Confcommercio scrive a Draghi: il “Green pass” scongiuri il ritorno alle misure restrittive per le imprese

A dirlo il Presidente nazionale dell'associazione Stoppani, in un messaggio rilanciato anche da Confcommercio VdA. La proposta è quella di "estendere progressivamente l’uso del Green Pass. Man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi nei quali si accede con il Green pass".
Confcommercio VdA
Economia

“Il ritorno alla stagione delle misure restrittive sulle imprese deve essere scongiurato in ogni modo e lo strumento migliore per raggiungere il risultato è il Green pass. Perché ciò si realizzi occorre collegare l’utilizzo progressivo del Green pass all’evoluzione del quadro epidemiologico prevedendo che il cambio di colore delle regioni si accompagni proprio ad un uso più estensivo del certificato”.

A dirlo, in una lettera inviata al Presidente del Consiglio Mario Draghi – ma anche ai ministri Garavaglia, Giorgetti e Speranza – il Presidente di Fipe Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, che fa il paio con quella inviata dalle associazioni territoriali ai rispettivi Governatori di Regione.

Messaggio consegnato, e rilanciato anche da Confcommercio Valle d’Aosta.

“Serve un cambio di passo per fare in modo che la massiccia campagna vaccinale non solo prosegua speditamente ma serva proprio a coniugare la tutela della salute con la salvaguardia dell’economia – sottolinea ancora Stoppani –. Ancora oggi, purtroppo, se peggiora il quadro sanitario si interviene con misure restrittive sulle imprese. Ora, con 36 milioni di persone vaccinate con doppia dose, è possibile cambiare approccio”.

Da qui la richiesta che arriva dai lidi di Confcommercio: “La nostra proposta è quella di estendere progressivamente l’uso del Green Pass, collegando i livelli di rischio con cui si classificano le regioni all’utilizzo progressivo della certificazione verde – chiude la nota –: man mano che peggiora il quadro sanitario, si amplia la platea di attività e servizi nei quali si accede con il Green pass. È anche una questione di equità: dopo molti mesi di sacrifici, sarebbe infatti incomprensibile ricadere nelle maglie di nuove chiusure e restrizioni per causa di chi, dopo nove mesi di campagna vaccinale, sceglie ancora oggi liberamente di non vaccinarsi, aumentando con questa scelta individuale il rischio collettivo di assumere nuovi costosissimi provvedimenti, in termini sanitari, economici e sociali”.

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