Casinò, la ricapitalizzazione e il piano di risanamento martedì in aula
Arriverà in aula la prossima settimana il piano di risanamento e il disegno di legge di ricapitalizzazione della casa da gioco. La quarta commissione ha dato oggi parere positivo al Dl a maggioranza, con l'astensione del gruppo Uv, dopo aver ascoltato questa mattina i sindacati che sono tornati a chiedere il ritiro della procedura sui licenziamenti collettivi.
“Un’arma di ricatto per condizionare il voto assembleare” definisce Giorgio Piacentini della Cisl il mancato ritiro della 223. “Il ritiro serve a ripristinare una situazione di normalità al tavolo delle trattative” spiega Vilma Gaillard della Cgil “E’ vero che siamo all’interno della procedura e quindi al tavolo ci siederemo ma secondo noi è corretto che la procedura venga superata".
I sindacati sono pronti anche ad utilizzare lo strumento dello sciopero. "Se non ci sarà un accordo la procedura in ogni caso non risponderebbe alle esigenze organizzative contenute nel piano.” sottolinea ancora Gaillard. "I licenziamenti collettivi sono un danno – aggiunge Piacentini- perché se vanno avanti quest’azienda non potrà essere gestita".
Scontro fra l'Amministratore unico e la minoranza
"Un caso Alitalia l’abbiamo già avuto, e se non hanno la volontà di replicarlo in Val d’Aosta i sindacati hanno qui una bella chance per dimostralo, e dimostrare di avere, oggi, in Italia, un ruolo importante per tutelare il bene dei loro iscritti; dopodiché, se invece loro vogliono fare politica… beh, io non voto in Valle d’Aosta”. Le dichiarazioni rilasciate dall'Amministratore unico della Casa da gioco, Giulio Di Matteo non sono piaciute alla minoranza.
Union Valdôtaine, Partito Democratico e Epav si dicono in una nota "preoccupati dalle sue discutibili dichiarazioni". I tre gruppi di opposizione ricordano come all'Amministratore sia stato affidato "un mandato politico rispetto al quale tutti i rappresentanti dell’Amministrazione hanno il diritto di esprimere le loro opinioni, senza dover chiedere al diretto interessato eventuali autorizzazioni".
"Ci permettiamo altresì ricordare all’Amministratore unico che la qualifica di incaricato da parte di un socio a capitale pubblico presuppone un’attitudine istituzionale che diventa difficile riconoscere nel paragone tra la situazione della Casa da gioco ed il "caso Alitalia", oppure nell’affermare orgogliosamente di non votare in Valle d’Aosta" – proseguono i tre gruppi di opposizione – Riteniamo infatti che, riguardo alla situazione del Casinò, la parola d’ordine di qualsiasi attore coinvolto nella stessa debba essere "responsabilità", senza la quale diventa difficile anche solo intravedere una via d’uscita".