“Una brutta pagina della democrazia”. L’accusa rimbalza all’indomani dell’adunanza del Consiglio Valle da Lega e Mouv ai 17 della “pseudo” maggioranza. Il motivo? La mancata iscrizione di due risoluzioni che ha portato all’abbandono dell’aula da parte del Carroccio.
“La maggioranza, ormai orfana di numeri, ha dimostrato tutta la propria inadeguatezza, rifiutando la proposta dell’intera opposizione di affrontare soltanto i punti prioritari del dibattito” sottolineano in una nota Lega Vallée d’Aoste e Mouv’.
La seduta, non convocata in notturna nonostante i 60 punti all’odine del giorno, ricordano i due gruppi, era stato oggetto di una proposta considerata ragionevole da tutta l’opposizione, ovvero discutere soltanto due, delle tredici mozioni rimanenti, più due risoluzioni: quella sul Palazzo Cogne, che chiedeva una perizia urgente e una soluzione per gli utenti della struttura, e quella relativa alla revoca della nomina dell’avvocato esterno alla struttura regionale.
“Questo rifiuto – sottolineano i Consiglieri di Lega VdA e Mouv’ -, possibile solo a causa della necessità di 24 voti per l’ammissione di nuovi punti all’ordine del giorno, evidenzia bene il grado di agitazione e impreparazione della rimaneggiata “maggioranza”, orfana del Consigliere Sorbara e digiuna, secondo quanto dichiarato in Aula e in Conferenza Capigruppo, delle nozioni giuridiche per sostenere il dibattito proprio sulla nomina.”.
La replica dei 17 della maggioranza
Sull’altro fronte Uv, Uvp, Alpe, Stella Alpina e Gruppo misto si scagliano contro il Carroccio, uscito dall’aula prima del voto di una mozione, accusandolo di “comportamento inqualificabile” .
“Al nostro diniego di accogliere l’iscrizione di una risoluzione perché avrebbe richiesto un approfondimento giuridico impossibile da farsi nel tempo disponibile e avendo ancora oltre dieci mozioni da affrontare, – scrive la maggioranza in una nota – i leghisti hanno reagito in modo scomposto, dando segni di insofferenza per il protrarsi della discussione e mancando totalmente del rispetto dovuto al dibattito in corso.”
I Consiglieri della maggioranza concludono: “Fino a prova contraria, l’Aula del Consiglio regionale è ancora un luogo di confronto libero e richiede un comportamento consono, anche quando le cose non vanno esattamente come si vorrebbe. Certi atteggiamenti minacciosi e ricattatori non ci spaventano e non ci appartengono”.