“Il costituzionalismo anglosassone indica il 40% quale soglia idonea che può portare a un cambiamento dei modi di concepire e fare politica grazie alla presenza femminile”. A dirlo è la consigliera di Ambiente Diritti Uguaglianza-Valle d’Aosta Daria Pulz esprimendo soddisfazione per aver accolto la proposta di audizione della docente di diritto pubblico comparato Mia Caielli, in diretta Skype dal Dipartimento di giurisprudenza dell’Università degli studi di Torino.
“Era infatti necessario, in occasione del dibattito in corso sulla nuova legge elettorale per i comuni valdostani, – sottolinea Pulz – interpellare un esperto sulla equilibrata rappresentanza democratica delle donne e degli uomini, a distanza di pochi mesi dall’approvazione della legge elettorale regionale che attesta al 35% la presenza del sesso sottorappresentato in lista”.
Caielli ha messo in luce che la Valle d’Aosta è stata antesignana in Italia per la presenza femminile negli enti locali, che sono i più vicini alla cittadinanza.
La misura originariamente del 20%, è stata elevata prima al 30% e da ultimo al 35%. “Troppo poco, ancora.” per Pulz.
“L’analisi della situazione locale non ci permette di ritenerci ancora soddisfatti – prosegue la Consigliera di ADU-VdA -. Riteniamo che non ci si possa limitare a difendere le piccole, anche se significative, conquiste del passato. Non possiamo sottovalutare il bivio di fronte al quale ci troveremo a breve in Consiglio regionale perché saremo chiamati a difendere con grande responsabilità le conquiste ottenute per la giusta rappresentanza di genere in Valle d’Aosta o, in alternativa, si avvallerà la possibile regressione dei diritti delle donne, pericolosamente in atto a livello nazionale e non solo. La preoccupazione è ancora più grande quando la mancanza di consapevolezza caratterizza anche parte del mondo femminile, che definisce l’introduzione dei necessari meccanismi volti a mantenere e aumentare la nostra presenza in politica come atti che sminuirebbero il rispetto stesso della donna che, se brava e competente, sfonderebbe comunque, mentre la presenza di tanti uomini mediocri in politica non sembra disturbarle.”
Adu annuncia, quindi, di voler sostenere nella legge elettorale dei comuni le tre preferenze di cui una di genere e l’innalzamento della percentuale di presenza femminile almeno al 40%.