Un codice della neve? Cortinovis: “pensiamo piuttosto ad un patentito per chi fa fuoripista”

Il direttore del Soccorso alpino valdostano contrario alla proposta del Ministro per il Turismo di regolamentare con tanto di sanzioni chi fa fuoripista. "Le sanzioni non servono, bisogna piuttosto ragionare sulla formazione delle persone".
Alessandro Cortinovis
Economia

Un Codice della neve sulla scorta di quello stradale. E’ quello a cui sta lavorando in questi giorni il Ministro per il Turismo, Michela Vittoria Brambilla. Con tanto di regole e sanzioni per chi trasgredisce.
Certo il tutto è ancora in fase di definizione – martedì prossimo Regioni, Ministro, associazioni di categoria e operatori dovrebbero incontrarsi  – ma alcuni passaggi della proposta della Brambilla saltano subito agli occhi. Come l'idea di vietare il fuoripista quando le condizioni meteo non lo permettono e, con buone condizioni, di obbligare comunque gli sciatori che praticano tale disciplina, a farsi accompagnare da una guida alpina.

Critico su queste ipotesi il direttore del Soccorso Alpino valdostano, Alessandro Cortinovis: “bisogna iniziare a parlare di questi problemi con persone che la montagna la frequentano. Le sanzioni non servono, bisogna piuttosto ragionare sulla formazione delle persone e sulla consapevolezza di quello che in montagna vanno a fare”.

Il direttore del soccorso alpino valdostano rilancia la proposta dell'alpinista Hans Kammerlander, capo dell’elisoccorso altoatesino, che nei giorni scorsi aveva parlato di “Patentino per gli scialpinisti”. “Se molte discipline come l’immersione subacquea o il parapendio hanno scelto questa strada non vedo perché non si possa fare anche per lo sci fuoripista. E se non è proprio un patentino che sia almeno un corso di formazione obbligatorio”.

“E poi, se proprio vogliamo introdurre delle sanzioni – sottolinea Cortinovis – prevediamole per chi sceglie di fare fuoripista senza la giusta attrezzatura, Arva in primis, mettendo i soccorritori in ulteriore condizione di pericolo visto che aumentano i tempi dell’intervento”

Il Direttore del Soccorso alpino pensa in particolare piuttosto ad una multa come quella introdotta nel 2006 per chi attiva un intervento senza “giustificato motivo” o perché non in possesso dell’adeguata attrezzatura.

“L’introduzione di questa multa – spiega Cortinovis – ha funzionato come deterrente. Negli ultimi anni le chiamate per interventi banali si sono notevolmente ridotte”

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