Bon Chauffage: difficile accertare il reddito degli stranieri

Dalle pagine del suo blog Enrico Tibaldi, consigliere del Pdl solleva il problema dei contributi "distribuiti con eccesso di zelo nei confronti dei valdostani e con estrema disinvoltura a vantaggio degli extracomunitari".
Enrico Tibaldi, consigliere regionale PdL
Politica

Continua a scatenare polemiche il nuovo Bonus riscaldamento, approvato recentemente dalla Giunta regionale. Dopo l’Alpe che solleva criticità in merito all’esclusione dal contributo di una larga fetta di valdostani, arriva ora il consigliere del Pdl Enrico Tibaldi che dalle pagine del suo blog solleva un altro problema. Ovvero se i 60mila euro di reddito massimo imponibile, necessari per accedere al Bon de Chauffage, possono essere facilmente verificati per i cittadini italiani, altrettanto non si può dire per gli stranieri. Scrive Tibaldi" Se prendiamo ad esempio una famiglia straniera, come facciamo ad accertare l’effettivo reddito complessivo nell’eventualità che una parte di esso sia stato prodotto all’estero e, in particolare, se la soglia di 60 mila euro venga superata o meno? Potrebbero infatti esistere fonti di reddito non attestabili, non certificabili o non accertabili tramite i servizi amministrativi italiani e noi – intendo la Giunta regionale – consentiamo che, presentando una semplice dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, la stessa famiglia extracomunitaria possa avere diritto all’erogazione del contributo ex legge regionale 43/2009."

Insomma gli stranieri possono dichiarare redditi inferiori ai 60mila euro senza che nessuno "sia in grado di verificarne in tempo debito la veridicità e la fondatezza. Ipotesi che è ovviamente esclusa per qualsiasi valdostano."

Per il consigliere Pdl quindi "la materia dei servizi pubblici resi in termini di agevolazioni o benefici a favore dei cittadini residenti merita un approfondimento urgente e ad ampio spettro: si tratta di un paniere di contributi che non possono essere distribuiti con eccesso di zelo nei confronti dei valdostani e con estrema disinvoltura a vantaggio degli extracomunitari. Non voglio sconfinare nel razzismo, perché non è un principio che mi appartiene, ma non accetto nemmeno che, sotto il vessillo dell’integrazione ad ogni costo, i valdostani siano trattati da poveri fessi."

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