Giordano: “Difficile tagliare un bilancio che non aveva sprechi”

28 Dicembre 2012

Con venti voti favorevoli e dieci contrari (di Alpe, Partito Democratico e Sinistra per la Città), il consiglio comunale di Aosta ha approvato oggi poco dopo le 13, il bilancio di previsione per il triennio 2013-2015. Il documento contabile pareggia sulla cifra di 80 milioni 303 mila 252 euro. 

"Un bilancio virtuoso – ha commentato il consigliere Carlo Marzi – che loda i sensibili risparmi operati rispetto agli anni passati. L’augurio che tutti noi ci facciamo è che si riesca a mantenere il numero di servizi, il cui costo è ancora oggi coperto al 52% da Comune e Regione, allo standard qualitativo attuale”.

Negativo invece il parere del Partito Democratico. “Il bilancio è il principale atto politico di una amministrazione – spiega il capogruppo Michele Monteleone – e bisogna riconoscere quanto siano stati condizionanti elementi come la crisi, un governo nazionale estremamente centralizzato e il patto di stabilità. È vero però che, nonostante le differenze stratosferiche rispetto agli scorsi anni, ora si taglia troppo sui servizi.”

La domanda, dai tavoli dell’opposizione, si è poi spostata su alcune voci dal destino ancora incerto: “I 3 milioni di euro in entrata per le alienazioni – si chiede Monteleone – che contribuiscono in maniera decisiva al pareggio di bilancio non sono sicuri. Dove si recupereranno questi fondi nel caso non si trovassero compratori, ad esempio, per la colonia di Pinarella di Cervia, peraltro rivalorizzata da un nuovo piano regolatore? Questo è un bilancio che si scrive da solo, ragionieristico e la nostra valutazione non può che essere negativa: si sono fatti alcuni sforzi e sono stati attuati alcuni provvedimenti che però non sono sufficienti”.

Difende invece il suo operato l’Assessore comunale alle Finanze, Mauro Baccega, che spiega come in altre realtà italiane si chiudano biblioteche e servizi agli anziani. “Ad Aosta – spiega l’Assessore – le misure per ridurre la spesa ci fanno risparmiare circa un milione di euro l’anno. I Comuni si sono ridotti a “riscossori” di uno Stato che doveva ridurre disoccupazione e debito pubblico che invece sono cresciuti, facendo diminuire invece i consumi. Il quadro è pesantissimo per le amministrazioni virtuose, che per il patto di stabilità si troveranno a non poter spendere 6 milioni di euro nel 2013. Noi non abbiamo intaccato i servizi ai cittadini e alle fasce più deboli ma abbiamo deciso di rivedere le convenzioni e ristipulare i contratti di locazione e di concessione, senza aumentare l’addizionale IRPEF che avrebbe portato 4 milioni di euro gravando pesantemente sui cittadini. Ora ci aspettano due tornate elettorali difficili, e la buona politica ha bisogno di riprendersi la scena”.

Più politica è invece la valutazione di Alpe: “Il governo comunale – spiega Iris Morandi – si è attenuto all’imperativo categorico di questi tempi: la sobrietà. Non ci sono stati buchi di bilancio e si è cercato di razionalizzare. È vero però che la crisi economica c’era già nel 2010, mentre si decidevano grandi opere come il nuovo ospedale, la nuova grande università, il nuovo avveneristico mezzo di trasporto e la riqualificazione di Aosta Est, opere non in realizzazione. La necessità è quella di ripensare l’opera comunale”.

La discussione è stata chiusa dall’intervento del Sindaco Bruno Giordano che ha attaccato frontalmente la legge di stabilità e le imposizioni del governo di Roma. “Abbiamo approvato adesso il bilancio – primo comune d’Italia a farlo entro il 31 dicembre – perché secondo la legge di stabilità il mancato accordo sugli obiettivi da rispettare tra le Regioni a statuto speciale ed il governo, entro fine anno, avrebbe fatto sì che rientrassimo nelle disposizioni stabilite per le Regioni a statuto ordinario. Il nostro è invece un bilancio completamente politico a difesa di un’Autonomia che rischia di morire se i principi riformatori di uno Stato sono i tagli lineari e le leggi dei grandi numeri, elementi che mettono a rischio l’esistenza stessa della Valle”. Critica serrata al centralismo (e ai suoi “Soviet”) che attraverso la legge di stabilità (prontamente ribattezzata di “stupidità”) puniscono paradossalmente le Amministrazioni più virtuose, che hanno sempre amministrato – secondo Giordano – con rigore e parsimonia: “Tagliare un bilancio che non aveva sprechi – spiega il Sindaco – è molto più difficile che razionalizzare e tagliare altri tipi di gestione dei conti pubblici”. 

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