"Mi rifiuto di fare commenti prima di vedere il testo, perché il rischio è di fare valutazioni che giorni dopo poi sono fasulle". Cosi il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, ha commentato l’approvazione, ieri, da parte del Consiglio dei Ministri del Decreto sui costi della politica. Rollandin ha ribadito come sul numero dei consiglieri e degli Assessori la Valle d’Aosta è libera di decidere. E al giornalista che gli chiedeva conto delle sanzioni introdotte dal Governo, per chi non dovesse attenersi alle prescrizioni, il Presidente ha risposto: "Guardiamo cosa è successo con le Province, anche lì c’erano sanzioni ma non mi sembra che l’orologio sia per tutti uguale".
Dal comunicato stampa del Governo, intanto, si possono leggere le prime notizie circa il Decreto sul taglio ai costi della politica che prevede: l’obbligo per i gruppi consiliari di rendicontare e pubblicare i dati su agevolazioni e contributi ricevuti, obbligo valido anche per Presidenti delle Regioni, presidenti del consiglio regionale, assessori e consiglieri regionali, tagli ai compensi dei consiglieri e assessori che non dovranno eccedere il livello di retribuzione riconosciuto dalla Regione più virtuosa (individuata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il termine perentorio del 30 ottobre 2012). È vietato il cumulo di indennità o emolumenti, comprese le indennità di funzione o di presidenza, in commissioni o organi collegiali derivanti dalle cariche di presidente della Regione, presidente del consiglio regionale, di assessore o di consigliere regionale. La partecipazione alle commissioni permanenti è invece resa a titolo gratuito. Per gli altri organi collegiali il gettone di presenza non potrà essere superiore ai 30 euro.
Il provvedimento conferma poi l’eliminazione dei vitalizi e l’obbligatoria applicazione del metodo contributivo per il calcolo della pensione. Nelle more, non potranno essere corrisposti trattamenti pensionistici o vitalizi in favore di coloro che abbiano ricoperto la carica di presidente della Regione, di consigliere regionale o di assessore regionale solo se i beneficiari abbiano compiuto 66 anni d’età e ricoperto la carica, anche se non continuativamente, per almeno 10 anni.
Altro passaggio riguarda il taglio del 50% dei finanziamenti ai gruppi consiliari, dei partiti e dei movimenti politici e l’adeguamento al livello della Regione più virtuosa (identificata dalla Conferenza Stato-Regioni entro il 30 ottobre 2012).
Entro 6 mesi dall’entrata in vigore del decreto, ad esclusione delle Regioni prossime alle elezioni, vi dovrà essere il taglio del numero di consiglieri e assessori, cosi come previsto dall’ultima Manovra Berlusconi. E per chi non rispetta le norme sono previste sanzioni dirette e indirette a carico delle regioni, tra cui l’accantonamento dell’80% dei trasferimenti erariali dello Stato (ad eccezione di sanità e trasporto pubblico locale) e il 5% dei trasferimenti per la sanità.
Un provvedimento, accolto con favore dalla Conferenza delle Regioni, che la prossima settimana si riunirà per valutare nei dettagli l’articolato. Ma già ieri, il Presidente Vasco Errani ha ribadito che tutti i Presidenti hanno condiviso all’unanimità le linee guida che hanno dato vita al Decreto, motivo per cui non ci saranno ricorsi alla Corte Costituzionale.
Nel frattempo Alpe lancia le prime frecciate a Rollandin: "Le indicazioni del governo Monti sono le stesse che ALPE ripropone fin dal 2008 e che ora nuovamente esplicita con la proposta di legge presentata in occasione del consiglio di mercoledì."