione.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Comune di Gignod, che – in un post sul proprio profilo Facebook – ha sottolineato come “episodi gravi e inquietanti stanno accadendo in questo ultimo periodo” nel paese (il riferimento è agli atti vandalici della scorsa settimana e alle fiamme all'”isola rifiuti” nel gennaio di quest’anno). “Tristezza infinita. – continua il messaggio – 100 mila euro andati in fumo. 100 mila euro finanziati dall’Europa (progetti interreg) nel 2005”. “Non è rimasto più nulla, l’incendio ha devastato completamente la struttura”, è l’amara conclusione .