Aps, parlano i 3 dipendenti comunali: “Anziché essere mandati via, abbiamo preferito dimetterci”
Aps SpA, secondo atto. Ad essere audito oggi in V Commissione, quella che si occupa di ‘Controllo e Garanzia’, e dopo il polverone sollevatosi nei giorni scorsi, è stato l’intero Consiglio d’amministrazione della partecipata del Comune di Aosta.
In discussione, alla ricerca di un po’ di chiarezza, c’erano le dimissioni dei tre dipendenti comunali all’interno del cda (i funzionari Gianluca D’Introno, Laura Morelli e Giuseppe Sposato) che hanno determinato la decadenza, di conseguenza, del Presidente Guido Grimod e del suo Vice Sergio Vitali.
Dimissioni che i dipendenti comunali non riconducono a ‘screzi’ interni: “Questo nostro atto – ha infatti spiegato Laura Morelli – nulla ha a che vedere con la gestione della società né con il clima all’interno del cda dove a volte abbiamo discusso, non sempre ci siamo trovati d’accordo, ma che ha lavorato nel migliore dei modi e nel quale ci siamo sempre trovati bene”.
Le motivazioni si trovano in una serie di fatti elencati proprio in Commissione: “Martedì 3 novembre – prosegue Morelli – c’è stato un incontro tra il Sindaco, la Vicesindaca, il Segretario generale, il Dirigente Franco e noi tre in cui è stato detto che il nuovo cda si sarebbe insediato a fine del mandato, alla sua scadenza naturale. Il 5 novembre intercettiamo casualmente il documento di convocazione della IV Commissione scoprendo che saremmo stati revocati entro il 31 dicembre. Abbiamo espresso amarezza per le modalità con le quali abbiamo saputo della revoca, contando quanto dettoci neanche 48 ore prima e abbiamo fatto notare alcune perplessità visto che l’articolo 18, comma 4 dello Statuto APS dice che il cda intero, in questo modo, sarebbe decaduto. Quindi, consapevoli che le nostre dimissioni non avrebbero provocato effetti diversi, piuttosto che essere mandati via abbiamo deciso di andarcene prima noi”.
Sulla stessa linea anche gli altri due funzionari: “Abbiamo lavorato bene e portato buoni risultati per l’Azienda – spiega D’Introno – e un provvedimento di revoca ci è sembrato una bocciatura nei nostri confronti”. Poi, sulla questione dei compensi specifica: “Percepiamo alcuni straordinari, vero, ma non certo molti. Anzi, io ho personalmente pagato un’assicurazione di 170 euro annui in qualità di amministratore, e l’ho fatto di tasca mia, non tramite il Comune né APS”.
“Già a marzo sapevamo della riduzione – spiega invece Sposato – ma tutti l’hanno interpretata diversamente. L’impianto della legge 90 ci aveva rassicurato, e Sindaco e Segretario ci hanno detto che saremmo arrivati al termine naturale del mandato”.
Alla base di tutto c’è quindi l’interpretazione che i tre funzionari hanno dato al Piano di riorganizzazione delle partecipate. “A pagina 30 e 31 – prosegue Morelli – il Piano indica alcune azioni per risparmiare, la come riduzione membri, ma non dice debba essere fatta entro il 31/12. È una proiezione, così l’avevamo letta noi”.
La palla passerà ora alla V Commissione che ha deciso di puntare su un’altra audizione, quella del Dirigente Stefano Franco, che ha firmato la delibera di riduzione dei membri del cda e col quale si cercherà di fare chiarezza sull’interpretazione data ai termini definiti dal POR e sulla riduzione del Consiglio di amministrazione di APS.