Tensioni fra Core informatica e sindacati. Salta l’accordo per la stabilizzazione dei precari
Acque agitate alla Core Informatica di Pont-Saint-Martin, l’azienda specializzata in servizi informatici e call center con 150 dipendenti, il 60% dei quali precari. Nei giorni scorsi è saltato l’accordo triennale di prossimità che prevedeva la stabilizzazione di sei lavoratori ogni anno. Troppo pochi, secondo i sindacati, che hanno deciso di non sottoscrivere l’accordo e che ieri hanno convocato in una lunga e animata assemblea i lavoratori.
“Come Fiom Cgil non firmiamo gli accordi di prossimità perché riteniamo che 12 mesi più 12 mesi di precariato siano più che sufficienti e dopo questo periodo il lavoratore debba essere stabilizzato” spiega il segretario Fabrizio Graziola “I lavoratori sono preoccupati, perché se non firmiamo, può succedere che alcuni lavoratori vengano lasciati a casa”.
Il sindacato era stato escluso dal tavolo delle trattative, ma ora spera per il prossimo incontro del 19 luglio in una convocazione.
“Non mettiamo in discussione i contenuti dell’accordo di prossimità” spiega Fausto Renna della Cisl “ma abbiamo ritenuto di non firmare in quanto non ritenevamo l’azienda rappresentativa dei problemi dei lavoratori”. Sul banco degli imputati “la gestione del quotidiano”. I carichi di lavoro, che generano stress e disagio, e la mancanza di prospettive per i lavoratori. “Per responsabilità diretta di chi dovrebbe gestire questo tipo di problemi. La nostra posizione è stata di non disgiungere i tavoli, ma portare tutto allo stesso tavolo perché per noi la serietà dei rapporti vale su tutti i tavoli, non può essere che su un tavolo superiore ci diano ascolto e su quelli che gestiscono il quotidiano i sindacati abbiamo un valore minore”.
Era invece pronta firmare l’accordo di prossimità la Uil. “Era stato approvato in assemblea dal 94% dei lavoratori” spiega Marco Iorio, funzionario della Uilm canavese con delega nazionale. “Per noi era essenziale portarlo a casa perché sono a rischio dei posti di lavoro, ma avendo solo la nostra firma non sarebbe stato valido. C’è una leggera spaccatura fra le sigle sindacali. In questa azienda ci sono difficoltà con alcuni lavoratori, ma noi avremmo voluto portare la battaglia su due tavoli separati”.