Alfano ad Aosta: “Se tutti i Comuni partecipassero ad accogliere i migranti non avremmo problemi”

09 Ottobre 2016

"In Italia sono arrivati 150 mila immigrati: se tutti gli otto mila Comuni esistenti partecipassero nell'accoglierli non ci sarebbero problemi". L'immigrazione è stato uno degli argomenti più battuti questa mattina, durante la visita del ministro degli Interni Angelino Alfano nel salone del Palazzo regionale di Aosta. Il ministro si è rivolto ai giovani amministratori che hanno partecipato all'edizione di quest'anno della Scuola per la democrazia, organizzata dall'associazione Italia decide, di cui è presidente Luciano Violante.

L'attenzione era centrata soprattutto sugli aspetti problematici che il fenomeno migratorio può portare agli Enti locali. "Siamo riusciti a distribuire i migranti in maniera equa nelle varie regioni, a seconda del numero della popolazione – spiega Alfano, rivolgendosi agli studenti della scuola di formazione – ma resta il problema di far calare quest'equità al livello dei Comuni".

Il ministro ha insistito molto sulla necessità di responsabilizzare l'azione dei sindaci italiani: "C'è il Comune che si rifiuta di accogliere e dice ai suoi elettori 'guarda come sono bravo' – insiste – ma questi atteggiamenti concorrono soltanto ad alterare in maniera negativa la proporzione tra cittadini e migranti nei paesi che invece accolgono". Il leader del Nuovo Centrodestra ha fatto sapere che il Governo sta preparando "un sistema premiale", che avvantaggi in termini finanziari quelle Amministrazioni comunali che si dimostreranno maggiormente pronte a collaborare con lo Stato per ospitare gli stranieri.

Alfano ha poi rifiutato l'accostamento a priori tra fenomeno dell'immigrazione e sicurezza, rivendicando l'azione del suo dicastero: "Il 2015 in Italia è stato l'anno record di sempre per minor numero di omicidi – ricorda – e quest'anno il turismo è aumentato del 10 per cento in Italia e del 36 a Lampedusa".

L'altro argomento più dibattuto ha riguardato i poteri dei primi cittadini: "C'è un divario tra le aspettative dei citttadini che li eleggono direttamente, pensando quindi di dare un mandato forte, e gli effettivi poteri di cui dispongono". "Siamo in una fase in cui molto potere è in mano ai burocrati – continua il ministro – a cui spesso viene la tendinite piuttosto che mettere una firma e prendersi la responsabilità di qualcosa che va fatto in un Comune".

Sul tema, Alfano ha fatto sapere che ad oggi sono attive 537 unioni di Comuni per svolgere servizi associati, alle quali partecipano più di un terzo di tutti i Comuni e che quest'anno sono avvenute 29 fusioni. "La nostra vera identità nazionale è rappresentata dai Comuni – sottolinea però il ministro – per cui penso sia meglio lavorare sull'unire i servizi, senza cancellare i campanili".

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