Il Traforo del Monte Bianco apre al “platooning”, il collegamento invisibile tra tir

Iniziata questa settimana l’installazione delle antenne necessarie a creare la rete radio digitale che invierà i segnali ai convogli di mezzi guidati da un solo autista, sul primo mezzo, che stabilisce percorso e velocità.
Traforo del Monte Bianco - Postazione di controllo e comando
Economia

Approcciare la tecnologia nota come “Platooning”, perché in grado di innovare profondamente il sistema dei trasporti. E’ il nuovo obiettivo che si è dato il Geie, il Raggruppamento d’interesse economico di gestione del Traforo del Monte Bianco, decidendo di realizzare dei test di telecomunicazione finalizzati ad una sperimentazione. Una prima installazione delle antenne necessarie ha avuto luogo nella notte di lunedì 21 giugno. Quando l’intervento sarà completato, potranno aver luogo delle prove di trasmissione sulla frequenza utilizzata da tale tecnologia, per verificare il corretto funzionamento della rete.

Andiamo però con ordine. Cos’è, esattamente, il “platooning”? Con tale termine si indica un convoglio di mezzi che viaggia in colonna, come un treno con i suoi vagoni, ma non vi sono rotaie, né ganci tra un mezzo e l’altro. Sul primo mezzo di questo “plotone” (da qui il nome) vi è un conducente, che stabilisce percorso e velocità. Gli altri tir, privi di autista, sono collegati ad esso (e tra loro) tramite un sistema wireless, che sfrutta appunto la rete radio digitale. Delle tecnologie di guida semiautomatica consentono al convoglio di mantenere la stessa andatura e distanza di sicurezza.

Quali sono i benefici attesi da questa tecnica? Essenzialmente, una riduzione del rischio d’incidente in galleria, visto l’affidamento di più mezzi ad un solo conducente. Inoltre, un’ottimizzazione dei tempi di attesa alle stazioni di pedaggio, nonché un decremento del consumo di carburante dei mezzi inseriti nella colonna di viaggio. Sono ricadute da verificare, perché il “platooning” non è diffuso in Europa. In questo senso, l’approccio del Geie del traforo (in accordo con le società concessionarie italiana e francese, Sitmb e Atmb) è mirato (in qualità di membro dell’Etpc, l’entità europea nata per sperimentare questa tecnica) ad agire in qualità di attore e promotore dei trasporti di domani.

Peraltro, secondo quanto indicato dai tecnici, il Traforo del Monte Bianco rappresenta uno spazio privilegiato per i test. Come tutte le gallerie, in essa la trasmissione di segnali è più complessa rispetto ad una strada a cielo aperto. Inoltre, la sua configurazione geologica e geografica crea una situazione di utilizzo senza segnale GPS e transfrontaliero. Sarà così possibile “esportare” i risultati ottenuti nella sperimentazione anche ad altre infrastrutture. L’aspettativa del Geie è che l’attività da poco avviata fornisca, a partire dal 2022, un apporto tecnologico chiave, tale da contribuire, entro tre anni, a rendere il “platooning” una realtà sulla rete europea, anche nelle gallerie.

I test di telecomunicazione all’interno del traforo saranno possibili grazie ad una serie di parternariati del Geie con diverse parti: la “See Telecom” (società franco-belga che fornisce tecnologie e soluzioni di comunicazione radio), la “Syntony” (azienda francese per la fornitura di una tecnologia di geolocalizzazione ad alte prestazioni), l’“Ecotrans” (un raggruppamento di trasportatori, con sede a Parigi e una filiale ad Annecy, che fornirà mezzi pesanti con relativi conducenti, permettendo di ottenere riscontro da questi ultimi) e l’“European Truck Platooning Challenge” (in stretto collegamento con le attività del consorzio “Ensemble”, progetto europeo sovvenzionato nell’ambito del programma comunitario “Horizon 2020”).

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