Anche Aosta pensa alle “Bibliocabine”, dove ai vecchi telefoni si sostituiscono i libri

26 Gennaio 2022

Anche ad Aosta si andrà verso la creazione delle “Bibliocabine”, la trasformazione delle ormai desuete cabine telefoniche pubbliche in vere e proprie piccole biblioteche urbane.

A chiedere di attivare l’iniziativa anche ad Aosta è stata la consigliera della Lega Sylvie Spirli, che in aula ha spiegato: “Questo fenomeno può essere applicato anche alla città di Aosta con un duplice obiettivo: promuovere la cultura tra la cittadinanza e recuperare spazi urbani inutilizzati migliorando il decoro. Le Bibliocabine sono state adottate ormai da molte città come Milano, Roma e Torino. Con questa mozione vogliamo impegnare l’Amministrazione comunale ad avviare in primis un’interlocuzione con la compagnia telefonica e poi ad avviare assieme agli Uffici un iter per attivare anche qui la prima Bibliocabina”.

Palla colta al balzo dall’Assessore alla Cultura Samuele Tedesco, che spiega in realtà come le prime mosse siano già state messe in campo: “Grazie al Capo di gabinetto i primi contatti con Telecom Italia sono già avvenuti. In risposta, la compagnia ha chiesto all’Ente di fornire il progetto e di spiegare le motivazioni sociali e culturali e l’ubicazione di interesse. La cessione della Bilbiocabina, dopo la verifica di interventi fuori standard da fare, avviene a titolo gratuito. Una volta ceduta al Comune tutte spese sono in carico all’Ente. È il primissimo passo per elaborare il progetto nella sua interezza. La mozione mi trova particolarmente d’accordo”.

Non solo l’Assessore, però, visto che dopo un emendamento l’atto viene approvato da tutto il Consiglio.

A questo, si lega però un altro progetto in nascita, che Tedesco spiega per sommi capi: “Nelle nostre due biblioteche comunali c’è già un punto per scambiarsi i libri. Stiamo perfezionando gli atti amministrativi per accogliere la donazione di un privato per una struttura adatta al bookcrossing, e pensavamo di inserirla in una frazione alta del Comune per rafforzare lo scambio di cui giustamente parlava la collega Spirli”.

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