Typicalp: otto alpeggi valdostani scelti per produzioni sperimentali

Il progetto, che si avvale di fondi europei, mira alla creazione di nuovi prodotti, processi, nuove pratiche di distribuzione e marketing dei prodotti caseari.
Piero Prola, Laurent Viérin e Christophe Darbellay
Economia

In tutto, “Typicalp – Typicity, innovation, competitiveness in alpine dairy products” durerà tre anni. La sua fase preliminare è partita nello scorso gennaio. Ieri pomeriggio, all’Ospizio del colle del Gran San Bernardo sono stati presentati gli obiettivi del progetto, finanziato anche da fondi europei per lo Sviluppo regionale, che vedrà la sua conclusione alla fine del 2021. «Typicalp vede un finanziamento dalla parte italiana di un milione e 533 mila euro e da parte svizzera di 740 mila franchi (circa 665 mila euro, ndr)», ha spiegato Piero Prola, presidente della Institut Agricole Régional, capofila del progetto per quel che riguarda l’area al di qua delle Alpi.

I finanziamenti e le sperimentazioni previste coinvolgeranno le attività di cinque alpeggi in Valle d’Aosta – Lo Baou nella Valle del Gran San Bernardo, Champillon, By e Les Moffes in Valpelline e Verney nella Valle del Piccolo San Bernardo – e di altri tre in Svizzera. Sabina Valentini, referente del progetto per la Rava, ha raccontato per sommi capi in cosa consiste Typicalp: «Si tratta di lavorare sulla qualità del latte e della razza bovina e di mantenere vive le nostre piccole e medie imprese grazie all’interazione tra enti di ricerca e aziende».

«Noi – continua Valentini – metteremo sul piatto le nostre conoscenze: in generale, un obiettivo sarà, partendo dalla tradizione, quello di creare nuovi prodotti e di pensare a delle innovazioni per i processi di produzione». L’operazione sarà supportata da laboratori mobili (uno per versante) per la trasformazione del latte, che si muoveranno tra le aziende coinvolte.

Un altro grande asse investe invece la tracciabilità dei prodotti, con metodi innovativi che coinvolgono la radio frequency identification e la blockchain nei processi di transazione, oltre che la messa a punto (curata dalla fondazione Links, ndr) di un modello di distribuzione locale che razionalizzi gli spostamenti per le spedizioni e le forniture, oltre che un rinnovamento del marketing.

I punti toccati, durante le due ore di presentazione, sono stati molti. Si è parlato di analisi sensoriali su otto tipi di formaggi, studiandone caratterizzazione, texture e “cartografia” del gusto. Ovviamente, dalla parte valdostana ci si concentrerà principalmente sulla Fontina, mentre nel Valais sulla Raclette. Si è parlato di valorizzazione della qualità delle erbe consumate dai bovini, di nuovi metodi di analisi sanitarie sugli animali tesi a gestire in modo più razionale l’uso di antibiotici, della creazione di nuovi prodotti e processi di produzione e della valorizzazione del siero prodotto dalla mungitura.

«Un progetto come Typicalp parte innanzitutto da una considerazione semplice – ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura Laurent Viérin – si sa che nei nostri alpeggi i costi di produzione sono elevati e spesso non proporzionati alla rendita, perciò si vuole sviluppare dei progetti di sviluppo durevole, intervenire sul ritorno turistico, sulla promozione: le nostre sinergie con gli amici del Valais sono pratiche che mirano ad un ritorno reale».

In questo senso, la Chambre du commerce della Valle d’Aosta si è messa a disposizione per «percorsi formativi e partecipativi rivolti ai conduttori – spiega la dirigente Laura Morelli – organizzando mission transfrontaliere che coinvolgono le imprese interessate, oltre a workshop di sensibilizzazione tecnica e per l’etichettatura e al tutoraggio per fare business commerciale con la Svizzera».

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