L’Italia dei Valori della Valle d’Aosta si è riunita a congresso ieri, sabato 2 ottobre, nel salone del Ccs Cogne, ad Aosta, ha approvato un nuovo statuto e riconfermato Marco Belardi nel ruolo apicale, che non sarà più quello di coordinatore, ma di segretario regionale. Una ventina di delegati hanno poi eletto a coordinatrice donne Lorella Vezza, che aveva ricoperto l’incarico fino al
novembre scorso per poi dimettersi, e Barbara Regina nel ruolo di coordinatrice giovani.
“Proseguiamo nel percorso di radicamento sul territorio – ha detto Belardi – nonostante le difficoltà che derivano dal contesto regionale, in cui l’Union Valdôtaine ha creato un potere politico e sociale negli ultimi trent’anni, con un consenso creato con propri metodi all’interno della popolazione. Dopo le comunali, in cui c’è stato uno sforzo vano di unire il centro-sinistra, vogliamo ripartire dall’alleanza con il Partito Democratico, il Partito Socialista e Sinistra Ecologia e Libertà, per aprirci anche all’Alpe, interlocutore valido, e creare un’alternativa basati sui programmi e non sulle ammucchiate”.
Il responsabile dell’organizzazione del partito, l’onorevole Ivan Rota, ha sottolineato di non essere un “partito padronale, ma con maturità politica e democrazia interna”. Renato Cambursano, deputato di Chivasso e garante regionale dell’IdV, ha sostenuto che “all’UV e a Rollandin per una volta è mancato il naso, perché hanno affidato l’autonomia valdostana nelle mani sbagliate, ad un partito e un governo in caduta libera”.
Le relazioni dei leader politici ospiti sono state aperte da Roberto Nicco, che ha sferzato i presenti: “La maggioranza a Roma non esiste più, ma spesso assistiamo ad uno spettacolo desolante anche a sinistra. Dobbiamo pensare meglio alle persone che mettiamo in campo e ad una strategia politica di lungo periodo. A livello locale, l’abbraccio tra UV e PdL apre situazioni diverse, dobbiamo costruire l’alternativa”. Carlo Perrin, coordinatore dell’Alpe, ha rilanciato: “I valdostani hanno molto buon senso, e quando uno la fa grossa non ci stanno e se lo ricordano”.
Raimondo Donzel, segretario del PD, ha ribadito che la sinistra valdostana “non si presenta in modo chiaro e omogeneo: nelle ultime cinque elezioni regionali, non ci sono mai stati gli stessi simboli. Dobbiamo mettere fine a questo percorso disorganico e frammentario, non dimenticando che il mondo non finisce a Pont-Saint-Martin”. Il segretario democratico ha ironizzato: “Non si giudica un governo nazionale in base a quanta roba porta nello zaino in Valle, ma in base a ciò che fa per i più deboli e per le minoranze”.
Donzel ha stigmatizzato il comportamento del sindacato, che “organizza assemblee con il presidente della Regione ed è silente sui problemi del lavoro, sempre più sentiti anche qui”.