Adottare un filare d’uva, ora è possibile anche in Valle d’Aosta

04 Agosto 2020

Un’opportunità originale per chi ama il mondo del vino. Sbarca anche in Valle d’Aosta e precisamente fra Quart e Saint-Christophe, nelle vigne Tzeriat e Rovettaz della famiglia Grosjean, l’iniziativa “adotta una vigna”. Comparsa per la prima volta in Piemonte una decina d’anni fa, la possibilità di adottare filari d’uva da parte di singoli cittadini si è diffusa rapidamente in varie regioni.

L’iniziativa consente agli appassionati di vini e vitigni di seguirne il corso di vita lungo un anno.

“Era da tempo che avevamo in mente di suggellare questo patto d’adozione”, spiegano Hervé e Simon Grosjean, ideatori del progetto. “Molti dei nostri clienti sono curiosi di conoscere le misteriose operazioni di cantina che ci sono dietro a una bottiglia: con quest’iniziativa avranno finalmente la possibilità di assistere alla nascita e alla maturazione del vino, per arrivare al calice finale”.

Il percorso di adozione si articola in diverse tappe che corrispondono alle fasi di produzione e lavorazione. Il primo step consiste nella scelta del Cru tra le vigne Rovettaz e Tzeriat, che hanno entrambe la caratteristica di essere tra i migliori terroir del centro Valle e che danno vita ad alcuni tra i più noti vitigni autoctoni della regione. Seguirà il certificato d’adozione e la ricezione immediata di una bottiglia di vecchia annata. Da qui in poi sarà possibile seguire la produzione in vigna e in cantina, partecipando con la Famiglia Grosjean ai momenti più importanti della stagione vinicola: la potatura (da gennaio a marzo), la legatura (in marzo e aprile), la vendemmia di settembre e tutte le altre operazioni di cantina.

L’adozione può essere fatta anche come “regalo”, tanto che viene offerta una visita della cave e del vigneto adottato in qualsiasi momento dell’anno, corredata da degustazione di varie tipologie di vini; a fine percorso, poi, una cassa di 6 bottiglie della nuova annata con etichetta personalizzata.

“La nostra idea è quella di far conoscere i vini e i vitigni eroici che nascono sulle nostre montagne”, concordano Hervé e Simon Grosjean, “ma anche di salvaguardare il paesaggio tipico e caratteristico creando una nuova forma di turismo, green, consapevole ed ecosostenibile”.

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