Bilancio Casinò, è battaglia di pareri legali

A fare da contraltare al parere redatto dallo studio legale Zoppini è quello dell”esperto nazionale in materia di principi contabili di redazione dei bilanci” Raffaele Marcello, incaricato dal Casinò. Rolando contro il collegio dei sindaci: "Atteggiamento incomprensibilmente ostile".
L'au Rolando all'uscita da Palazzo di giustizia.
Economia

A pochi giorni dall’Assemblea dei soci della casa da gioco di Saint-Vincent, tenutasi venerdì scorso, erano almeno due gli studi romani a spulciare il bilancio 2018 dell’azienda. Da una parte il pool di legali guidato da Andrea Zoppini, incaricato dalla Regione, dall’altro quello dell’”esperto nazionale in materia di principi contabili di redazione dei bilanci” Raffaele Marcello, incaricato dal Casinò.

Nelle 23 pagine del documento il commercialista, prendendo in esame anche la relazione della società di revisione Kpmg, offre un parere di segno opposto a quello emesso dallo studio Zoppini.
“Non sono ravvisabili elementi o profili atti a sollevare possibili rilievi sulle logiche valutative impiegate e sul livello di disclosure assicurata, – scrive il consulente nelle conclusioni – che appaiono, piuttosto, conformi delle disposizioni previste dai principi contabili di riferimento.”

Non solo. Raffaele Marcello spiega come il mancato parere dei revisori di Kpmg sia in realtà il “miglior” giudizio sul bilancio (di impossibilità ad esprimere un giudizio ma senza rilievi) che può essere ottenuto in pendenza di una procedura concordataria.”

A diffondere la relazione di quest’ultimo è la stessa azienda che in una nota sottolinea come “nonostante le vicende susseguitesi negli ultimi giorni, il percorso virtuoso finalizzato alla ristrutturazione aziendale proseguirà senza sosta, così come auspicato anche dal Commissario Giudiziale, e tenuto conto degli eccellenti risultati fin qui conseguiti”.

Risultati che sono stati rappresentati dall’Amministratore unico agli azionisti. Filippo Rolando sottolinea nella sua relazione come “senza trionfalismi e con la necessaria prudenza professionale” la società “sta in questo momento performando meglio di quanto previsto dal piano”.
Nel periodo gennaio – aprile i ricavi registrati sono stati 21 milioni 647mila euro contro i 20 milioni 960mila euro preventivati nel piano. L’ Ebitda ammonta a 5 milioni di euro contro i 4,3 preventivati. “La lettura più approfondita dei dati non può trascurare che, a fronte di una diminuzione dei debiti, si è realizzata un’imponente generazione di cassa, pari ad oltre 17 milioni di euro nel periodo”.

Collegio dei sindaci “incomprensibilmente ostile”

Nel fornire nei giorni scorsi agli azionisti “ulteriori informazioni che possono esservi utili a rappresentare un contributo ad una vostra serena e consapevole approvazione del bilancio 2018”, l’Amministratore non si esime dall’esprimere il punto di vista dell’azienda sul collegio dei sindaci, definito “incomprensibilmente ostile”.

Sulla relazione Rolando spiega: “Ritengo che alcune informazioni ivi rappresentate siano non veritiere, altre siano errate, altre siano strumentali e finalizzate unicamente a gettare un’ombra di discredito sulla professionalità e sul comportamento etico del management”.

Sulle contestazioni mosse dal collegio dei sindaci, Rolando puntualizza come “la svalutazione degli immobili effettuata in sede di bilancio non è stata operata per effetto dell’impairment test, ma rappresenta la conseguenza di quanto riscontrato sulla base dei risultati delle perizie redatte da professionisti accrediti dal Tribunale di Aosta e di Torino”. Sulla questione invece dell’affidamento degli incarichi ai professionisti coinvolti nel concordato, l’Au ricorda da una parte ”l’estrema urgenza” con cui è stata avviata la procedura, e dall’altra come “le norme della legge Fallimentare siano inderogabili e comunque certamente prevalgono su quelle di rango secondario, quali certamente siano quelle previste dal disciplinare”.

124 milioni di soldi pubblici in 6 anni

In conclusione Rolando ribadisce come la strada del concordato sia “l’unico modo per salvaguardare la continuità aziendale, ma anche il percorso che consente di fermare la perdurante erosione di risorse finanziarie” e di “pagare i propri debiti” secondo le percentuali concordatarie. L’Au conferma in particolare il 78% per i creditori chirografari, spiegando come il 60% della relazione del Commissario è “lo scenario limite”, in caso di crollo del fatturato.

Negli ultimi 6 anni la Regione ha dato al Casinò 124 milioni di euro. “Tali enormi apporti a titolo di capitale o attraverso finanziamenti, evidentemente non sarebbero mai stati recuperati dal socio, come ben noto alla stessa Regione e a Finaosta, che hanno qualificato anche loro i finanziamenti come postergati”.
Oltre a non restituire i finanziamenti, la società “avrebbe necessariamente richiesto ulteriori significativi apporti finanziari”. Il piano industriale predisposto da Deloitte  durante il mandato dell’ex Au Di Matteo (che non è mai stato approvato), prevedeva il versamento di quasi 75 milioni di euro (“quale differenza fra il prezzo di cessione degli immobili e il debito Finaosta”), oltre ad un aumento di capitale di 5 milioni di euro.

Come già fatto dal Commissario giudiziale nella sua relazione, anche Rolando suggerisce per i 48 milioni di euro di credito di Finaosta l’adozione di “una delibera di assemblea straordinaria del Casinò che, recepite tutte le perdite, ricostituisca il patrimonio tramite l’aumento del capitale”.

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