Stop al pirogassificatore: il Consiglio di Stato accoglie il ricorso della Regione
Nessun appalto sul pirogassificatore si deve portare avanti in Valle d’Aosta. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ribalta la sentenza di primo grado del Tar dello scorso mese di ottobre che intimava all’ente pubblico di concludere entro 30 giorni la procedura per l’affidamento dell’appalto per la costruzione dell’impianto di smaltimento dei rifiuti.
L’appello della Regione, secondo i giudici di secondo grado, è fondato perché l’Amministrazione regionale confermando la revoca della procedura dell’appalto del pirogassificatore e con altri atti ha modificato gli intenti "in merito alla complessiva politica di gestione dei rifiuti, dando avvio, nel rispetto ad un diverso tipo di smaltimento dei rifiuti, ampliando al massimo gli obiettivi di raccolta differenziata e riducendo al minimo i conferimenti in discarica attraverso la raccolta separata della frazione organica, accompagnati da progetti di impianto adeguati sia sotto il profilo tecnico, sia sotto quello economico, al cosiddetto “trattamento a freddo” dei rifiuti, con il superamento dei sistemi di “trattamento a caldo”, ritenuti antieconomici”.
Secondo il Consiglio di Stato i nuovi indirizzi sulla gestione dei rifiuti adottati dal Consiglio regionale sono "coerenti o quanto meno non incompatibili" con la direttiva del Parlamento europeo che stabilisce da una parte la “gerarchia dei rifiuti” da applicarsi in materia di prevenzione e gestione dei rifiuti" e dall’altra prevede che gli Stati membri adottino le misure necessarie per promuovere il riutilizzo dei prodotti, aumentando le percentuali di raccolta differerenziata.
I giudici di secondo grado, inoltre, respingono la richiesta di indennizzo – oltre 22 milioni di euro – ricordando quanto già più volte ribadito dal Consiglio di Stato ovvero che è "un evento del tutto fisiologico la possibilità che all’aggiudicazione provvisoria della gara d’appalto non segua quella definitiva".