L’industria del turismo scalda i motori. Con la zona gialla arrivano le prime prenotazioni

A spiegarlo il presidente Adava Filippo Gérard, soddisfatto anche per l'ordinanza regionale firmata da Lavévaz. Qualche perplessità, invece, viene sollevata dagli albergatori sugli aiuti anticrisi che il Consiglio Valle è chiamato ad approvare. Soprattutto su investimenti e lavoratori.
Filippo Gérard
Economia

È soddisfatto, il Presidente Adava Filippo Gérard. I resti di una stagione invernale mai cominciata sono ora alle spalle, sebbene le macerie, soprattutto dal punto di vista economico, si faranno sentire ancora per diverso tempo.

Con l’ingresso della Valle in zona gialla, si può però guardare ora in avanti, alzare la testa: “C’è soddisfazione anche per l’ordinanza del Presidente Lavévaz – spiega -, che ci fa fare passo in avanti di tre giorni permettendo così a tutti di lavorare durante il weekend. È un bell’incoraggiamento e una risposta a tutto il settore ricettivo e della ristorazione”.

Non ancora un ritorno alla normalità, ma poco ci manca: “Stanno cominciando ad arrivare le richieste e le prenotazioni – aggiunge ancora il presidente degli albergatori valdostani -. Certo succede tutto un po’ all’ultimo e non è facile, perché molti turisti devono ancora capire quando saranno chiamati per il vaccino oppure per il richiamo. Però vediamo dei segnali incoraggianti. Penso che, un po’ come lo scorso anno, sarà tutto un lavorare molto all’ultimo momento”.

Gli aiuti regionali e le perplessità dell’Adava

Mentre le strutture ricettive si preparano alla riapertura, e ad affrontare l’estate, il Consiglio Valle sarà chiamato ad approvare il nuovo pacchetto di aiuti economici da 80 milioni di euro per contro contrastare la crisi economica, conseguenza diretta dell’emergenza sanitaria.

E non è tutto oro quel che luccica. Nelle considerazioni che Adava scrive sulle misure di sostegno non mancano infatti le perplessità sollevate dagli albergatori.

Il lasso di tempo indicato in cui devono essere effettuati gli investimenti in beni strumentali o in opere è considerato troppo limitato – si legge nel documento -. “Dallo scorso mese di ottobre ad oggi le nostre attività sono rimaste di fatto chiuse. Alcuni colleghi particolarmente coraggiosi hanno approfittato di questa chiusura forzata per effettuare dei lavori finalizzati a farsi trovare maggiormente pronti in vista della ripartenza. Da una parte, quindi, questi ultimi verrebbero penalizzati in quanto hanno sostenuto tali costi in piena pandemia (e quindi prima del 1° giugno 2021), dall’altra non viene data la possibilità a chi non ha ancora avuto modo di farlo di investire nella propria attività, in quanto è impensabile possano essere avviate delle opere in piena stagione estiva. Pur capendo che non si possa andare troppo indietro nel tempo, siamo a proporre una soluzione intermedia che preveda di inserire quale nuovo termine temporale il periodo ricompreso tra il 1° marzo 2021 e il 30 giugno 2022”.

Questione di sostanza: “La non retroattività sugli investimenti non ci piace molto – spiega ancora Gérard -. Abbiamo imprenditori che hanno avuto coraggio di investire in piena pandemia, per poi sentirsi dire che la norma prevede il finanziamento a fondo perso solo dal 1° giugno. Per questo abbiamo chiesto una retroattività al 1° marzo. Abbiamo davanti quattro mesi in cui speriamo di lavorare, non di fare investimenti strutturali”.

Retroattività che è alla base anche di un altro “appunto” lanciato da Adava al Governo regionale, riguardo i lavoratori, con la richiesta di includere anche gli stagionali nelle misure a sostegno dell’occupazione estendendo a 3 o 4 (anziché 2) la durata minima del contratto di lavoro per poter beneficiare delle agevolazioni. Misura che dovrebbe avere carattere, appunto, retroattivo per evitare i problemi emersi la scorsa estate.

E sui dipendenti Adava aggiunge altro: “Il vincolo legato alla residenza nel territorio regionale dovrebbe essere superato – si legge ancora nel documento – in quanto discriminatorio dei molti nostri collaboratori che, sebbene siano legalmente residenti fuori Valle, sono ormai da tempo saldamente legati al nostro territorio e alle nostre imprese. Nel caso in cui si volessero comunque agevolare i lavoratori residenti in Valle, si potrebbe comunque prevedere un bonus ridotto del 50% per i lavoratori extraregionali”.

La stagione può partire

Intanto, l’“industria del Turismo” si è messa in moto: “Possiamo dire che la stagione può partire – conclude Gérard -. Nelle prime due settimane ci sarà probabilmente un po’ di quiete, ma non è per forza un male. Anche perché dobbiamo richiamare il personale, abbiamo cominciato a rifare i contratti, ad assumere nuovamente, a richiamare dalla cassa integrazione i dipendenti a tempo indeterminato, a far rientrare gli stagionali”.

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