La Cogne quota in borsa i suoi finanziamenti e prepara nuovi investimenti

L'acciaieria ha ottenuto il risultato di emettere un “minibond”, un'obbligazione quotata in borsa, per 15 milioni di euro con lo scopo di finanziare le sue attività. Da due anni aumentano gli occupati in azienda.
Cogne Acciai Speciali
Economia

Si tratta di un finanziamento da 15 milioni di euro, di cui 10 sono stati concessi dalla Cassa depositi e prestiti e gli altri 5 per lo più da Iccrea BancaImpresa, braccio rivolto alle aziende del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea e, in misura minore, da altri investitori. La novità di questa operazione, imbastita dall’azienda siderurgica Cogne Acciai Speciali, è l’utilizzo dello strumento del minibond: «Si tratta di una strada molto più ufficiale e molto più pubblica di altre forme di finanziamento – spiega l’amministratrice delegata Monica Pirovano – perché prevede per esso la quotazione in Borsa».

L’azienda quindi ha scelto di offrire maggiori garanzie a chi investe, sottoponendosi ai molti procedimenti di trasparenza necessari per questa forma di prestito: «Bisogna fornire molte più informazioni e c’è una grado ben maggiore di formalità – aggiunge ancora Pirovano – Il bond avrà durata di 7 anni, da ora fino al 2026, con due anni di preammortamento e cinque di rimborso fino al rimborso completo, con un tasso fisso al 3,5 per cento».

Il minibond, in sostanza, è l’emissione di un’obbligazione ed è prevista per le piccole e medie imprese dai tempi della grande crisi economica del 2008, per cercare di concedere anche alle realtà non quotate la possibilità di ulteriori canali di finanziamento, in un momento di allarmante restrizione del normale credito bancario. «L’obiettivo dell’emissione di questo prestito è quello di aiutare l’azienda nel suo piano di investimenti per il 2019-2023 – spiega l’amministratrice dell’acciaieria aostana – ed essere ammessi alla quotazione di questo dalla Borsa italiana è per noi un successo».

«Quest’anno – riporta ancora Pirovano – rileviamo un ampliamento del piano investimenti a 38 milioni di euro, pari a circa il 6 per cento del fatturato complessivo: normalmente le aziende siderurgiche investono una percentuale inferiore». Di questo denaro, 11 milioni riguardano ambiente e sicurezza, con investimenti per una nuova cappa Aod che convogli meglio i fumi della produzione e per una “dog house”, ovvero una nuova capsula di insonorizzazione per il forno elettrico ad arco Uhp: «Da settembre dovrebbe cessare la rumorosità dell’acciaieria – afferma l’ad – soprattutto chi abita a Charvensod dovrebbe rendersene conto».

3,5 milioni di euro saranno destinati all’efficientamento energetico: «Principalmente alla riduzione di emissioni di gas e al cambiamento di bruciatori». Il resto andrà in nuovi impianti, «che vanno nell’ottica di seguire i settori evoluti dove servono sempre di più prodotti che hanno finiture, certificazioni e trattamenti particolari». Pirovano ribadisce infatti come l’azienda punti oramai più sullo sviluppo, che sull’aumento di produttività: «Destiniamo prodotti a settori di nicchia con margini migliori, piuttosto che puntare sulla massa di volume».

Buone notizie arrivano infine dal punto di vista delle assunzioni: «Attualmente siamo a 1144 lavoratori – racconta l’ad – nel 2018 abbiamo assunto 97 persone e nel 2019 abbiamo aggiunto ancora 65 persone di cui 15 a tempo indeterminato, più gli altri a tempo determinato che normalmente dovrebbero passare anch’essi ad un’assunzione definitiva». Entro la fine dell’anno, l’acciaieria si aspetta di aggiungere altri 15-20 nuovi lavoratori: «Finalmente – conclude Pirovano – un periodo dove si parla di più e non di meno».

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