Diplomati magistrali, il Savt École contro il “Decreto dignità” del Governo: “Non soddisfacente”

A scriverlo è lo stesso sindacato, in una nota in cui sottolinea come “la soluzione adottata dal governo sulla grave e spinosa questione dei diplomati magistrali non è stata risolta dal governo ma semplicemente rimandata”.
Le insegnanti diplomate magistrali in protesta sotto la Regione
Economia

Al Savt École il “Decreto dignità” – il decreto legge che stabilisce una serie di interventi sul lavoro approvato lunedì 2 luglio dal Consiglio dei Ministri – non piace. A scriverlo è lo stesso sindacato, in una nota in cui sottolinea come “la soluzione adottata dal governo sulla grave e spinosa questione dei  diplomati magistrali non è stata risolta dal governo ma semplicemente rimandata”.

Una attenuante c’è: “È certo che il nuovo esecutivo – scrive il Savt École, per mano della sua Segretaria Alessia Démé – si è trovato ad ereditare  un problema annoso e molto spinoso, quale quello dei diplomati magistrali entro l'anno scolastico 2001/2002 che chiedono una stabilizzazione dopo anni di precariato. Affianco a questi e sovente in loro totale contrapposizione, vi sono i laureati o laureandi in scienza della formazione primaria che si sono immatricolati dopo l'anno 2009 e che non possono essere inclusi nella graduatorie ad esaurimento”.

“Ora il Consiglio dei Ministri con il ‘Decreto dignità’ non interviene in maniera risolutiva – attacca ancora il sindacato – ma stabilisce che ‘viene esteso al caso dei diplomati magistrali quanto già previsto dal decreto legge 669/1996, che concede alle amministrazioni dello Stato di ottemperare all'esecuzione di provvedimenti giurisdizionali entro 120 giorni dalla data di comunicazione del titolo esecutivo’”.

In Valle d'Aosta non vi è nessun diplomato magistrale assunto in ruolo tramite via giurisdizionali – chiude il comunicato di Démé – ma vi sono più di un centinaio di precari diplomati magistrali che o sono in attesa di sentenza da parte del Tar o che già sono stati depennati dalle graduatorie ad esaurimento per sentenza negative da parte del giudice del lavoro. Il tentativo di tamponare l'emergenza e di rimandare la soluzione del problema, soluzione che possa trovare un punto di equilibrio tra vari interessi talvolta contrapposti, pare non soddisfacente, in quanto i 120 giorni di proroga degli incarichi di supplenza non fa che incancrenire una situazione già non più sostenibile. Purtroppo, se così sarà, prevediamo che il nuovo anno scolastico si aprirà in un clima di tensione ed instabilità”.

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