Confcommercio chiede la riapertura delle attività, ma con mascherine e distanze

Confcommercio VdA parla di "danni incalcolabili" all'economia del settore dovuti al "lockdown" l'emergenza Covid-19. Dominidiato: "Deve essere garantita almeno la possibilità di vendita con modalità di asporto assieme alla consegna a domicilio".
Confcommercio VdA
Economia

Oltre 1000 pubblici esercizi chiusi in Valle” e “per il 96% degli imprenditori le prime misure del Governo sono ancora insufficienti: serve liquidità immediata per coprire i mancati incassi, l’annullamento dei tributi e prestiti a lungo termine, a tasso zero”.

Confcommercio Valle d’Aosta torna a fare sentire la sua voce, dopo oltre un mese di “lockdown” delle attività dovuto all’emergenza Covid-19. E lo fa “facendo di conto”: “Quattro locali su cinque di quelli in affitto, non riescono a pagare regolarmente il canone di locazione, il 23,1% ha chiesto una sospensione o cerca di rinegoziarlo” spiega la confederazione dei commercianti che chiede “con forza una moratoria sugli affitti” spiegando come “nel 2020 in Valle d’Aosta il fatturato crolla di 58 milioni di euro del settore turistico, fra ricettività e ristorazione”.

Bollettino duro, come spiega anche il Presidente Graziano Dominidiato: “Si tratta di danni incalcolabili per il settore che rappresentiamo e abbiamo l’impressione che la politica non si renda conto che la principale preoccupazione degli imprenditori in questa fase è avere risorse per il pagamento degli stipendi, dei fornitori, degli affitti e delle imposte, mentre si aggrava rapidamente la situazione finanziaria e, dunque, la sfiducia per il futuro. Urgono misure immediate per sostenere economicamente le aziende l’occupazione, con incentivi mirati e sgravi a quelle imprese che garantiranno il mantenimento della forza lavoro al momento della riapertura”.

Da un’indagine Fipe sui danni alle imprese del turismo (come bar, ristoranti, discoteche, catering) la preoccupazione che emerge è quella sulla mancanza di certezze sulle riaperture: per il 42,7% di loro – scrive Confcommercio – non si potrà tornare al lavoro per altri 2 mesi, mentre il 31,7% pensa ad una riapertura a inizio maggio. Il dato che fa pensare è però quello che vede il 30% degli imprenditori prevedere di dover ridurre il proprio personale una volta ripresa l’attività.

“Sono dati – spiega Adriano Valieri, Direttore Generale di Confcommercio VdA – che rappresentano un vero grido dall’allarme per un settore che è la spina dorsale dell’economia valdostana e dell’industria turistica. È necessario che la politica assuma tempestivamente iniziative per garantire liquidità se si vuole evitare che un comparto indispensabile per tutta la comunità, rimanga al palo perché centinaia di imprese stanno morendo rischiando di aggravare la desertificazione commerciale nei piccoli comuni, fenomeno già in atto da qualche anno e che adesso rischia di aggravarsi se non viene prontamente sostenuto da misure economiche rilevanti”.

La riapertura, e la modalità di vendita “in sicurezza”

Confcommercio lo dice chiaro e tondo: “si può pensare fin da oggi una ripresa progressiva delle attività, con tutte le cautele sanitarie che servissero, a cominciare da quelle che offrono un servizio utile per i cittadini, rispettando le misure di distanziamento tra i cittadini e di protezione dei lavoratori”.

“Comprendiamo pienamente la situazione – chiude Dominidiato – ma non possiamo restare chiusi ad oltranza o moriremo tutti per crisi economica. Così come accade per gli esercizi di vendita di generi alimentari e negli iper/supermercati, deve essere garantita almeno la possibilità di vendita con modalità di asporto assieme alla consegna a domicilio, mantenendo l’obbligo di distanza interpersonale fra i clienti, controllo degli accessi all’area di vendita e l’utilizzo obbligatorio dei dispositivi di protezione individuale quali guanti e mascherine, come indicato nell’ordinanza n. 139 del 04.04.2020 della Regione Autonoma Valle d’Aosta. È solo un esempio, ma è indispensabile cominciare a ridare speranza, dignità e futuro a migliaia di imprenditori del settore terziario che rappresentano il 64% del tessuto produttivo valdostano”.

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