Cgil: “Le politiche attive? Uno specchietto per allodole firmato Poste Italiane”
Le “politiche attive” di Poste Italiane? Uno “specchietto per le allodole”. A scriverlo in un comunicato è la Slc Cgil Valle d’Aosta: “In questi giorni si è dato il via alla riorganizzazione che ha toccato il servizio postale. Vanno bene le politiche attive messe in atto da Poste Italiane, ma come Cgil siamo preoccupati per l'occupazione. Abbiamo il 40% dei dipendenti con contratti a tempo determinato, una percentuale ancora troppo alta”.
A spiegarlo è la sindacalista Barbara Capelli, che aggiunge: “In Valle d'Aosta da 108 zone regolari si è passati a 80 macro-zone, con una riduzione del 20% dei postini. Ci troveremo davanti a dei paradossi con i comuni più piccoli, in cui viene distribuita la posta a giorni alterni, mentre in quelli più grandi verrà effettuato il servizio postale anche nel pomeriggio. Il problema si presenterà nella sua gravità fra un po' di tempo”.
Capelli è critica anche sulle “stabilizzazioni” del personale, una buona notizia, ma che nasconde una contraddizione: “In Valle d'Aosta le stabilizzazioni saranno 10 in 1 anno e sono poche. Con gli incentivi per andare in pensione anticipatamente si perderanno 9 postini e il prossimo anno ci sarà un'ulteriore diminuzione. La stabilizzazione è necessaria, perché il 40% dei contratti a tempo determinato è una percentuale alta, ma i numeri di stabilizzazioni, che ci vengono presentati, non sono ancora sufficienti per un territorio come quello valdostano. Quindi va bene il progetto delle politiche attive, anche se nei fatti sembra più uno specchietto per allodole”.
La ricetta è una sola, secondo la Cgil, ovvero assumere di più: “In una regione come la nostra servono più assunzioni e più stabilizzazioni. I nostri sono paesi con una particolarità territoriale. Non si può continuare a giocare sulla pelle dei lavoratori e il problema dei postini tocca tutta la comunità. Temiamo la reazione della gente, abituata a ricevere la posta ovunque, anche nelle zone più lontane dai centri abitati”.
La chiusura di Capelli ha il tono preoccupato, il rischio, secondo lei, arriva da internet: “Ne guadagnerà l'e-commerce, ma anche su questo bisognerà fare un ragionamento sul ruolo del postino, dove il rapporto con le persone è 1 a 1, e non sarà facile far accettare alle persone che non sarà più così”.