Il grido d’allarme dei medici: “La sanità valdostana è malata”

Il sindacato dei medici più rappresentativo l’ANAAO-Assomed annuncia per venerdì 23 novembre l’adesione allo sciopero nazionale.
Economia

La sanità pubblica è malata. A ribadirlo sono i medici attraverso il loro sindacato più rappresentativo l’ANAAO-Assomed, annunciando per venerdì 23 novembre l’adesione allo sciopero nazionale. Dalle 11 i medici valdostani saranno con un sit-in sotto Palazzo regionale.

I problemi messi in campo sono sempre gli stessi, ma che di anno in anno si acuiscono, in primis la fuga di professionisti verso altri lidi “più felici”, come il settore privato, o la corsa al pensionamento.

“Diversi specialisti ospedalieri (radiologi, pneumologi, anestesisti, pediatri, ortopedici, medici di pronto soccorso per fare solo un esempio) con anni di esperienza hanno chiesto il trasferimento” spiega l’Anaao in una nota. Medici che non vengono sempre sostituiti perché chi arriva non riesce a superare lo scoglio dell’esame di francese.

A questo si aggiunge “un incremento dei tempi di attesa” e il verificarsi “più frequentemente” di “episodi di violenza contro medici e sanitari che lavorano già in condizioni di disagio a causa di modifiche strutturali dell’organizzazione del pronto soccorso (anche esso eccellenza sino ad alcuni anni fa) e delle carenze di organico”.

A peggiorare un quadro già a tinte fosche, i continui cambi di Assessori e di vertici aziendali: negli ultimi 4 anni si sono succeduti 4 assessori regionali alla sanità e 4 Direttori Generali (ora commissariata da mesi).

“Come si può parlare di progettazione e investimenti per la Sanità pubblica regionale?” si chiedono, quindi, i medici.

“In sintesi: negli ultimi anni le amministrazioni regionali e aziendali, in continuo cambiamento, invece di difendere l’autonomia regionale e, conseguentemente, l’eccellente sanità pubblica valdostana attraverso reali deroghe alle normative nazionali in materia di sanità ospedaliera,  – prosegue la nota – hanno messo in atto il ridimensionamento di reparti e il definanziamento costante delle attività ospedaliere”.

Unica “debole” eccezione riguarda il sistema dell’emergenza/urgenza territoriale. “In caso di incidenti, traumi, malattie acute ci siano medici e infermieri a disposizione in ambulanza in qualsiasi punto della regione.” Ricordano i medici “Peccato che, tra pochissimo tempo, chi arriverà in ospedale vi troverà pochi letti, pochi medici e pochi sanitari “tuttofare”.

La richiesta del sindacato dei medici è di “rifinanziare adeguatamente la sanità pubblica regionale e nazionale” per evitare “prospettive” ancora peggiori.

 

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