Valtournenche, a processo per la strada pericolosa: ex Sindaco assolto
Nel dicembre 2017, l’amministratore di un condominio di Cervinia aveva presentato un esposto, lamentando l’assenza di interventi del Comune rispetto alla condizione di pericolosità della strada che attraversa il complesso. Svolte le indagini, la Procura aveva ritenuto fondato l’argomento, chiedendo il rinvio a giudizio del Sindaco dell’epoca, la 50enne Deborah Camaschella, per l’ipotesi di rifiuto d’atti d’ufficio. L’epilogo della vicenda oggi, mercoledì 15 maggio, con l’assoluzione dell’imputata “perché il fatto non sussiste”, al termine dell’udienza dinanzi al Gup del Tribunale Giuseppe Colazingari.
Secondo il pm Luca Ceccanti, che rappresentava l’accusa, Camaschella, nella qualità di pubblico ufficiale derivante dalla veste di Sindaco, “indebitamente rifiutava di emanare un provvedimento” di “limitazione all’uso della strada”, denominata “Giomein”, o “di intervenire con le necessarie opere di salvaguardia e di manutenzione”. L’attivarsi, agli occhi degli inquirenti, era doveroso, “per motivi di sicurezza pubblica”, giacché quel tratto stradale, “a causa del significativo transito di veicoli e delle caratteristiche morfologiche e strutturali, presentava fessurazioni e fratturazioni tali da determinare un significativo pericolo di cedimento”.
Le indagini, svolte dai Carabinieri, “oltre ad evidenziare una generale incuria da parte di tutti gli organi del comune”, avevano “confermato la sostanziale inerzia del Sindaco”, in ordine all’adozione di provvedimenti sia ordinari, sia urgenti, che sarebbero stati necessari vista la “situazione di compromissione strutturale della zona”. Nel sostenere l’accusa in udienza, svoltasi con rito abbreviato, il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a sei mesi di reclusione. Il condominio si era costituito parte civile nel processo, così come il suo amministratore, con l’avvocato Christian Maria Rossi del foro di Torino.
Camaschella era difesa dall’avvocato di Aosta Corrado Bellora, che ha puntato a dimostrare – anzitutto con una corposa memoria difensiva depositata in fase di indagini preliminari – che una serie di attività, come l’installazione di dossi, erano in realtà state intraprese, relativamente a quel segmento di strada. “Esprimo soddisfazione per la sentenza che accoglie la nostra linea sin dall’inizio dell’inchiesta” sono state le parole del legale all’uscita dall’udienza. L’ex sindaco, presente alla lettura del verdetto, si è allontanata in silenzio da Palazzo di giustizia.
In pochi giorni, la50enne che ha indossato la fusciacca prima del commissariamento del Municipio sotto il Cervino è uscita senza conseguenze dalla chiusura dell’inchiesta “Do Ut Des”, abbattutasi come un ciclone sull’amministrazione di cui era al vertice (è stata oggetto di una perquisizione, ma non risulta tra i diciotto indagati) ed ha incassato l’assoluzione di stamane (in un singolare caleidoscopio giudiziario, tra le fonti di prova citate dalla Procura a sostegno del rifiuto d’atti d’ufficio c’erano anche le dichiarazioni dell’ex capo ufficio tecnico Fabio Chiavazza, figura ritenuta centrale dagli inquirenti negli episodi corruttivi dell’altro procedimento). È verosimile credere che, pur senza dirlo a voce alta, la soddisfazione del difensore sia la sua.