#VDA2030: una scommessa per un futuro sostenibile
“Perché il segno di un credo nei confronti dell’integrazione europea è giusto che alberghi in Valle d’Aosta?” Così l’Assessore all’Istruzione, Università, Politiche giovanili, Affari europei e Società partecipate Luciano Caveri ha aperto “#VDA2030” l’evento svoltosi ieri mattina, venerdì 5 novembre, presso il salone Maria Ida Viglino del Palazzo regionale.
Apertasi sulle note dell’Inno alla gioia di Beethoven eseguito dagli studenti del corso accademico del Conservatoire de la Vallée d’Aoste, la mattinata è servita a illustrare moltissimi temi, primo tra tutti, la presentazione dei risultati della programmazione 2014/20.
Programmazione 2014/2020: 312 milioni di euro per 12mila progetti
Come sottolineato da Alberto Vergani, esperto di sviluppo occupazionale, politiche e inclusione sociale del nucleo di Valutazione programmi e finalità strutturali: “Abbiamo visto la combinazione di una strategia dall’alto perché certamente si parla si è parlato e si parlerà di politica e di politiche regionali di sviluppo e di programmi di attuazione. Però c’è anche c’è stato e ci dovrà essere un importante processo di costruzione dal basso di quelle che sono le iniziative”.
In questo settennio, come riporta il video “Politica regionale di Sviluppo 14/20” proiettato prima dell’intervento di Vergani, l’Unione Europea, lo Stato Italiano e la Regione Valle d’Aosta hanno stanziato 312 milioni di euro che sono serviti a finanziare più di 12000 progetti avviati sul territorio. I finanziamenti, pur coprendo ambiti diversi hanno seguito tutti una logica di accrescimento economico e sociale del territorio e dei suoi abitanti. Per ciò che riguarda gli interventi infrastrutturali, sono stati posati più di 540 km di fibra ottica e installati 600 punti di accesso wi-fi. Parallelamente l’espansione della banda ultralarga nelle zone rurali ha permesso lo sviluppo di specifici modelli di agricoltura alpina.
In fatto di ricerca, sviluppo tecnologico e innovazione, con il bando per la creazione di unità di ricerca, alle imprese locali è stato permesso di svilupparsi in sinergia con il mondo accademico. Gli incentivi a favore dell’occupazione hanno prodotto l’assunzione a tempo indeterminato di più di 200 persone, più di 11000 persone hanno beneficiato delle risorse messe a disposizione per favorire il loro inserimento e reinserimento nel mondo del lavoro. In oltre 2900 disoccupati e 900 giovani hanno partecipato a corsi di formazione professionale.
Nell’ultimo anno del settennio invece parte dei fondi è stata destinata ai settori più esposti alla crisi pandemica venutasi a creare. La priorità è stata data al sostegno del sistema sanitario regionale, al mantenimento e all’incremento dei livelli occupazionali di piccole e medie imprese. Un’attenzione particolare è stata rivolta alle collaborazioni transnazionali con partner pubblici e privati.
Gli interventi di valorizzazione e di tutela del patrimonio culturale e naturale hanno dato origine a due progetti strategici. Il primo “Passavia della Valle d’Aosta” ha portato alla creazione del Cammino Balteo, percorso ciclopedonale di 378km che attraversa 78 comuni. Il progetto “Rete e cultura e turismo per la competitività” che ha consentito l’avanzamento dei lavori di allestimento dell’area megalitica di Saint Martin de Corléans e la realizzazione di alcuni interventi di restauro di alcuni castelli Valdostani.
Tra le altre cose parte dei fondi sono stati stanziati per la creazione di nuovi itinerari per la pratica dello sci alpinismo, per la stesura di raccolte di racconti sulla tradizione culturale valdostana, per lo sviluppo di app di tracciamento e riconoscimento della flora esotica invasiva e in generale per la protezione e la valorizzazione ambientale. Per ciò che riguarda l’agricoltura, un’attenzione particolare è stata rivolta alla conservazione dell’equilibrio idrogeologico dei versanti. Sono inoltre stati stanziati degli incentivi per le coltivazioni biologiche, per la salvaguardia delle razze bovine autoctone.
Si è favorita la creazione di più di 50 nuove imprese avviate o rilevate da giovani. Per ciò che riguarda il turismo sostenibile sono stati finanziati 64 progetti che hanno portato beneficio a quasi 120 aziende. Non sono state trascurate né l’educazione alla cittadinanza europea né la mobilità sostenibile. Uno degli obiettivi perseguiti dalla “Politica regionale di sviluppo 14/20” è stato quello di ridurre i consumi di energia e le emissioni di gas climalteranti degli edifici dellaa pubblica amministrazione. In ambito sociale sono state aiutate più di 1500 famiglie attraverso la cessione di voucher per la riduzione del costo di frequentazione degli asili nido.
I laboratori occupazionali per persone con disabilità avviati in questo sessennio hanno permesso a più di 60 partecipanti di acquisire competenze utili nel campo dell’agricoltura, della ristorazione e della sartoria. Infine sono stati sperimentati progetti pilota nell’ambito della telemedicina, particolarmente funzionali per le aree più remote del territorio.
Il “Quadro Strategico Regionale di Sviluppo Sostenibile 2030”
All’intervento del dottor Vergani è seguito quello della Dottoressa Nadia Petterle Coordinatrice del dipartimento politiche strutturali ed affari europei. La dottoressa ha affrontato il tema della genesi e della programmazione del “Quadro strategico regionale di Sviluppo sostenibile 2030”, della cornice programmatica unitaria del ciclo di programmazione 2021 2027 che definisce gli indirizzi e la governance per la predisposizione e l’attuazione della politica di coesione dell’unione europea. “Il quadro strategico è una cornice unitaria che serve per armonizzare e rendere coerenti e complementari tutte le attività di programmazione e attuazione dei vari programmi” spiega la dottoressa. Il quadro strategico si compone di 4 obiettivi di policy, una Valle d’Aosta più intelligente (OP1), una Valle d’Aosta più verde (OP2), una Valle d’Aosta più connessa (OP3), una valle d’Aosta più sociale (OP4) e infine una Valle d’Aosta più vicina ai cittadini (OP5).
In seguito il dottor Fabrizio Scotti, esperto Nuval in competitività di sistemi produttivi e delle imprese anche in riferimento al settore turistico culturale nonché ricerca sviluppo e innovazione ha illustrato il metodo seguito e le modalità attraverso le quali le istanze emerse dalle consultazioni sono state utilizzate nella definizione del documento strategico: “ è stato un percorso ragionato e strutturato in modo da poter procedere in maniera esperta per step successivi che si arricchivano degli esiti dello step precedente, non è stata lasciata indietro nessuna istanza.”
È toccato invece al dottor Ceccarelli, capo dell’osservatorio economico e sociale regionale, fornire un’analisi statistica dei dati raccolti attraverso le consultazioni online: ”Le indagini sul campo sono state due, una ha riguardato il partenariato socio economico e l’altra la società civile.” Per ciò che riguarda la società civile:” Ha risposto una parte di popolazione sostanzialmente adulta e occupata” e continua ”se la so componente femminile è più propensa a investire sull’aumento dell’occupazione e quindi sull’OP 4, la componente maschile è più sbilanciata sull’OP 1 e soprattutto sull’OP2, d’altra parte le donne sull’OP5 hanno una sensibilità maggiore, uno degli obiettivi più difficili da riportare e da percepire.” Rispetto al passato il documento presenta una sostanziale novità, coniuga al suo interno principi di sviluppo sostenibile. Come spiega Santa Tutino, dirigente della struttura biodiversità sostenibilità e aree naturali protette: “L’agenda 2030 ONU rappresenta lo strumento guida che traccia gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e individua 169 traguardi da raggiungere entro il 2030, l’agenda 2030 è stata recepita in Italia con la Strategia Nazionale dello Sviluppo sostenibile che dando attuazione all’agenda 2030 ne riprende i 5 focus principali, Persone, Pianeta, Prosperità, Pace e Partnership” Per ciò che riguarda invece il “Quadro Strategico Regionale di Sviluppo sostenibile 2030” questo prevederà:” Prima di tutto un posizionamento rispetto alla strategia nazionale e all’agenda 20-30 il più possible reale che rispecchi la realtà valdostana. Dovrà contenere obiettivi regionali e azioni prioritarie e la definizione di un sistema di indicatori e di un piano di monitoraggio e revisione e assicurare il raccordo tra obiettivi strategici regionali, strumenti di attuazione e Defr.”
I Programmi Cofinanziati dai Fondi Europei per il periodo 2021/2027
Successivamente sono stati presentati i Programmi cofinanziati dai Fondi Europei per il periodo 2021/27.
Per quanto riguarda il programma FESR 2021-2027, la Dottoressa Francesca Barrucco autorità di gestione del programma, ha riportato:” La dotazione complessiva sarà pari a oltre 92 milioni di euro. Si tratta di circa 27 milioni in più rispetto alla programmazione 14-20. Questa dotazione è suddivisa in quote di cofinanziamento, l’Unione Europea contribuirà per il 40%, lo Stato Italiano per il 42% e la regione per il 18%. Sulla base di quelle che sono le disposizioni regolamentari adottate a giugno e gli indirizzi che la giunta regionale ha già dato in merito alla definizione dei nuovi programmi. La concentrazione delle risorse sarà pari almeno all’85 % rivolta a interventi nell’ambito dell’obiettivo di policy 1, Quindi un’Europa più intelligente e l’obiettivo di policy 2 ovvero un’Europa più verde. Le restanti risorse saranno destinate a interventi per la valorizzare della cultura e del turismo. Entrando un po’ più nello specifico in ambito dell’Op1 saranno finanziati interventi finalizzati a sviluppare e rafforzare la ricerca e l’innovazione e sostenere la digitalizzazione dei cittadini, delle imprese e della pubblica amministrazione e a rafforzare la competitività delle piccole e medie imprese. Per quanto riguarda la parte relativa all’Op2, quindi un’Europa più verde, saranno finanziati interventi finalizzati a promuovere l’efficientamento energetico, a promuovere quelle che sono le energie rinnovabili nonché l’adattamento ai cambiamenti climatici. Oltre a questo si aggiungono anche interventi volti alla promozione della mobilità sostenibile. In fine nell’ambito dell’Op4, un’Europa più sociale saranno finanziati interventi finalizzati a rafforzare il ruolo della cultura e del turismo anche attraverso la riqualificazione e la valorizzazione dei beni culturali in chiave più di inclusione sociale e di partecipazione delle comunità locali.”
A presentare il programma regionale FSE+ è stato Gianluca Tripodi, Autorità di Gestione del programma che lo definisce: “In due parole: investire in capitale umano. Nelle presentazioni iniziali del contesto di riferimento è emerso come l’Op4 sia quello più rilevante e percepito dalle persone come priorità, oggi più che mai in un momento di crisi sociale e economica ma anche in un moneto di transizione verso il futuro dello sviluppo sostenibile della Valle d’Aosta.” E continua:” Oltre al Fondo Sociale Europeo sono state integrate anche altre priorità, faremo quello che abbiamo fatto fino ad oggi ma lo faremo in modo diverso, integrando e sperimentando nuovi strumenti e altre priorità. Importante notare come questi programmi dialogano anche con altri programmi e questo è fondamentale oggi per definire gli ambiti di demarcazione di quello che farà il fondo sociale europeo e quello che faranno anche gli altri programmi sempre cofinanziati dall’Unione Europea o dai fondi nazionali.” Per quanto riguarda gli ambiti di intervento:” Rispetto ai 5 obiettivi di policy il Fondo Sociale Europeo interverrà esclusivamente sull’ Op 4, un’Europa più sociale, tuttavia in ambito di politica regionale di sviluppo concorrerà in maniera rilevante investendo in capitale umano contribuendo anche al raggiungimento di una Valle d’Aosta più intelligente, più verde e più vicina ai cittadini. Il regolamento prevede che l’FSE + si divida in 14 obiettivi specifici a loro volta aggregati in 3 ambiti: quello dell’occupazione, dell’istruzione e formazione e quello dell’inclusione e deprivazione materiale. È stato fatto un grosso percorso di concentrazione e come autorità di gestione abbiamo ascoltato i nostri interlocutori principali. Il ruolo del partenariato è stato fondamentale per definire le priorità e i contenuti del nostro programma. Siamo partiti da 54 linee di azione, questo è quello che è emerso come ricognizione di partenariato. Sono stati definiti 20 cluster. Se dovessimo dire oggi come investirà FSE + nella politica regionale di sviluppo abbiamo 5 linee di azione: Politiche attive del lavoro, formazione e competenze, occupazione femminile, inclusione attiva e azione di sistema e di governance. Alcuni interventi saranno in continuità con ciò che è sempre stato fatto come FSE. Altri porteranno innovazione, come ad esempio il welfare aziendale, che sarà uno degli ambiti su cui andremo a intervenire. Saranno adottati poi nuovi strumenti attuativi, ad esempio la voucherizzazione. Primo cardine del passaggio verso la nuova programmazione è stata l’adozione del DGR 1000 nel quale a fronte di 14 obiettivi specifici ne sono stati individuati dalla giunta regionale 7 sui quali andare a costruire la nuova programmazione. Abbiamo anche individuato attraverso questa DGR le concentrazioni tematiche che ci sono state richieste dai regolamenti Europei. Fondamentale è il passaggio della capacity building del partenariato che non è un obbligo regolamentare ma un’opportunità che abbiamo voluto raccogliere destinando il 2% del programma a sostenere attività connesse al fondo sociale europeo, individuando il miglioramento dell’accesso prioritario e tempestivo a servizi di qualità come obiettivo specifico di riferimento .Per quanto riguarda l’ adozione finanziaria l’FSE+ potrà contare su 81,5 milioni di euro di cui 32,62 finanziati dall’ Unione Europea. Rispetto alla dotazione del 14-20 abbiamo un aumento del 57%. Questo ci dà la dimensione della sfida che dovremo raccogliere come autorità di gestione. I prossimi passi da qua a fine mese saranno la definizione degli assi del programma a livello regionale e la definizione degli interventi puntali che porteremo a termine nel periodo 22-25.”
I programmi di cooperazione territoriale, in fase di definizione, sono stati illustrati dal Dottor Davide Genna capo dell’ufficio di rappresentanza a Bruxelles della Regione Valle d’Aosta:” La dotazione finanziaria quota FESR del programma Alcotra Italia-Francia è stata individuata circa a 182 milioni di euro e siamo in una buona fase di avanzamento. A livello di comitato di sorveglianza abbiamo approvato le linee di intervento e confidiamo di presentare il programma alla commissione Europea entro il mese di gennaio prossimo. Questo per consentire l’uscita della prima chiamata a progetti prima dell’estate.” Per quanto riguarda il programma Alcotra Italia-Svizzera invece il dottor Genna avverte:” Scontiamo un leggero ritardo in fase di avvio che contiamo di recuperare. Ci stiamo incontrando settimanalmente a livello tecnico per giungere alla definizione di un programma nel più breve tempo possibile. Prevediamo la presentazione del programma entro il mese di aprile, affinché poi si possa uscire con le prime chiamate a progetti già in estate o in autunno . Gli ambiti di intervento non si discostano tanto da quelli della precedente programmazione. Il valore finanziario del programma spazio alpino è di circa 107 milioni di euro. Il progetto è già stato presentato in commissione europea ed è in attesa di formale approvazione. L’evento di lancio è programmato per il 18 novembre prossimo. Per ciò che riguarda Central Europe anche queso programma è stato presentato alla commissione europea e si attende la formale adozione. L’intenzione intenzione è di uscire con i primi bandi anche prima dell’adozione del programma del punto di vista formale. Per il programma MED la dotazione FESR è di 225 mln euro. Si prevede di presentare il progetto verso febbraio o marzo affinché la prima chiamata a progetti abbia luogo per inizio estate.”
Il dottor Alessandro Rota, Autorità di Gestione del Programma di Sviluppo rurale ha fornito uno stato dell’arte del biennio di transizione 2021/2022 precedente all’avvio della nuova programmazione 23/27 e qualche accenno agli elementi conoscitivi della nuova PAC.
“L’estensione si è resa obbligatoria perché i mezzi per la nuova programmazione non sono ancora pronti, quindi il motto è vecchie regole con nuovi fondi. Il programma è stato ulteriormente finanziato con un regolamento di fine 2020, il 22/20 che ha assegnato al nostro programma 45 milioni di euro ulteriori complessivi nel trico finanziamento Unione Europea stato e regione. Questi finanziamenti sono molto importanti perché permettono di continuare a sostenere il settore agricolo nel biennio 2021-22 attraverso le misure di sostegno al reddito e le misure ambientali che rappresentano più del 60% del programma, per investire nelle graduatorie per gli investimenti aziendali tutt’ora aperte e proseguire con l’approccio leader che vale il 5% del programma. Una caratterizzazione di questi fondi aggiuntivi per il biennio 2021/22 è rappresentata da questi 5 milioni di euro per la next generation che noi impiegheremo per un nuovo bando per i giovani agricoltori e per finanziare due linee di natura agroambientale nel 2022. Questo biennio di estensione si sovrappone a una fase di nuova programmazione attraverso una serie di incontri con il ministero che sta accelerando i lavori per la redazione di un nuovo piano strategico per la PAC 21-27. Stiamo attraversando una fase di sovrapposizione, dobbiamo chiudere il programma attuale e collocarsi dentro un quadro che non sarà più esclusivamente regionale ma nazionale. Questo dice la proposta regolamentare di ottobre dove confluirà l’insieme dei due principali pilastri della politica agricola comune, il primo, quello dei pagamenti diretti e dell’organizzazione comune di mercato, e il secondo che è un po’ più vicino a noi perché è sempre stato regionalizzato, cioè quello dello sviluppo rurale. Il rischio è quello di un allontanamento della fase decisoria che fino ad adesso è stata dentro un programma regionale e adesso sconterà un inquadramento nazionale e una nostra caratterizzazione dei principali interventi. Questa corsa vedrà entro il 31/12 una presentazione alla commissione europea di una prima bozza del piano strategico della PAC 23-27. Cambia l’architettura ma in realtà gli interventi principali dentro il nuovo quadro replicano quelli che già conosciamo. La bozza prevede 8 interventi ma sono quelli che già conosciamo. Ad una preoccupazione delle regioni di vedere allontanato un intervento di programmazione che fino ad adesso è sempre stato regionalizzato, si contrappone la consolazione di vedere interventi che conosciamo già bene e che potremo caratterizzare attraverso degli elementi che stiamo già inserendo e attraverso bandi che saranno regionalizzati “ Tra gli interventi previsti per il PSP 2023/2027 troviamo gli impegni agro-clima-ambientali, la compensazione dei vincoli naturali, che gli agricoltori già conoscono come “verde agricolo”, la compensazione per svantaggi specifici, l’insediamento di giovani agricoltori e “nuovi agricoltori”, la gestione del rischio, unico intervento che resterà gestito a livello nazionale, il già citato intervento di cooperazione e leader, gestito a livello territoriale e alcuni interventi finalizzati allo scambio di conoscenze e alla diffusione dell’informazione.”
Il Patto per una Valle d’Aosta Sostenibile 2030
Il Patto per una Valle d’Aosta Sostenibile 2030è stato presentato con un breve video e l’intervento di Angela Rosa Rollando esperta del Nuval in sviluppo rurale e locale, che ne ha presentato i tratti principali: “Il Patto rappresenta uno strumento per condividere un impegno comune e per andare verso una valle d’Aosta più sostenibile. Vuole essere un approccio territoriale unitario intersettoriale e olistico. Il patto è contestualizzato all’interno della cooperazione europea. La coop in Valle d’Aosta è particolarmente importante nei suoi assetti transfrontalieri interregionali e transnazionali e all’interno della strategia EUSALP. Questo patto è strettamente connesso al PNRR e vuole essere uno strumento operativo comune e quotidiano e mi fermo a sottolineare l’importanza gesti quotidiani che ciascuno fa per raggiungere l’obiettivo della sostenibilità che dev’essere ambientale sociale ed economica. Questi piccoli cambiamenti quotidiani possono davvero portare a cambiamenti positivi e cruciali per le nuove generazioni e i soggetti firmatari si impegnano in maniera reciproca, non ci saranno dei controllori, sarà un impegno reciproco che ciascuno si prenderà nei confronti degli altri e della società valdostana. Tutto ciò viene contestualizzato all’interno del Quadro Strategico Regionale Sostenibile 2030”. Riferendosi a una Valle d’Aosta più intelligente troveremo declinate delle azioni concrete rivolte al sostegno alla ricerca e della competitività, allo sviluppo della digitalizzazione e all’innovazione sociale, così come per raggiungere una Valle d’Aosta più verde al 2030 troveremo delle azioni declinate alla decarbonizzazione, alla tutela della biodiversità, allo sviluppo dell’economia circolare, alla lotta al cambiamento climatico e alla salvaguarda del patrimonio agrosilvopastorale. Per una Valle d’Aosta più connessa si far riferimento al miglioramento del sistema dei trasporti pubblici, al rafforzamento infrastrutturale digitale e al miglioramento generale degli spostamenti fisici o meno per una Valle d’Aosta più sociale . Si fa inoltre riferimento al sostegno occupazionale e all’ innalzamento di qualità e efficienza del sistema scolastico e informativo con particolare riguardo all’interno delle azioni che vengono declinate alla lotta contro le discriminazioni di genere Infine una Valle d’Aosta più vicina ai cittadini è declinare nella nostra quotidianità un approccio smart villages ovvero quel migramento dei servizi di pubblico interesse specie nelle aree più marginali. Il patto può essere firmato già in questa sede o successivamente presso il dipartimento politiche strutturali e affari europei oppure digitalmente. Possono sottoscrivere il patto i componenti de tavolo permanente ma anche le imprese, le organizzazioni, le associazioni e le varie forme organizzative della società civile. Dopo firma del patto inizia il lavoro di condivisione quotidiano. Questa non è una nuova partenza ma una ripartenza insieme. L’elenco dei sottoscrittori verrà pubblicato e periodicamente aggiornato all’interno del canale Europa sito istituzionale di regione. L’adesione al patto comporterà la possibilità per coloro che firmano di beneficiare di alcuni strumenti di premialità che potranno essere stabiliti dalle diverse autorità di gestione all’interno dell’attuazione dei fondi21-27. Infine, il patto verrà monitorato dal nucleo di valutazione Nuval.