Costi Politica, Nicco: “Bisognava ridurre prima il numero dei parlamentari”

“E' singolare – ha spiegato Nicco - paradossale ed anche un po' ridicolo che i governatori delle Regioni abbiano chiesto al Presidente Monti di intervenire con un decreto-legge su un tema, i costi della politica, su cui le Regioni hanno competenza diretta
Roberto Nicco
Politica

“Prima di chiedere alla Regioni di ridurre il numero dei Consiglieri, per non rischiare di essere grotteschi, avremmo dovuto, e da tempo, procedere intanto noi, concretamente, a quella riduzione del numero dei parlamentari di cui parliamo, a vuoto, da troppi anni”. Cosi il deputato valdostano, Roberto Nicco intervenendo oggi in aula nella discussione sul decreto legge sui costi della politica.

“E’ singolare – ha spiegato Nicco – paradossale ed anche un po’ ridicolo che i governatori delle Regioni abbiano chiesto al Presidente Monti di intervenire con un decreto-legge su un tema, i costi della politica, su cui le Regioni hanno competenza diretta”.

Il deputato valdostano ha ricordato nel suo intervento le ultime dichiarazioni del Presidente della Corte dei Conti, Giampaolino, sul “perverso intreccio tra politica ed affari che condiziona e talvolta soffoca l’economia.”

Nicco è partito poi all’attacco del Governo Monti. “Il Governo ha colto la palla  al balzo – ha spiegato Nicco – offerta dai Governatori e l’ha usata strumentalmente per introdurre norme ordinamentali che, nella versione iniziale, colpivano tutto il sistema autonomistico. Sul punto, il parere contrario al decreto-legge espresso dalla commissione bicamerale per le questioni regionali è molto chiaro. “ E sulla riforma del Titolo V, il deputato valdostano ha spiegato come “il Governo ha imboccato, in modo sempre più marcato, la strada di un neocentralismo che è esattamente l’opposto di quanto da noi auspicato. “

Grave e provocatoria viene poi definita da Nicco “la proposta del Ministro per la pubblica amministrazione Patroni Griffi di riesumare il progetto delle 12 macroregioni avanzato nel 1992 dalla Fondazione Agnelli, che, sulla base di indici puramente quantitativi, senza tenere in alcun conto gli aspetti storici, linguistici, culturali e territoriali, vorrebbe cancellare Regioni, come la Valle d’Aosta, inglobandole in astratte entità costruite a tavolino. Altre erano le indicazioni programmatiche”.
 

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