Dimissioni Carrel, la Jeunesse attacca l’ex “Animateur”
Marco Carrel batte colpo, dimettendosi da “Animateur principal” della Jeunesse Valdôtaine, ed in pieno dissidio con la “casa madre” Union, e lo stesso movimento giovanile risponde.
Ieri, 31 luglio, spiegano alcuni iscritti della Jeunesse in una nota, in un’assemblea “convocata con un solo giorno di preavviso (senza i 10 giorni previsti da statuto) e mossa da motivazioni di urgenza non giustificata”, a sorpresa “sono arrivate le dimissioni dei vertici del comité de direction della Jeunesse Valdôtaine, e in particolare del presidente Marco Carrel. Dimissioni queste ultime, che a dire del diretto interessato erano state decise già nel mese di Marzo. E allora perché aspettare i 15 giorni precedenti la presentazione delle liste per renderle ufficiali e lasciare la JV senza una guida durante una delle campagne elettorali più difficili della storia dell’UV e della Valle d’Aosta?”.
Il confronto in assemblea “ha messo in evidenza come in questi anni siano stati commessi errori, a volte anche importanti e riconosciuti da tutti, da parte del Mouvement e che hanno sicuramente influito anche nel dialogo tra la Jeunesse e i vertici dell’Union Valdôtaine”. Ma c’è di più.
La nota degli iscritti alla “giovanile” unionista punta dritta verso Carrel: “Abbiamo chiesto all’animateur dimissionario un’azione di coerenza nel rispetto della Jeunesse tutta e delle posizioni prese in questi anni, anche e soprattutto partecipando a tavoli importanti all’interno dell’UV. Abbiamo proposto ai membri dimissionari di firmare un documento in cui si impegnavano a non candidarsi in nessuna lista civica o politica diversa da quella dell’UV in questa tornata elettorale. A differenza del vice Merlet e della tesoriera Ponzetti, i quali non hanno esitato a rispondere affermativamente, l’ex presidente Marco Carrel ha rifiutato la nostra proposta scoprendo le carte di una mossa che, più che identitaria e di critica interna al movimento, a noi sembra elettoralmente scaltra e rappresentativa di una vecchia politica da prima repubblica che noi giovani rifiutiamo di voler portare avanti”.
“La politica ha fallito, diceva Carrel il 13 maggio 2020 – scrivono ancora dalla Jeunesse -. Sì è vero, ha fallito nel suo intento di formare giovani con una mente libera e desiderosi di cambiare le cose, ha fallito nella sua parte più nobile, ha fallito perché qualche giovane ha contribuito a farla fallire. Noi nella politica vera, sana e nuova ci crediamo e lavoreremo incessantemente per farlo capire alla popolazione che cambiare in meglio si può”.