Affido diretto della progettazione del II lotto dell’area megalitica, insorgono gli ordini

04 Agosto 2017

Dopo il bando per la progettazione di Aosta Est gli ordini e i collegi tecnici della Valle d’Aosta sono pronti a rivolgersi all’Anac, l’autorità anticorruzione di Raffaele Cantone, per il secondo lotto dell’Area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans.

Nel giugno scorso la Regione ha affidato con procedura, senza previa pubblicazione di un bando di gara, la progettazione del II lotto al gruppo di professionisti che vede come capogruppo Copaco, per un importo di 234mila euro. Si tratta dello stesso gruppo di professionisti che aveva già curato il servizio di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva di allestimento del I lotto.

La decisione dell’Amministrazione regionale ha fatto insorgere gli ordini e i collegi tecnici che hanno, quindi, preso carta e penna e scritto agli uffici. I professionisti ricordano infatti come la procedura dell’affidamento diretto è possibile solo nel caso in cui i servizi possono essere forniti unicamente da un determinato operatore economico o se lo scopo dell'appalto consiste nella creazione o nell'acquisizione di un'opera d'arte. Condizioni che, secondo gli ordini e i collegi tecnici, non ricorrono nel servizio aggiudicato.

“Abbiamo chiesto un parere legale ed è emerso che per il tipo di servizio e l’importo doveva essere esperita una gara” spiega il vicepresidente dell’Ordine degli architetti, Claudio Borgis “Aspettiamo ora di vedere i chiarimenti che la Regione fornirà e poi se le spiegazioni non saranno sufficienti inoltreremo una segnalazione all’Anac anche perché non ci sono più i termini per un ricorso al Tar, i cui costi comunque non riusciremmo come ordini a sostenere”.

Ma non sono solo gli ordini e i collegi tecnici a voler fare chiarezza sulle procedure di affidamento del Parco archeologico. Anche la Corte dei Conti potrebbe infatti avviare degli approfondimenti. Nel 2010 il servizio di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva dell’intera area megalitica – 23mila metri quadrati di cui oggi circa 9mila ultimati –  era stato affidato, dopo una gara, al raggruppamento temporaneo di professionisti con capogruppo Copaco per 757mila euro.  “A causa di eventi sopravvenuti nel corso dell’esecuzione del contratto ed in particolare del fatto che, successivamente all’aggiudicazione sono emersi nuovi ed importanti ritrovamenti archeologici“ la Regione ha deciso di procedere con una progettazione frazionata “con il conseguente aumento dei costi oltre il limite del 50% dell’importo iniziale” ovvero 589mila euro.  La questione non è sfuggita alla sezione di controllo della Corte dei Conti valdostana che nella relazione sulla "Gestione dei cofinanziamenti regionali per interventi sostenuti con fondi comunitari” scrive di riservarsi “di procedere ad ulteriori approfondimenti in merito, soprattutto con riguardo ai profili di regolarità e legittimità delle procedure concorsuali”.

Nel febbraio scorso, quindi, l'Amministrazione regionale ha deciso di recedere il contratto con il gruppo di professionisti guidato da Copaco, salvo poi tre mesi dopo avviare con lo stesso raggruppamento una procedura negoziata per il II lotto per “garantire la continuità dei livelli di progettazione e per salvaguardare la realizzazione artistica del progetto esecutivo del II lotto”. 

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